Cinema digitale
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Con cinema digitale, o D-Cinema (contrazione di Digital Cinema), ci si riferisce all’uso nel cinema della tecnologia elettronica digitale per la distribuzione e quindi la proiezione. I film che utilizzano questo metodo non si servono della classica pellicola di celluloide per registrare il flusso audiovisivo, bensì si servono di telecamere che codificano il segnale audiovisivo analogico in un insieme discreto di dati (digitalizzazione). La registrazione e archiviazione su supporto digitale permette inoltre di migliorare tutto il processo di post-produzione come il montaggio, la riproduzione e la distribuzione. Tuttavia, anche se un film viene interamente registrato e montato in digitale, spesso necessita una riconversione su pellicola analogica per permettere di essere proiettato nelle sale cinematografiche che ancora utilizzano il classico proiettore. Nell'accezione di "cinema digitale" può rientrare anche quel film che, girato su pellicola, impiega una gran quantità di tecnologie digitali, sia durante le riprese (virtual set, motion capture) sia in post-produzione (effetti speciali digitali, motion graphics ecc.).
Anche se non del tutto correttamente, negli ultimi dieci anni una generica definizione di "cinema digitale" è stata spesso applicata al cinema di animazione. In questo senso le principali correnti artistiche del cinema digitale possono considerarsi due, quelle di scuola asiatica (a partire da Hayao Miyazaki) e quella statunitense figlia soprattutto delle tecnologie Dreamworks e Pixar.
In Italia la Kinoglaz01 (www.kinoglaz01.net) ha avviato un'azione di ricerca sul cinema digitale attraverso la pubblicazione di una rivista bimestrale di critica e un'attività di produzione e distribuzione di audiovisivi.