Libido
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Il termine latino libido, letteralmente traducibile come desiderio o voluttà (sia in senso generale che specificamente sessuale) identifica un concetto cardine della teoria psicanalitica freudiana. Il termine appare negli scritti di Freud per la prima volta nel 1894.
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[modifica] Evoluzione del concetto di libido
In generale, secondo la teoria freudiana la libido rappresenta la principale fonte di energia psichica umana. La teoria della libido ha nell'opera di Freud una ampia evoluzione, legata al procedere dell'esperienza psicoanalitica. In particolare, il concetto di libido venne notevolmente ampliato dopo il 1914, quando Freud iniziò a indagare il vasto campo delle nevrosi narcisistiche e delle psicosi. Le posizioni di Freud esposte in Psicoanalisi e teoria della libido del 1923 lo avvicinano addirittura, per certi versi, a quelle che costarono le dimissioni di Jung dall'Associazione Internazionale di Psicoanalisi.
[modifica] Sublimazione della libido e/o trasformazione della libido
[modifica] La sublimazione della libido
A differenza delle altre specie viventi, la specie umana ha in parte deviato la libido dal suo scopo cosiddetto naturale per investirla in gran parte nella creazione di un nuovo mondo: il mondo simbolico che ha fatto la civiltà e la cultura.
Tuttavia già con la scelta che il padre della psicoanalisi ha adottato, del termine "sublimazione", denota ch'egli ritiene che il movimento della libido verso la sublimazione di essa non è proprio un movimento naturale ma artificioso se prendiamo come modello il mondo naturale, visto che compare solo con la specie umana.
La sublimazione in un certo senso rende l'uomo consapevole delle proprie e delle altrui malattie e quindi se ne e' consapevole le comprende:quindi le ammette, le riconosce ed in ultimo le condivide con gli altri esseri viventi.E' un anticipo di quello che nell'era moderna e' la battaglia di tutte le societa' civili ed evolute alla comprensione ad abbracciare e quindi ad amare le diversita', la speranza del miglioramento quello che tutti, uomini e donne intelligenti auspicano all'umanita' futura: LA PACE!
Ovviamente Freud non si è spinto tanto in là dal considerare la cultura una malattia tuttavia là dove fa appello al dio logos ("Il disagio della civiltà", 1929) che ci liberi infine da questa croce tra natura e cultura sembra sostenere, neanche troppo tra le righe, la necessità della cultura (le pulsioni che abitano i piani alti dell'edificio psichico, per usare una metafora del medico viennese), e quindi vista da lui come semplice sublimazione di ciò che abita il pianterreno o i sotterranei dell'edificio psichico. Da realista come egli amava essere guardando in faccia la realtà senza paura alcuna, paura che lasciava volentieri ai benpensanti e ai nevrotici, giunge alla conclusione che comunque la cultura è quella malattia che le specie che ci hanno preceduto hanno avuto la fortuna o la sfortuna, dipende dai punti di vista, di non conoscere.
Grazie al processo di sublimazione, infatti, la libido potrebbe essere indirizzata verso oggetti differenti (come lo studio, la ricerca, l'arte, ecc.), e permettere al soggetto di superare comunque lo stato di tensione nervosa che caratterizzerebbe il normale svolgimento della vita umana.
[modifica] La connotazione di energia psichica astratta della libido in Jung
Anche altri psicoanalisti, come Carl Gustav Jung, hanno preso in considerazione la libido e la "sublimazione" o "trasformazione" nel lessico junghiano, distaccandosi ampiamente dagli originali postulati di Sigmund Freud,che comunque non era un matematico od un filosofo e non poneva ne' teoremi ne' assiomi.
