Alexander (film)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Alexander | |
Titolo originale: | Alexander |
Paese: | Stati Uniti d'America |
Anno: | 2004 |
Durata: | 173' |
Colore: | colore |
Audio: | sonoro |
Rapporto: | 2,35:1 |
Genere: | biografico |
Regia: | Oliver Stone |
Soggetto: | Oliver Stone, Christopher Kyle, Laeta Kalogridis |
Sceneggiatura: | Oliver Stone, Christopher Kyle, Laeta Kalogridis |
Fotografia: | Rodrigo Prieto |
Montaggio: | Yann Hervé, Gladys Joujou, Alex Marquez, Thomas Nordberg |
Effetti speciali: | Terence Cox, Jason McCameron, Trevor Wood |
Musiche: | Vangelis |
Scenografia: | Jan Roelfs |
Si invita a seguire le linee guida del Progetto Film |
Alexander è un film storico del 2004 diretto da Oliver Stone.
Narra la storia di Alessandro Magno, delle sue conquiste e del suo dominio sulla Macedonia. Il film negli Stati Uniti è stato oggetto di pesanti attacchi da parte degli integralisti cristiani per come tratta il tema dell'omosessualità del condottiero macedone. Il regista è stato addirittura messo sotto assedio da legali greci che lo accusavano di ledere e infamare l'immagine di un eroe nazionale. A prescindere dalla scelta di Oliver Stone di lasciar calare l'accento sulla relazione intercorrente tra Alessandro e il suo amico di infanzia e compagno d'armi Efestione, sarebbe fondamentale esaminare altri aspetti del film.
Indice |
[modifica] Trama
La storia inizia a Babilonia nel 323 A.C. con l'agonia di un re, anche se non si spiega chi sia. Egli muore lasciando cadere, dal suo letto, un anello. Poi le immagini si spostano nell'Alessandria di circa 40 anni dopo. Tolomeo, ora faraone d'Egitto, ricorda alla sua corte, dettando le sue parole allo scriba, la storia di Alessandro, il grande re, ora odiato da alcuni, anche chiamato tiranno: ma che ne sanno i ragazzi d'oggi, dice Tolomeo, di quello che significava essere a suo fianco a Gaugamela? Nessun tiranno, continua, ha mai dato tanto agli altri come lui. E ancora, 'Egli era come Prometeo, che è sempre stato amico dell'uomo'.
Parla allora del ragazzo che crebbe a Pella, come figlio di Olimpiade e di Filippo, anche se non v'era uomo che vedendoli insieme, 'non s'interrogasse' sulla loro reale discendenza. Olimpiade lo tiene, da bambino, nella sua stanza come i suoi numerosi serpenti, e lo chiamava 'il mio piccolo Achille'. Gli insegna a trattare gli uomini come lei tratta i serpenti: se non fa attenzione gli si possono rivoltare contro e morderlo. Alessandro ad un certo punto assiste anche ad una lite tremenda tra la madre e Filippo, il marito, che era appena tornato dalla sua ultima campagna di guerra.
Poi la scena cambia, Alessandro cresce e viene preparato alla lotta, assieme ad Efestione e a tutti gli altri che poi faranno parte della sua vita di condottiero. Egli anche diventa capace, in una memorabile giornata, di addomesticare il cavallo che condividerà la sua carriera di conquistatore: Bucefalo. Filippo ne è orgoglioso.
Alessandro viene istruito sulle tragice sorti degli antichi eroi dal padre in una visita alle catacombe, e sul timore di come la vita possa essere stravolta dagli dèi in ogni momento. Filippo gli dice anche per tutta la tua vita, guardati dalle donne. Sono molto più pericolose degli uomini.
Sempre in quei tempi della sua infanzia, Aristotele a lezione teorizza la conquista del mondo esplorando le terre sconosciute, eppure dice anche ad Alessandro, che si chiede perché non conquistano la Persia, che l'Asia, aspirazione dei greci, è un luogo che fa perdere gli uomini che vi s'addentrano.
8 anni dopo Olimpiade vede la nuova moglie di Filippo arrivare, incinta, al palazzo. Ad Alessandro consiglia di prendere moglie prima di partire per l'Asia, assieme al padre, perché potrebbe avere così un figlio di razza macedone e diventare l'erede al trono, scalzando la concorrenza della prole di Euridice, la nipote di Attalo. Ma Alessandro non l'ascolta perché è innamorato di Efestione.
