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Atari - Wikipedia

Atari

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Atari, Inc.
Logo
[[Immagine:{{{foto}}}|200x200px]]
Tipologia Privata
Borse valori

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Fondazione 1972

Fondata da

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Chiusa

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Sede legale

New York

Gruppo {{{gruppo}}}
Filiali

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Persone chiave

Bruno Bonnell, Chairman, CEO e Chief Creative Officer
Diane Price Baker, Executive Vice President e Chief Financial Officer

Settore

Computer e videogiochi

Prodotti

Dragon Ball franchise
Driver franchise

Fatturato

Immagine:red_down.png$468,9 milioni di dollari (2004)

Margine d'intermed.

Risultato operativo

Utile netto

Dipendenti 1800 (2005)
Slogan {{{slogan}}}
Note {{{note}}}
Sito web www.atari.com http://www.atari.com/ www.atari.com

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Progetto Economia

Atari, Inc. (NASDAQ: ATAR) è una sussidiaria posseduta in maggioranza da Infogrames Entertainment SA (IESA), comprendente le sue operazioni per il Nord America. Atari sviluppa, pubblica e distribuisce giochi per tutte le maggiori console di videogiochi e personal computer, ed è una delle più grandi case di pubblicazione di videogiochi negli Stati Uniti.

La compagnia che attualmente porta il nome Atari fu fondata nel 1993 sotto il nome GT Interactive. GT Interactive fu acquisita dall'IESA nel 1999 e rinominata Infogrames, Inc. Infogrames acquisisce il marchio Atari dall'acquisto di Hasbro Interactive, che a sua volta l'ha preso da JTS Corporation, che si era fusa con l'originale Atari nel 1996. Infogrames, Inc. usò sporadicamente il nome Atari come marca commerciale per titoli selezionati prima che l'IESA cambiò ufficialmente il nome dell'azienda subordinata in Atari, Inc. nel 2003.

La originale Atari era una pioniera nei giochi arcade, nelle console domestiche, e nei personal computer, e il suo dominio in quelle aree la resero La più grande forza nell'industria dell'intrattenimento elettronico dagli inizi fino alla metà degli anni ottanta. Il marchio è stato anche usato varie volte dalla Atari Games, una differente compagnia che si è staccata nel 1984.

Indice

[modifica] Storia

Original Atari logo

Sin dai primi tempi delle macchine a gettone, l'Atari è stata responsabile del successo delle console domestiche come l'Atari 2600 (VCS); ha prodotto una serie di computer a otto bit (Atari 400 & 800); ha preso parte alla rivoluzione dei computer a 16 bit con l'Atari ST; ha costruito la rivoluzionaria (per i suoi tempi) console Atari Jaguar a 64-bit; ed ha lanciato una console portatile, la Atari Lynx, prima console portatile a colori.

[modifica] Gli anni settanta: L'ascesa di un impero dei videogiochi

Una console Atari 2600
Una console Atari 2600

Fondata negli Stati Uniti nel 1972 da Nolan Bushnell e Ted Dabney, all'Atari si può attribuire l'inizio dell'industria videoludica con il seme Pong. La versione domestica di Pong, che si connetteva ad un televisore, fu una delle prime console.

Atari Inc. fu originariamente chiamata Syzygy, un termine astronomico. Tuttavia, poiché esisteva almeno una compagnia con quel nome (si dice fosse stata una ditta produttrice di candele o di tetti), Bushnell elencò diverse parole del Go, scegliendo Atari, che è spesso tradotta come "informare un giocatore avversario che è in pericolo",[1] ma in realtà significa solo "[questa particolare pietra] può essere presa dall'avversario"; se detto all'avversario è unicamente una cortesia data, non equivale a "scacco!", che rappresenta una seria minaccia al Re negli scacchi. Il Go non ha questo pezzo. Il nome "Atari" è probabilmente anche più facile da scandire e pronunciare per molti mercati.

Bushnell vendette Atari alla Warner Communications nel 1976 per circa 28-32 milioni di dollari, usando parte del denaro per comprare la Folgers Mansion. Ha lasciato la divisione nel 1979. Durante il periodo della Warner, Atari raggiunse il suo più grande successo, vendendo milioni di console Atari 2600. Al suo apice, Atari contribuiva per un terzo alle entrate annuali della Warner e divenne la compagnia con lo sviluppo più veloce nella storia degli Stati Uniti (all'epoca).