Per Jung a differenza di Freud i simboli che fanno la cultura non sono una maschera di forze "basse" e naturali, cioè sessuali, ma i simboli culturali hanno la stessa dignità di prodotti "naturali" come le pulsioni sessuali, ed è proprio per questo che, per fare un esempio, la mistica che intrattiene rapporti spirituali con il suo Dio può finanche raggiungere l'orgasmo come qualsiasi donna con un uomo concreto (per esempio l'Estasi di Santa Teresa d'Avila|scultura del Bernini)che immortala Teresa d'Avila attraversata dall'estasi spirituale (al giorno d'oggi e' una patologia psichiatrica, il delirio mistico religioso).
La libido che è stata veicolata su quell'essere spirituale procede nel suo percorso infinito senza produrre quei fenomeni di stagnazione della libido indagati dalla psichiatria che sono alla base dell'eziologia delle nevrosi e in maniera molto più complessa delle psicosi. Ecco perché Jung è restio ad usare il termine freudiano di sublimazione che a suo parere è svalutativo della funzione simbolizzatrice propria della sola specie umana, preferendo a questo termine quello di trasformazione della libido.Il problema di Jung e che non riesce ad interpretare al pari di Freud la sublimazione in quanto tale perche' commette lo stesso errore del maestro, si chiude nella propria interpretazione, non comprendendo quindi che tutto cio' che e' interpretabile non e' univoco ma multiforme: dicono la stessa identica cosa partendo da esperienze e da cognizioni differenti, la definisce "trasformazione", Freud vede nella sublimazione la sostanziale malattia dell'uomo e Jung un percorso evolutivo verso la sanita', ma al giorno d'oggi chi potrebbe dire in assoluto che l'uomo e' malato oppure sano?Non se ne rendono conto ma danzano un passo a due!Quando poi si evince che l'uomo e' sia sano che malato in mezzo c'e' tutto l'universo interpretativo della vita degli esseri viventi.O meglio tra due opposti o apparentemente opposti c'e' solo quello, finisce li'? In mezzo c'e' quasi troppo per essere definito.Sicuramente Freud limita in apparenza cio' che non puo' essere limitato ma perche' usa allora il termine "Sublimazione" piu' religioso e filosofico che razionale?E Jung che capisce che il limite si puo' superare affida al singolo questa responsabilita': dichiara l'uomo sano e lo chiude al tempo stesso nella malattia della solitudine interpretativa. Pone comunque anch'egli le basi per basi per il confronto, la condivisione, altrimenti come farebbero gli uomini a sapere l'esistenza stessa di un problema o di un male se non dal confronto stesso con gli altri.Noi Oggi sappiamo che spesso un problema o un male od un disagio si supera a volte non superandolo affatto ed a volte facendolo superare agli altri ed ancora facendoci aiutare e questa e' la vera "Trasformazione", termine molto razionale, scientifico, ma palesemente non metafisico!
Il fatto poi che la stagnazione della libido quale vero agente patologico produca quello stato di disagio rappresentato da una sempre più insostenibile tensione nervosa anziché costituire come comunemente si pensa una malattia, è indice al contrario di una sostanziale sanità dell'individuo a cui il destino evolutivo concede di patire la sofferenza del mondo ( il pathos dei Greci) per risolverla in prima persona anziché perpetuarla all'infinito demandando ad altri la capacità e la volontà di risolverlo per lui.Mania di grandezza o Sogno di grandezza?
Questi sintomi stanno quindi invece a significare che "gli strumenti di bordo" funzionano bene e gli indicano per l'appunto che è arrivato il momento di cambiare rotta e di convertirsi verso un'altra direzione nel progetto esistenziale, che altro non e' che il recupero e l'utilizzo di cio' che di buono,produttivo e sensato e' stato creato da altri prima di noi, questo non lo dice Jung ma noi sanissimi-malatissimi uomini e donne moderni.Con quali fondamenti? La sua e sperienza e l'esperienza di chiunque ha cercato di risolvere i problemi dell'umanita' compreso doctor Freud il suo...Opposto?
