Basilica di San Francesco di Paola (Napoli)
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La basilica di San Francesco di Paola è una tra le più caratteristiche e celebri chiese di Napoli.
È situata al centro del lato curvo di piazza del Plebiscito, davanti al Palazzo Reale.
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[modifica] Storia
Nel 1809 Gioacchino Murat ordinò la demolizione degli antichi conventi del "Largo di Palazzo", attuale piazza del Plebiscito, e bandì un pubblico concorso per la realizzazione di una nuova piazza. All'architetto Leopoldo Laperuta fu affidata la costruzione dell' ampio portico a emiciclo sorretto da 38 colonne giganti di ordine dorico; esso doveva fronteggiare Palazzo Reale e rifarsi alla tradizione antica delle piazze porticate, luogo delle attività politiche, economiche, sociali e culturali della città.
Nel 1815 il re Ferdinando I delle Due Sicilie decise l'edificazione della basilica come ringraziamento a san Francesco di Paola per la riconquista del regno: nel 1817 fu indetto un nuovo concorso, che fu vinto dall'architetto svizzero Pietro Bianchi, il quale mostrò nella realizzazione della nuova chiesa grandi qualità ingegneristiche, attestate dalla solidità dell'opera e dall'intelligenza delle soluzioni tecniche [1] .
I lavori furono ultimati nel 1824, ma solo nel 1836 la chiesa venne inaugurata da papa Gregorio XVI, che le conferì il titolo di basilica, la rese indipendente dalla curia arcivescovile di Napoli e concesse il privilegio ai suoi ministri di officiare con l'altare rivolto verso i fedeli.
[modifica] Esterno
La chiesa per la sua forma circolare ricorda il Pantheon di Roma. La facciata è preceduta da un pronao retto da sei colonne di ordine ionico, che regge un architrave sul quale è scolpita la dedica «D.O.M.D. FRANCISCO DE PAULA FERDINANDUS EX VOTO A MDCCCXVI».
Il pronao è sormontato da un timpano classicheggiante ai cui vertici sono collocate le statue raffiguranti la Religione, tra San Francesco di Paola a sinistra, titolare della chiesa, e San Ferdinando, a destra, in onore del re Ferdinando. Il pronao è accessibile sia dal porticato, che dalla scalinata che sale dalla piazza. Nel porticato si trovano le statue delle quattro virtù cardinali e delle tre virtù teologali, mentre ai lati della scalinata avrebbero dovuto essere collocate due statue raffiguranti la Pietà e la Costanza, che simboleggiavano le virtù manifestate dal re e da Ferrante d'Aragona: al loro posto si decise invece di collocare le due statue equestri nella piazza, raffiguranti il re Ferdinando (opera di Antonio Canova) e il padre, Carlo III di Spagna (opera di Antonio Calì).
La chiesa è sormontata da tre cupole: quella centrale, alta 53 metri, è stata costruita su un alto ed ampio tamburo.
[modifica] Interno
Si entra in un atrio, fiancheggiato da due cappelle; in quella a destra vi è un'opera giovanile di Luca Giordano, con Sant'Onofrio Orante.
Al centro la rotonda, dal diametro di 34 m, è coperta dalla cupola sorretta da 34 colonne di ordine corinzio alte 11 m e con fusti in marmo di Mondragone alternate ad altrettanti pilastri.
Sopra il colonnato vi sono le tribune di corte e lungo le pareti, da destra, otto statue: San Giovanni Crisostomo opera di Gennaro Calì, Sant'Ambrogio di Tito Angelini, San Luca di Antonio Calì, San Matteo, di Carlo Finelli, San Giovanni Evangelista, di Pietro Tenerani, San Marco di Giuseppe de Fabris, Sant'Agostino di Tommaso Arnaud e Sant'Attanasio di Angelo Solani.
Agli altari delle cappelle si trovano, da destra, i seguenti dipinti: San Nicola da Tolentino e San Francesco di Paola che riceve da un angelo lo stemma della carità, di Nicola Carta, l'Ultima comunione di San Ferdinando di Castiglia di Pietro Benvenuti, il Transito di San Giuseppe di Camillo Gerra, l'Immacolata e morte di Sant'Andrea Avellino di Tommaso de Vivo.
Di fronte all'ingresso, l'altare maggiore, opera di Anselmo Cangiano del 1641, qui trasferito nel 1835 dalla chiesa dei Santi Apostoli, ricco di lapislazzuli e di pietre preziose. Ai lati due Angeli Teofori in cartapesta dorata.
Nell'abside San Francesco di Paola resuscita un morto, tela di Vincenzo Camuccini. Nella sagrestia, l'Immacolata di Gaspare Landi e la Circoncisione di Antonio Campi.
[modifica] Voci correlate
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