[modifica] Gli anni ottanta: Ostacoli innanzi

Sebbene la Atari 2600 si fosse garantito la parte del leone sul mercato dei video giochi da casa, sperimentò la sua prima dura competizione nel 1980 dall' Intellivision di Mattel, pubblicizzato per le sue capacità grafiche superiori rispetto al 2600. Ciononostante, il 2600 rimase lo standard industriale, grazie alla superiorità sul mercato e all'Atari, caratterizzata dalla (notevolmente) più grande varietà di giochi disponibili.

Tuttavia, Atari incontrò dei problemi agli inizi degli anni ottanta. Le sue divisioni per home computer, console, e giochi arcade operavano indipendentemente e raramente cooperavano. Davanti ad una forte competizione e alla guerra dei prezzi nel mercato degli home computer e delle console per videogiochi, l'Atari non fu mai capace di proseguire il successo del 2600. Nel 1982, Atari rilasciò deludenti versioni di due giochi altamente pubblicizzati, Pac-Man e E.T., causando un accumulo di invenduti e la caduta dei prezzi. Nel 1982 inoltre, Atari fu coinvolta in un caso giudiziario, perso dopo una sconfitta arrivata nel 1982, con Activision, fondata da dipendenti Atari che la stessa mal pagava, aprendo ufficialmente il 2600 allo sviluppo da parte di terzi. Il mercato si saturò velocemente, abbassando ulteriormente i prezzi. In aggiunta, nel dicembre 1982, i diringenti Atari Ray Kassar e Dennis Groth furono accusati di insider trading (accuse rivelatesi più tardi infondate). Larry Emmons, impiegato N.3, si ritirò nel 1982. Era a capo del settore ricerca e sviluppo del piccolo gruppo di talentuosi ingegneri in Grass Valley, California. La console Atari 5200, rilasciata come un sostituto di nuova generazione al 2600, era basata sui computer Atari 800 (ma era incompatibile con le cartucce di giochi dell'Atari 800), e le sue vendite non soddisfarono mai le aspettative della compagnia. Secondo alcune voci, a metà strada tra realtà e leggenda metropolitana, sembra che nel 1983, in risposta ad un massiccio numero di ordinazioni tornate indietro dai distributori, Atari interrò milioni di cartucce invendute (la maggior parte di esse consistenti in Pac-Man e E.T. the Extra-Terrestrial) in una discarica del deserto del New Mexico.[2] Howard Scott Warshaw (il programmatore di E.T., Yars' Revenge, Raiders of the Lost Ark, e Saboteur) mette in dubbio l'accuratezza di questa leggenda metropolitana.[3]

Tuttavia, Atari continuava ad avere una posizione formidabile nel mercato mondiale dei videogame. Era la prima produttrice di console in ogni mercato escluso il Giappone, il cui leader di mercato era Nintendo, che aveva rilasciato la sua prima console da gioco, il Famicom, abbreviazione di "FAMIly COMputer" (meglio nota al resto del mondo come NES) nel 1983. Il NES provocò un terremoto in Giappone, e Nintendo comiciò a guardare ad altri mercati. Avvicinarono Atari e proposero un accordo di licenza: Atari avrebbe prodotto e venduto il sistema, pagando a Nintendo una royalty. L'affare era in corso, e le due compagnie decisero di firmare l'accordo nell'estate del 1983 in occasione del CES. Sfortunatamente, nella stessa occasione Coleco presentava il suo nuovo Adam computer, e l'unità display stava mostrando Donkey Kong della Nintendo. Ma l'Atari possedeva i diritti di pubblicazione su Donkey Kong per computer. Il CEO di Atari Ray Kassar si infuriò, accusando la Nintendo di fare il doppio gioco con la licenza di Donkey Kong. Nintendo attaccò a sua volta la Coleco. Il mese successivo, Ray Kassar fu costretti a lasciare l'Atari, e i dirigenti occupati nell'affare Famicon furono costretti a ricominciare tutto da capo.

Tali problemi furono seguiti dal malfamato crack dei video giochi del 1983, che causò perdite per più di 500 milioni di dollari. Il prezzo di mercato di Warner cadde da $60 a $20, e la compagnia iniziò a cercare un compratore per la sua problematica divisione. Per quanto riguarda la Nintendo, Atari non poteva più permettersi l'affare Famicom, e alla fine la Nintendo fu costretta a andare avanti da sola.

Nel luglio 1984, Warner vendette le divisioni home computing e game console di Atari a Jack Tramiel, il recentemente allontanato fondatore della Commodore International, concorrente dell'Atari, sotto il nome Atari Corp. per $240 milioni in stock della nuova compagnia. Warner mantenne la divisione arcade, proseguendo sotto il nome Atari Games e alla fine vendendola a Namco nel 1985. Warner vendette anche la neonata Ataritel a Mitsubishi.

