La porta dell'infinito
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Gateway | |
---|---|
Autore | Frederik Pohl |
Anno | 1977 |
Genere | Fantascienza |
Note | Premio Hugo e Premio Nebula |
La porta dell'infinito | |
Traduttore | Roberta Rambelli |
Anno | 1979 |
Editore | Editrice Nord |
Collana | Cosmo Oro 38 |
Pagine | 299 |
Progetto Letteratura ![]() |
La porta dell'infinito (Gateway) è un romanzo di fantascienza del 1977 di Frederik Pohl. Ha vinto tutti i principali premi riservati a questo genere letterario: il Premio Hugo, il Premio Nebula, il Premio Campbell e il Premio Locus. È il primo libro della saga degli Heechee.
La vicenda viene narrata in prima persona dal protagonista, Robinette Broadhead, alternando capitoli di dialogo con il suo programma di psicoanalisi (Sigfrid) a capitoli in cui viene ripercorsa la storia principale. I due temi convergono nell’epilogo. Un terzo elemento narrativo è costituito da sidebars (in forma di poesie, annunci pubblicitari, lettere all'editore, rapporti), che l'autore ha inserito nel romanzo per arricchire l'ambientazione e riflettere differenti prospettive rispetto a quella del protagonista.
[modifica] Trama
Gateway (che è anche il titolo in inglese del romanzo) è un asteroide cavo, costruito come spazioporto dagli Heechee, una razza aliena da lungo tempo scomparsa. Viene scoperto per caso da un esploratore su Venere, che armeggiando i comandi di una nave attiva il meccanismo automatico di ritorno alla base. Incapace di ritornare su Venere, l'esploratore riesce comunque a comunicare la posizione di Gateway.
Quando giungono i soccorritori (purtroppo tardivamente), scoprono che l'asteroide contiene un tesoro insostituibile: quasi un migliaio di piccole astronavi abbandonate. Molte funzionano ancora, ma usarle è una scommessa incredibilmente pericolosa, dato che nessuno capisce la loro tecnologia e non possono essere sottoposte a ingegneria inversa per scoprire il loro funzionamento. I controlli per selezionare una destinazione sono infine identificati per tentativi, ma nessuno sa dove una nuova impostazione porterà i passeggeri o quanto durerà il loro viaggio. Una volta definita, la destinazione non può essere cambiata durante il volo senza fatali conseguenze. La maggioranza delle navi porta a luoghi inutili, altre alla morte, ma alcune conducono a artifatti Heechee, pianeti abitabili o altri luoghi che possono arricchire i fortunati “cercatori”. Le navi, impostate per tornare automaticamente su Gateway, hanno tre dimensioni standard: Uno, Tre e Cinque (corrispondenti al numero di passeggeri) e alcune sono corazzate. Dopo aver aggiunto l'equipaggiamento essenziale, inclusa una scorta di provviste (che occorre sperare che sia sufficiente), una, tre o cinque persone possono stringersi nello spazio restante. Ogni nave ha anche un modulo di atterraggio, per visitare un pianeta nel caso in cui venga trovato.
Il protagonista, Robinette (Bob) Broadhead, è un minatore che ha vinto a una lotteria; il premio non è sufficiente a vivere di rendita, ma basta per abbandonare la Terra ormai sovraffollata con un biglietto di sola andata per Gateway. Una volta arrivato, pospone il più possibile la sua missione, finché comincia a finire i soldi. Sebbene terrorizzato, compie tre viaggi. Il primo è inutile. Il parziale successo del secondo è compensato negativamente dal fatto che distrugge la nave. Al terzo viaggio, la società che gestisce Gateway vuole tentare qualcosa di nuovo: inviare due navi da cinque, una leggermente dietro all'altra, alla stessa destinazione. Bob decide di partecipare, insieme a Gelle-Klara Moynlin, una donna che ha conosciuto a Gateway e di cui si è innamorato. A fine viaggio, scoprono con orrore di essere giunti in prossimità dell’orizzonte degli eventi di un buco nero, senza abbastanza energia per fuggire dalla sua morsa gravitazionale.
Uno dei presenti escogita un piano disperato: collegando insieme le due navi e stringendosi tutti in una soltanto, facendo esplodere i moduli di atterraggio collegati, si può far sì che una nave venga spinta verso il buco nero e l'altra raggiunga la velocità di fuga. Mentre lavora freneticamente per trasferire l'attrezzatura non necessaria per far posto per tutti, Bob si ritrova da solo nella nave sbagliata quando scade il tempo utile. Decide di sacrificarsi e sigilla il portello tra le due navi. Fortunatamente o no, la sua nave è quella che riesce a scappare, lasciando tutti gli altri nell'orbita del buco nero.
Bob ritorna a Gateway e diviene molto ricco, anche perché riceve l'intero premio destinato a tutto il gruppo. Angosciato da un estremo senso di colpa per essere sopravvissuto abbandonando i suoi compagni, specialmente Klara, entra in terapia con un programma psicologico di intelligenza artificiale che chiama "Sigfrid von Shrink". Solo dopo aver ripercorso tutta la vicenda, Bob affronta la vera origine della sua sofferenza: per la dilatazione temporale dovuta alla singolarità gravitazionale del buco nero, i suoi compagni sono ancora vivi (“per loro il tempo si è fermato”). Il pensiero con cui Bob deve imparare a convivere è che, durante tutta la sua esistenza sulla Terra, Klara vivrà sempre un unico momento, quello nel quale lui l’ha abbandonata.