Purgatorio - Canto terzo
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il canto terzo del Purgatorio di Dante Alighieri si svolge nell'Antipurgatorio, ove le anime dei negligenti (morti scomunicati) attendono di poter iniziare la loro espiazione; siamo nel mattino del 10 aprile 1300, o secondo altri commentatori del 27 marzo 1300 (Pasqua).
Indice |
[modifica] Incipit
Canto III, nel quale si tratta de la seconda qualitade, cioè di coloro che per cagione d'alcuna violenza che ricevettero, tardaro di qui a loro fine a pentersi e confessarsi de' loro falli, sì come sono quelli che muoiono in contumacia di Santa Chiesa scomunicati, li quali sono puniti in quel piano. In essempro di cotali peccatori nomina tra costoro il re Manfredi.
[modifica] Sintesi del canto
[modifica] L'inizio della salita - versi 1-15
Le anime del purgatorio, Dante e Virgilio, dopo essere stati rimproverati da Catone per aver tardato il cammino di espiazione per ascoltare la canzone di Casella, vanno verso la montagna. Virgilio è ancora pieno di rimorso per l'errore che ha commesso (quello di aver ascoltato anche lui la canzone di Casella).è un canto assai difficile.
[modifica] Il corpo dei defunti - versi 16-45
Dante ad un tratto vede solo l'ombra sua e non quella di Virgilio e teme che il suo maestro lo abbia abbandonato ma non è cosi. Il maestro gli spiega infatti che il suo corpo che faceva ombra sta a Napoli dove fu portato da Brindisi, ossia nella sua tomba. La luce del sole così come passa per i cieli del paradiso senza trovare ostacoli così passa attraverso i corpi delle anime senza ostacoli e quindi le anime non fanno ombra. Come poi le anime, che sono immateriali, possano soffrire le pene del purgatorio e dell'inferno questo non lo sa. Lo sa solo la virtù divina che però non vuole svelarci tutto perché se avessimo potuto saper tutto Maria non avrebbe avuto bisogno di partorire. Molti filosofi dell'antichità come Socrate, Platone e Aristotele tentarono di conoscere tutto e ora il loro desiderio di conoscenza è diventato la loro pena eterna. E qui Virgilio si interrompe e turbato non aggiunge altro.
[modifica] Gli scomunicati - versi 46-102
Dante e Virgilio arrivano finalmente alla montagna del purgatorio. Il problema è che è troppo ripida, così ripida che in confronto ad essa i dirupi più scoscesi d'Europa (che si trovavano in Liguria) sembrano delle scale facili da salire. Impossibilitati a salire Dante e Virgilio provano a trovare una soluzione. Virgilio prova a trovare una soluzione con la sua ragione e volge gli occhi verso il basso mentre Dante guarda verso l'alto e scorge delle anime di penitenti. Dice al maestro che se non riesce a trovare una soluzione da solo forse è meglio chiedere alle anime dove la salita è meno ripida. Virgilio e Dante si dirigono verso le anime che il Dante narratore paragona a un gregge. Questo "gregge" va molto lento e si trovava a una grande distanza dai poeti. Dante scopre che queste anime sono gli scomunicati.
Si può notare in questa parte del canto come il ruolo di Virgilio quale guida per il pellegrino Dante venga a mancare. In effetti, ora il poeta latino si trova in un luogo che non ha mai visitato, a causa della sua pena divina (il sostare nel Limbo). Sul piano allegorico, ciò significa che la Ragione, rappresentata da Virgilio, man mano che si avvicina a Dio, si smarrisce sempre più, poiché essa non è stata creata per comprendere il suo mistero (che, secondo Dante, è comprensibile solo per via diretta tramite l'estasi mistica, che proverà infatti nell'ultimo canto del Paradiso). L'azione giusta da compiere per avvicinarsi a Dio, quindi, non è il ragionare a testa bassa come fa Virgilio, bensì guardare verso l'alto, verso l'amore divino.
[modifica] Manfredi - versi 103-145
Tra gli scomunicati c'è un bel giovane con due ferite una delle quali al petto. Questo bel giovane chiede a Dante se lo ha mai visto. Dante risponde di no e il bel giovane gli racconta la sua storia. Il suo nome era Manfredi, figlio di Federico II.Fu re di Napoli e di Sicilia e commise parecchi peccati e fu scomunicato da vari papi. Morì in battaglia nel 1266 a Benevento ma in punto di morte si pentì e il Signore lo perdonò mandandolo in Purgatorio invece che in Inferno. I papi invece non lo perdonarono. Manfredi chiede a Dante di raccontare quello che ha detto a sua figlia[[Costanza] poiché nel mondo dei vivi si racconta una storia non vera sul suo conto e poi di chiederle di pregare per lui perché più si prega per un anima del purgatorio più il tempo di espiazione diminuisce.Con Manfredi riusiamo a capire la grande bontà di DIO che abbraccia tutti coloro che si sono pentiti in fin di vita.
[modifica] Altri progetti
Wikisource contiene il testo completo del Canto terzo del Purgatorio
Dante Alighieri · Divina Commedia · Inferno · Purgatorio · Paradiso· Personaggi citati in questa cantica | |
1 · 2 · 3 · 4 · 5 · 6 · 7 · 8 · 9 · 10 · 11 · 12 · 13 · 14 · 15 · 16 · 17 · 18 · 19 · 20 · 21 · 22 · 23 · 24 · 25 · 26 · 27 · 28 · 29 · 30 · 31 · 32 · 33 |
Portale Letteratura: accedi alle voci di Wikipedia che parlano di letteratura