Molino Stucky
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Il Molino Stucky di Venezia è un edificio storico che costituisce uno dei maggiori esempi di architettura neogotica applicata ad un edificio industriale.
Sorge sull'estremità occidentale dell'isola di Giudecca accanto ad un altro antico stabilimento, il Fortuny, ed è stato costruito nel 1895 per iniziativa di Giovanni Stucky di nobile famiglia svizzera (imprenditore e finanziere svizzero), il cui padre si era spostato nel Veneto sposando un'italiana della famiglia Forti, che affidò la progettazione all'architetto Ernst Wullekopf.
Indice |
[modifica] Cenni storici
L'edificio colpisce tutt'oggi la fantasia dei turisti che attraversano il canale della Giudecca - su cui la costruzione si erge altissima - per le sue proporzioni, anomale rispetto alle tradizionali architetture degli edifici veneziani.
L'idea originale di istituire un mulino nella laguna veneta venne a Giovanni Stucky intorno alla metà dell'Ottocento in seguito allo studio del funzionamento di diversi mulini in paesi esteri. In base a tali studi, l'imprenditore decise di sfruttare il canale veneziano per un veloce trasporto via acqua del grano da destinare al mulino dell'isola di Giudecca.
L'impianto modello - dotato di illuminazione elettrica alimentata a gas - dava lavoro, a pieno regime, a millecinquecento operai impegnati in turni che coprivano l'intera giornata ed era in grado di macinare, nel periodo di maggiore funzionalità, 2.500 quintali di farina al giorno[2].
Nel 1895 il complesso preesistente sul quale il mulino sorgeva fu ampliato su progetto dell'architetto Wullekopf e suddiviso due distinte aree: una - maggiore e a sviluppo verticale - includeva il mulino, i magazzini e i silos nonché gli uffici; una seconda - costituita da edifici più bassi - ospitava il solo pastificio. Fu allora che assunse le sembianze attuali.
Wullekopf volle dotare l'edificio della classica e caratteristica facciata neo-gotica con impresso il nome del proprietario del mulino sormontato da un gigantesco orologio, un prospetto diventato da allora un simbolo dell'architettura industriale in Italia.
L'inizio della decadenza del Molino Stucky - che fu anche adibito a pastificio - ebbe inizio a partire dagli anni 1910, fino alla irreversibile chiusura avvenuta nel 1955 dopo un lungo periodo di crisi e una tribolata vicenda sindacale (lo stabilimento fu occupato per un mese dai cinquecento dipendenti[1]).
Rilevata nel 1994 dalla società Acqua Pia Antica Marcia (gruppo Acqua Marcia), l'antica area industriale è stata posta quattro anni dopo sotto la tutela della Sovrintendenza alle Belle Arti. Lasciandone inalterata l'architettura neo-gotica, è stata poi sottoposta ad uno dei maggiori restauri conservativi d'Europa riguardanti direttamente un antico opificio.
La fine delle traversìe dell'antico complesso è giunta a metà degli anni 2000 con la stipula di una partnership economico-finanziaria fra Acqua Marcia e la catena di alberghi Hilton, in base alla quale l'area è stata destinata a complesso immobiliare dotato di residence, centro congressi e sede alberghiera capace di 380 stanze, ristorante e piscina panoramici, una sala convegni da duemila posti. I lavori di allestimento dell'intero complesso e la piena operatività sono previsti entro il 2007[2].
Il 15 aprile 2003, quando i lavori di ristrutturazione erano già in corso, il Molino Stucky è stato colpito da un vasto incendio che ha distrutto l'intera parte centrale dello stabile, danneggiato in particolare la torre, la piccola loggia e il cappello - ovvero il punto più alto dello stabile - nonché il prospetto laterale della struttura, la parete est, quasi interamente crollata nel rio sottostante.
L'incendio è stato domato dopo intense ore di lavoro da parte dei Vigili del fuoco, giunti con 2 grandi motobarche e 2 elicotteri per l'opera di controllo e spegnimento, contrastata dal forte vento e resa complessa dalle grandi dimensioni dell'edificio[3].
[modifica] Curiosità
- Le stanze dello stabile conservano tutt'oggi nel soffitto i diamanti a punta rovesciata caratteristici delle tramogge dell'antico mulino[1].
- La citazione in apertura di voce di Gabriel García Márquez è servita da epigrafe per un libro fotografico sulle fortune e sulla decadenza del Molino Stucky.
- Quattrocentocinquantamila sono stati i mattoni necessari per il completo restauro del monumentale palazzo, degno, secondo le parole del sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, di una architettura da città anseatica[4].
- I manufatti necessari al restauro sono stati selezionati con la supervisione della Soprintendenza alle Belle Arti dopo un attento studio cromatico che garantisse una completa aderenza al disegno originale della costruzione.
[modifica] Note
- ^ a b c Fonte: Il Sole-24 Ore-Ventiquattro, n. 2 del 3 febbraio 2007.
- ^ a b Fonte: Acqua Pia Antica Marcia.
- ^ Fonte: Ilrestodelcarlino.net / Larepubblica.it / Vvf-ve.it.
- ^ Fonte: Articolo de "Il Corriere del Veneto", giugno 2006
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[modifica] Collegamenti esterni
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