Giuseppe Baretti
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Giuseppe Marc'Antonio Baretti, noto comunemente come Giuseppe Baretti (Torino, 24 aprile 1719 – Londra, 5 maggio 1789), è stato uno scrittore, critico letterario, drammaturgo, linguista e traduttore italiano.
A sedici anni lavora già come impiegato in un'azienda commerciale.
La sua carriera letteraria comincia con la traduzione delle opere di Pierre Corneille. Poi viaggia a lungo, prima a Londra (ove è poeta dell'Opera Italiana e compone due intermezzi: il Don Chisciotte in Venezia e La Filippa trionfante) e dopo in Portogallo, Francia e Spagna. Di questo peregrinare scrive ampi e vivaci resoconti, in forma di lettere ai tre fratelli.
Tornato in Italia, avvia nel 1763 la pubblicazione, con lo pseudonimo "Aristarco Scannabue", della rivista Frusta letteraria, destinata ad essere proibita dal governo veneziano dopo appena due anni, per i roventi attacchi a Padre Appiano Buonafede.
Ritornato a Londra, vi rimase sino al 1789, anno della sua morte. Qui ottenne un posto come segretario della Royal Academy, stringendo amicizia con personalità come Samuel Johnson, Sir Joshua Reynolds, Oliver Goldsmith, Edmund Burke e David Garrick.
Fu anche un frequentatore del salotto di Hester Thrale ed il suo nome ricorre frequentemente nei diari di James Boswell. Nel 1769 Baretti fu processato per omicidio, avendo accidentelmente colpito a morte con uno stiletto un malvivente che lo aveva assalito per strada. Johnson, Reynolds ed altre importanti personaggi resero testimonianza in suo favore ed il processo si concluse con la completa assoluzione di Baretti.
Spirito irriverente e ribelle, Baretti fa della sua Frusta letteraria un'efficace ed estrosa arma polemica contro la stucchevole poesia bucolica, l'erudizione accademica, il bigottismo religioso. Nonostante questa sua veemente vena polemica anticonformista, non riesce a entrare in sintonia con lo spirito dei nuovi tempi, che sono i tempi dell'Illuminismo.
Resta lontano da personaggi quali Pietro Verri e Cesare Beccaria, e si lancia in feroci critiche contro Carlo Goldoni, cui contrappone Molière, Carlo Gozzi e Pietro Metastasio (il suo modello insuperabile di poeta raffinato, aristocratico e moralmente edificante).
Baretti resta vincolato a una cultura classica e razionalista e ad una lingua non contaminata dal rispecchiamento della realtà sociale. Non a caso riscopre e ripropone alla lettura la Vita di Benvenuto Cellini, di cui loda la scrittura viva e pittoresca.
L'estraneità alle correnti più innovatrici della sua epoca, non impedisce di riconoscere nel Baretti uno straordinario polemista, uno scrittore di vaglia, un grande narratore di viaggi e, soprattutto, un testimone straordinario dei suoi tempi.
E sono i motivi per cui Piero Gobetti chiamerà Il Baretti la sua rivista di critica letteraria, fondata nel 1924.
Tra le altre opere del Baretti ricordiamo il Dictionary of English and Italian Languages, nel quale egli compie un robusto lavoro di aggiornamento e correzione di un vocabolario preesistente, e l’acuto Discours sur Shakespeare et sur Monsieur de Voltaire. In questo saggio, scritto in francese e poi tradotto, il critico difende Shakespeare dalle accuse scandalizzate di Voltaire e dei classicisti francesi, ed esalta in lui l’“irregolarità” e la forza drammatica delle passioni, segni, a suo giudizio, di quel “genio inventivo” che si manifesta spontaneo nei veri artisti e che non ha bisogno di sostegni culturali. È interessante notare come la posizione del Baretti anticipi le teorie romantiche sull’“artista genio”.
[modifica] Bibliografia
- Bartolo Anglani, Il mestiere della metafora: Giuseppe Baretti intellettuale e scrittore, Modena, Mucchi, 1997 (Studi e documenti / Centro nazionale di studi alfieriani; 11)
- Maria Luisa Astaldi, Baretti, Milano, Rizzoli, 1977 (Gli italiani)
- Giuseppe Baretti, Dei modi e costumi d'Italia; prefazione di Michele Mari; traduzione e commento a cura di Matteo Ubezio, Torino, Aragno, 2003 (Tit. orig.: Account of the manners and customs of Italy)
- La frusta letteraria; a cura di Ferdinando Giannessi, Treviso, Canova, 1974 (Le riviste dell'Italia moderna e contemporanea; 2)
- Giuseppe Baretti, Opere; a cura di Franco Fido, Milano, Rizzoli, 1967 (Classici Rizzoli). Contiene: Prefazione alle tragedie di P. Cornelio; Primo cicalamento; Dalle piacevoli poesie; Dalle lettere familiari a suoi tre fratelli; Dalla frusta letteraria; Dall'account of Italy; Dal Journey from London to Genoa; Prefazione alle opere di N. Macchiavelli; Discours sur Shakespeare; Dalla scelta di lettere familiari; Dall'epistolario.
[modifica] Collegamenti esterni
- Epistolario, La frusta letteraria, La scelta delle lettere familiari e Prefazioni e polemiche, testi integrali in più volumi dalla collana digitalizzata "Scrittori d'Italia" Laterza
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