Sotto la guida di Tramiel, Atari Corp. usò il rimanente stock dell'inventario delle console per mantenere a galla la compagnia mentre completavano lo sviluppo del loro computer a 16-bit, l' Atari ST. Nel 1985 rilasciarono l'aggiornamento della loro linea di computer a 8-bit computer, la serie Atari XE, insieme alla linea Atari ST. Poi, nel 1986, Atari si lanciò sulle console progettate sotto Warner Atari - Atari 2600jr e Atari 7800 console (che vide un limitato numero di rilasci nel 1984). Atari si riprese, realizzando un profitto di $25 milioni quell'anno. La linea Atari ST ebbe molto successo (soprattutto in Europa, non tanto negli U.S.A.), vendendo alla fine più di 4 milioni di unità. Era specialmente popolare tra i musicisti, poiché aveva delle porte MIDI incluse. Nonostante questo, il suo concorrente più prossimo nel mercato, l'Amiga, superò le sue vendite per 1,5 a 1. Atari alla fine rilasciò una linea di IBM PC compatibili insieme a un computer palmare compatibile MS-DOS chiamato l'Atari Portfolio.

Nel 1989, Atari rilasciò inoltre l'Atari Lynx, una console portatile con grafica a colori, molto apprezzata. Tuttavia, una carenza di parti impedirono al sistema di essere rilasciato in tutta la nazione per il Natale 1989. Come risultato il Lynx cedette la sua fetta di mercato al Game Boy Nintendo, che aveva solo un display in bianco e nero ma era largamente disponibile. Anche nel 1989, Atari Corp. accusò Nintendo per $250 milioni, per un monopolio illegale. Atari perse. I principali difetti imputati al Lynx da parte dei sostenitori del rivale erano l'ingombro, il peso e soprattutto la durata delle batterie. Per contro, nonostante avesse un hardware notevolmente superiore ai due concorrenti (il già citato Game Boy e il Game Gear della Sega), incontrò poca fiducia da parte degli sviluppatori ed uscirono un numero limitato di titoli rispetto alle console rivali.

[modifica] Gli anni novanta: Il Declino

Via via che la fortuna degli ST e dei PC compatibili Atari decadeva, le console e il software tornarono a essere il principale obiettivo della compagnia. Nel 1993, Atari rilasciò la sua ultima console, l' Atari Jaguar. Dopo un periodo di successo iniziale, nemmeno questo soddisfò le aspettative. La sua potenza non poteva reggere il confronto con la Playstation della Sony Computer Entertainment o con il Saturn della Sega e mancavo del grande supporto da parte di terze parti che i suoi competitori giapponesi si erano facilmente assicurati per le loro console.

Dal 1996, una serie di processi riusciti seguita da validi investimenti ha lasciato Atari con milioni di dollari in banca, ma il fallimento del Lynx e del Jaguar ha lasciato Atari senza prodotti da vendere. In aggiunta, Tramiel e la sua famiglia ne volevano uscire. Il risultato fu una rapida successione di cambi di proprietari. Nel luglio 1996, Atari si fuse con JTS Inc., un fabbricante di dischi rigidi di breve vita, per formare la JTS Corp. Il ruolo di Atari nella nuova compagnia divenne principalmente il controllo delle proprietà dell'Atari e un minimo supporto, di conseguenza il nome scomparì largamente dal mercato.

Sebbene l'Atari originale cessò di esistere, continuò una buona fetta di sviluppo sottorraneo per i sistemi di gioco e computer Atari degli anni settanta e ottanta, e molti delle convention sul retro-gaming (come World Of Atari, Classic Gaming Expo, Philly Classic, e Midwest Gaming Classic), si incentrano molto sull'Atari. Ci sono anche siti web dedicati alle release di nuovi prodotti per le console e i computer originali Atari, come AtariAge.Com. Il VCS, la console di maggior successo, è tuttora nei cuori di milioni di appassionati nel mondo.

