Grande Moschea di Cordova
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Coordinate: La Grande Moschea di Cordova (oggi cattedrale della diocesi di Cordova) è uno dei principali monumenti dell'Islam e dell'architettura gotica e rinascimentale dell'Andalusia. È con l'Alhambra di Granada la più prestigiosa testimonianza della presenza islamica in Spagna dal VIII secolo al XIII secolo.
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[modifica] Descrizione
La moschea si trova sul sito della chiesa visigota di San Vincenzo, non lontana dal Guadalquivir. Quando i musulmani si stabilirono a Cordoba nel 711 la chiesa fu inizialmente suddivisa e utilizzata contemporaneamente da musulmani e cristiani. Successivamente l'emiro Abd al-Rahmān I fece demolire l'edificio cristiano e intraprese la costruzione della Grande Moschea. Essa fu ingrandita tre volte dai suoi successori, finendo per coprire 23.000 m2 e diventare la più grande moschea del mondo dopo quella di Sāmarrāʾ.
Si presenta al giorno d'oggi con la forma di un grande quadrilatero di circa 180 m di lunghezza per 130 m di larghezza, con 19 navate e 856 colonne sormontate da da capitelli in stili diversi. Sulle colonne si appoggiano delle arcate doppie in mattoni e pietra bianca (sovrapposte l'una sull'altra con uno spazio intermedio) che permettono di avere un soffitto molto alto e donano all'edificio un'impressione di leggerezza. Il miḥrāb non è orientato verso la Ka'ba della Mecca ma verso sud.
[modifica] Storia della moschea
L'edificio iniziale, cominciato nel 785 da ʿAbd al-Raḥmān I, comprendeva un cortile quadrato (il patio de los naranjos) circondato da un muro di cinta sul quale si apriva in tutto il suo splendore la sala di preghiera, di forma rettangolare, composta da undici navate, ciascuna avente dodici arcate, disposte di fronte al cortile. Le navate erano separate da eleganti colonne di marmo di diversa provenienza (tra cui edifici romani a Cordova e la preesistente chiesa visigota).
Accanto al muro di cinta, sul lato opposto della sala di preghiera, si trova il minareto. Hishām I fece realizzare parecchie ristrutturazioni interne: le gallerie destinate alle donne che venivano a pregare e una vasca per le abluzioni. La lunghezza delle arcate fu successivamente raddoppiata da ʿAbd al-Raḥmān II nel 848 e allungata un'ultima volta da al-Ḥakam II nel 961. In entrambi i casi l'allungamento delle navate avvenne sul lato opposto all'entrata principale e per questo motivo il miḥrāb, anch'esso collocato sul quel lato, dovette essere ogni volta ricostruito. Quello attuale, montato con l'aiuto di artisti bizantini, è un'enorme cupola monolitica in marmo bianco superbamente decorato.
Nel 987 Almanzor volle aumentare ancora la superficie della sala, ma la vicinanza al fiume impedì il proseguimento dell'allungamento delle undici campate nella stessa direzione. Vennero pertanto aggiunte otto arcate supplementari sul lato est dell'edificio (quasi raddoppiandone l'estensione) e il mihrāb fu collocato in una posizione centrale. In quel momento la moschea contava 1293 colonne.
[modifica] La cattedrale
Quando Cordova fu conquistata dai cristiani, nel 1236, la moschea fu convertita in una cattedrale. L'apertura tra il cortile e la sala di preghiera fu murata, conservando una sola porta d'entrata (la Puerta de las Palmas). Inoltre vennero abbattute alcune file di colonne per lasciar libero lo spazio per la Cappella Reale decorata con stucchi mudejar.
Nel XVI secolo il clero di Cordova decise di dotare la città di un edificio molto più sontuoso e alla moda del tempo. Il progetto consisteva nella demolizione di una parte importante del centro dell'edificio, rompendo la prospettiva della foresta di colonne, e l'inserimento al suo posto di una cattedrale cristiana. Di per sé la cattedrale è una meraviglia architettonica che fonde gli stili gotico, rinascimentale e barocco con magnifiche decorazioni, ma può far rimpiangere che abbia perduto unitarietà l'eccezionale edificio costruito originariamente dai musulmani.
Il progetto fu inizialmente contrastato e oggetto di forti polemiche e soltanto dopo l'intercessione dell'imperatore Carlo V ne fu avviata la costruzione. È però riportato da J. B. Alderete che lo stesso Carlo V successivamente disse: avete distrutto una cosa unica al mondo e avete messo al suo posto qualcosa che si può vedere dappertutto. Fu probabilmente grazie all'inserimento della cappella cristiana che il monumento poté sostanzialmente salvarsi dalla furia devastatrice della Chiesa e della nobiltà spagnola, ferocemente ostili al ricordo sia pur minimo di una presenza che aveva per secoli schiacciato la Cristianità iberica in una condizione di grande precarietà culturale.
[modifica] Galleria di foto
Il Mihrab |
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La torre del Alminar (dall'arabo al-manār ), ossia del minareto |
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Il Guadalquivir, il ponte romano e la grande moschea |