Revolution 9
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Revolution #9 | ||
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Autore | Lennon-McCartney | |
Registrazione | Maggio/Giugno 1968 | |
Album di Uscita | The Beatles | |
Durata | 8:29 | |
Uscita Italia | 11 novembre 1968 | |
Uscita U.K. | 22 novembre 1968 | |
Uscita U.S.A. | 25 novembre 1968 | |
Esecutori | ||
Lennon | voce (ma essendo una traccia sperimentale, essa non è costituita da veri e propri strumenti e/o compositori) |
Revolution #9 è la penultima traccia dell'album The Beatles (anche noto come White Album) del 1968. È una registrazione sperimentale dei Beatles, costituita da suoni di diverso genere (dialoghi, rumori, frasi musicali) uniti in un brano unico; con la durata di oltre 8 minuti, è il pezzo più lungo dell'intera discografia dei Beatles.
Revolution #9 (ufficialmente firmato Lennon-McCartney) fu realizzato principalmente da Lennon insieme a Yoko Ono, alla cui influenza si deve certamente la natura sperimentale e avant garde di questo brano. Lennon e Ono dichiararono di aver inteso il pezzo come un omaggio ai tumulti del Maggio parigino del 1968, ma lo stesso Lennon ammise anche che in parte si trattava di una risposta polemica all'inclusione nel White Album di brani di McCartney che Lennon non riteneva appropriati per i Beatles, come Ob-La-Di Ob-La-Da. Mentre George Harrison e Ringo Starr contribuirono in qualche misura alla realizzazione del brano, McCartney e il produttore George Martin opposero una forte resistenza alla sua pubblicazione.
Indice |
[modifica] Struttura e contenuto
Il brano si apre con una conversazione fra George Martin e Alistair Taylor; dopo una breve introduzione del piano, una voce maschile incomincia a ripetere in continuazione la frase number nine, number nine, number nine.... Seguono oltre 8 minuti di rumori, che includono voci confuse, grida, il clacson e una frenata di automobile e frammenti di musica orchestrale. Molti suoni sono indecifrabili perché incisi al contrario.
[modifica] Messaggio subliminale?
La canzone gioca un ruolo importante nella leggenda della morte di Paul McCartney (nota anche come "Paul Is Dead" o "PID"). Secondo alcuni la frase "number nine", ascoltata al contrario, suonerebbe turn me on, dead man ("Eccitami, uomo morto"). Data l'abbondanza di suoni insoliti e confusi presenti nella registrazione, non sorprende che siano stati trovati molti altri indizi riferibili sia al PID che ad altri messaggi occulti, probabilmente legati a fenomeni di pareidolia. Non manca, per esempio, chi taccia il brano di contenuti satanici.
[modifica] Charles Manson
Revolution #9 è anche noto per essere stato usato nel processo contro il terrorista Charles Manson. L'avvocato Vincent Bugliosi della polizia distrettuale di Los Angeles disse infatti che Manson credeva che il titolo del brano fosse un gioco di parole su "Rivelazione 9" (revelation 9), e si riferisse al racconto biblico dell'Apocalisse. Manson avrebbe identificato i Beatles con i quattro angeli dell'Apocalisse, ritenendo che essi stessero istigando lui e altri seguaci a dar vita a un nuovo ordine mondiale attraverso una guerra razziale. Già un altro brano dei Beatles, Helter Skelter (questa volta di McCartney) era divenuto famoso per lo stesso motivo.
[modifica] Carnival of Lights
Revolution 9 è certamente il brano più avant garde della produzione beatlesiana. C'è un'altra registrazione, addirittura leggendaria, dello stesso tipo; è meno nota in quanto non è stata pubblicata su nessun album. Si tratta di Carnival of Lights, di McCartney, registrata dai Beatles durante le sessioni di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, il 5 gennaio 1967. Questa traccia, della durata di 13:48, è anch'essa un miscuglio di rumori e suoni di vario tipo, soprattutto ticchettii di orologi. La canzone non è mai stata rilasciata né su album e non ha avuto diffusione neppure in forma di bootleg; si sa comunque che nel 1996 Harrison si è opposto alla sua inclusione nell'album Anthology 2.