[modifica] La libido e la religione
Freud riteneva l'impostazione junghiana della problematica della libido come una illusione. Egli riteneva in fondo che comunque il simbolo per quanto inerente alla specie umana in ultima analisi non poteva esorcizzare le basi materiali e naturali della specie stessa.
Infine al di là delle loro divergenze entrambi si sono confrontati con l'evento simbolico della crocifissione, considerandolo Jung come la speranza in una possibile resurrezione, Freud invece da realista, pessimista e infine disilluso, come egli stesso esplicitò in "L'avvenire di un'illusione" (1927).
[modifica] Libido e simbolo
In psicoanalisi la teorizzazione della libido è andata di pari passo all'indagine sulla natura del simbolo e della funzione simbolizzatrice che è propria della specie umana e che fa irruzione nella più grande storia dell'universo proprio con la nostra specie e con essa, a partire dalla preistoria sopravvivendo ai tempi finiti delle generazioni umane, tesse attorno a una simbolica primitiva un mondo simbolico sempre più astratto e complesso permettendo una sempre maggiore distanza riflessiva dalla realtà immediata e particolare e divenendo sempre più oggetto di investimento libidico.
È proprio questa realtà vivente del mondo simbolico che permette non solo la gestione dell'energia psichica astratta (Jung) o energia sessuale (Freud) o volontà di potenza (Adler) ma è esso stesso, il simbolo, produttore di nuova energia.
[modifica] Psicologia e Fisica
Proprio il dibattito psicoanalitico sull'energia psichica nei suoi rapporti con la funzione simbolica che funziona come un gradiente della libido similmente a come può funzionare lo sbarramento di una diga nel produrre nuova energia, ha avvicinato dal punto di vista energetico i discorsi che portano avanti sia pure in ambiti diversi la psicoanalisi e le teorie fisiche della termodinamica con i suoi concetti esplicativi di Entropia e di negazione dell'entropia che stanno ad indicare la direzione di movimento di un sistema: verso un maggiore disordine (entropia) oppure verso un'ordine maggiore (negazione di entropia), che comunque rivisti nell'epoca attuale come valori contrapposti entrambi i concetti confermano l'altro dando origine alla "Sinergia".
Da questo punto di vista la libido nell'investire il simbolo che media il suo rapporto con l'oggetto nel desiderio di realizzare infine il suo desiderio inappagato di unione definitiva del soggetto all'oggetto quale fantasia simbiotica pre-umana naturale, crea quello che è il mondo propriamente umano altro da quello naturale: il mondo creativo della cultura e degli oggetti culturali, in una parola il mondo dei simboli o nuovo universo simbolico in cui ormai tutti siamo completamente immersi.
Nel creare il simbolo che la rappresenta, la libido devia il suo movimento naturale entropico in una nuova direzione appunto nega-entropica che è la direzione culturale e creativa che sventa che la libido possa rivolgersi distruttivamente contro il soggetto dando luogo a quelle sintomatologie che sono le spie di una stagnazione della libido: nevrosi, isteria, ansia, depressione, ossessione, fobia, psicosi.
Se tuttavia per chi vive queste sintomatologie esse sono vissute come "male" se non "il male" esse invece a ben guardare sono indicatrici della sostanziale sanità di un individuo in quanto gli stanno ad indicare che nel suo modo di orientarsi nel mondo c'è qualcosa che non va e che pertanto deve operare una conversione e riorientarsi. Ovviamente non basta che gli strumenti di bordo indichino che c'è qualcosa che non va, bisogna farsene qualcosa di queste indicazioni. Come disse lo psichiatra svizzero Jung convertitosi alla psicoanalisi: "Non siamo noi a guarire dalla nevrosi bensì è la nevrosi che ci guarisce."
[modifica] Bibliografia
- "Tre saggi sulla teoria sessuale" 1905, IV°edizione riveduta del 1920, Sigmund Freud
- "La libido: simboli e trasformazioni" 1912, Carl Gustav Jung
- "Energetica psichica" 1928, Carl Gustav Jung
[modifica] Voci correlate
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