Nel frattempo, Atari Games era stata acquistata dai suoi impiegati nel 1986, che fondarono anche Tengen per portare i loro giochi arcade in casa. La nuova Time Warner alla fine cominciò a raccogliere sempre più azioni della compagnia, finché alla fine non possedettero di nuovo completamente la compagnia nel 1994. A quel punto Atari Games cessò di esistere e divenne parte di Time-Warner Interactive. Dal 1996, Time-Warner vendette TWI a WMS Industries, Inc., che possedeva Midway all'epoca. WMS portò le proprità sotto Midway (che ora è chiamata Midway Games Inc.), e dichiarò nuovamente il nome Atari Games. Nel 1998, Midway fu venduta ai suoi azionisti e ne uscì come una compagnia separata. Tra il 1999 e il 2000, Midway mantenne una causa a porte chiuse con Hasbro che alla fine portò alla rinominazione di Atari Games in Midway Games West. Midway abbandonò l'industria dei giochi nel 2001, e chiuse Midway Games West nel 2003 - chiudendo il capitolo su ciò che rimaneva della sezione giochi arcade orginale dell'Atari.

Nel marzo 1998, JTS vendette i diritti sul nome Atari alla Hasbro Interactive per 5 milioni di dollari; meno di un quinto di ciò che Warner Communications aveva pagato 22 anni prima. Tale transazione riguardava in primo luogo la marca e la proprietà intellettuale, che ora cadeva sotto la divisione Atari Interactive di Hasbro Interactive. Il nome della marca cambiò proprietario di nuovo nel dicembre 2000, quando l' editrice di software francese Infogrames scalò Hasbro Interactive.

[modifica] Gli anni 2000: il riaffacciarsi dei classici Atari

Nell'ottobre 2001, Infogrames ha annunciato che avrebbe "reinventato" il marchio Atari con il lancio di tre nuovi giochi. Il 7 maggio 2003, Infogrames ha ufficialmente riorganizzato le sue sussidiarie USA come un'entità separata nota come Atari, Inc., ha rinominato le sue sedi operative europee in Atari Europe, e mantenuta la holding principale con il nome di Infogrames Entertainment.

Nel 2002 preso piede la moda dei TV game, una compagnia di giocattoli americana, Jakks Pacific, ha commercializzato una console plug-and-play chiamata Atari 10-in-1 TV Game, che molti credevano avrebbe alzato l'interesse verso i classici Atari. Dotata di porte A/V, funziona a batterie, non richiede l'uso di cartuccie per via dei giochi memorizzati al suo interno, e ha la stessa forma di un joystick per Atari 2600. Nel 2004, la stessa compagnia ideò anche gli Atari Paddle Games, altro TV game questa volta dedicato ai giochi che richiedevano l'uso dei "paddle", ovvero dei controlli a potenziometro.

Come affermato, nessuno dei giochi erano rilasciati direttamente da Atari: tuttavia, sempre nel 2004, Atari Inc. commercializzò un suo TV game: l'Atari Flashback. Il prodotto richiamava l'aspetto estetico di un Atari 7800 miniaturizzato, era dotato di due joystick rimpiccioliti e simili a quelli del 7800 e di venti videogiochi inseriti nel sistema. Al contrario degli altri apparecchi simili, il Flashback non usava batterie per l'alimentazione, bensì un adattatore AC incluso. Il Flashback vendette piuttosto bene, ma incontrò le critiche di molti appassionati delle console Atari, che arguivano come il dispositivo fosse troppo piccolo, poco robusto e dotato di joystick peggiori rispetto agli originali dell'Atari 7800. Inoltre, essendo il sistema basato su una base hardware diversa NES anziché su un Atari 7800, alcuni giochi non ricreavano alla perfezione il sonoro, la grafica o altri particolari degli originali. Per questo molti ritennero che il Flashback non riproponesse la vera esperienza Atari.

Per incontrare quindi le richieste degli appassionati, Atari nell'agosto 2005 ha quindi commercializzato una nuova console, l'Atari Flashback 2, che ricrea l'aspetto di un Atari VCS ed è basato sullo stesso hardware miniaturizzato in un unico chip. La console è dotata di due controller pressoché identici agli originali per Atari 2600 ed è dotata di 40 giochi memorizzati nel firmware, di cui 7 sono inediti. Con una facile modifica è possibile installarle una porta per le cartucce del 2600, in modo che si possa giocare ai vecchi giochi eventualmente posseduti.

Nel 2007 la società affronta diversi problemi finanziari culminati con un passivo di dodici milioni di dollari che spingono l'amministratore delegato David Pierce a dimettersi nell'ottobre dello stesso anno. Il nuovo amministratore delegato ad interim Curtis G. Solsvig III decide di abbandonare la produzione interna di videogiochi concentrandosi sulla commercializzazione di prodotti sviluppati da studi terzi. Al fine di recuperare liquidità la società ha concesso alla società Lyon di sfruttare il marchio Test Drive per cinque milioni di dollari.[4]

[modifica] Principali prodotti

[modifica] Storici

[modifica] Attuali

[modifica] Voci correlate

[modifica] Note

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

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