Al matrimonio di Filippo con Euridice scoppia tuttavia una tremenda lite tra Attalo e Alessandro, come anche tra questi e Filippo, che lo bandisce dal suo regno e nega che sia suo figlio. Il tutto sotto lo sguardo della madre, che osserva silenziosa da una finestra.
All'improvviso tutto cambia, con la morte di Filippo. La storia si sposta direttamente a Gaugamela, accennando appena alla conquista dell'Egitto (e ignorando la battaglia di Isso). Alessandro pone le sue condizioni e spiega il suo audace piano d'attacco ai generali, per la battaglia del mattino dopo: una serie di manovre per raggiungere con la cavalleria il centro dello schieramento e provare ad uccidere Dario, il re nemico. La notte vi è un'eclissi di luna, che tutti interpretano di cattivo auspicio. Ma per chi?
Il giorno dopo, i Macedoni marciano verso il loro destino. Alessandro, dopo aver sacrificato un toro agli dèi, arringa i suoi uomini. Le sarisse vibrano nell'aria e gli scudi vengono percossi ad ogni esclamazione. Alessandro parte alla carica, mentre Dario, considerato mandante dell'assassinio del padre, osserva indifferente, al centro dello schieramento e attorniato dai suoi 10000 immortali.
Il re persiano manda Besso con la cavalleria pesante all'attacco, per circondare Alessandro, mentre fa sparare frecce a nugoli contro la falange in avanzata. Tutto sembra procedere bene, ma i carri da guerra -seguiti dalla fanteria- che avrebbero dovuto dare il colpo di grazia allo schieramento nemico, vengono fermati dalle falangi, che poi continuano nella loro avanzata massacrando i fanti persiani, i quali sono meno organizzati e attaccano in ordine sparso.
Alessandro, con una memorabile cavalcata, elude Besso e nel polverone alzatosi attacca il centro dello schieramento: "ride Macedonians, ride!" urla ai suoi cavalieri. A quel punto, si avvicina molto allo schieramento avversario e quasi resta ucciso dallo scontro con alcuni nemici, salvato solo dai suoi eteri, compagni della cavalleria, come Clito, Efestione e Tolomeo, che smontati da cavallo, lo proteggono da ogni lato.
Alla fine Alessandro raggiunge, in un caos incredibile, il re Dario e mancatolo di poco con un giavellotto lo mette in fuga. L'esercito è in rotta, ma anche l'ala sinistra comandata dal vecchio e saggio Parmenione, quello a cui Alessandro il giorno prima aveva detto "lo farei (ritirarmi) se io fossi Parmenione, ma sono Alessandro e come la Terra non ha due soli, l'Asia non conterrà 2 re", sta cedendo, troppo debole com'è stata lasciata per rinforzare le altre ali dello schieramento (i Persiani, pare, superassero di oltre un chilometro le linee macedoni in estensione del loro esercito).
Alcuni persiani sono arrivati anche alle salmerie. A quel punto Alessandro lascia perdere l'inseguimento e torna indietro a rafforzare l'ala sinistra. La battaglia è vinta. Mentre il sole cade all'orizzonte, Alessandro assiste, in un ospedale da campo improvvisato, alla morte del giovane Glauco, un soldato anonimo che morente, lo invoca, mentre un punteruolo lo colpisce alla nuca, per dargli il colpo di grazia. Alessandro piange alla vista della strage che quel giorno è stata fatta, per sua volontà, con gli avvoltoi implacabili che cominciano il banchetto, e i cui occhi vengono paragonati a quelli del re di Macedonia. A quel punto, con la sua ambizione è diventato, a 25 anni, Re del Mondo.
Dopo la presa di coscienza del senso di quella immensa e sanguinosa battaglia, segue l'entrata a Babilonia, fastosissima e colorata, con i Greci in parata e accolti dalla popolazione festante.
Alessandro intuisce che tutte queste ricchezze porterebbero alla corruzione dell'anima, e ancora di più mentre osserva l'harem di Dario (by the gods what is this? dice Perdicca, una delle sole 2 frasi che pronuncia in tutto il film). Ad un certo punto arriva Statira, la principessa figlia di Dario che implora per la vita sua e della sua famiglia. Alessandro acconsente affinché venga trattata da principessa, come è il suo rango. I suoi generali non sembrano gradire.
In seguito riceve una lettera dalla madre che lo sprona a sposarla e a svegliarsi perché i suoi compagni d'arme potrebbero rivoltarsi come serpenti, contro di lui, in ogni momento. Già vi sono complotti da parte di alcuni di loro, come Antipatro. Olimpiade vorrebbe che lui la invitasse a Babilonia per aiutarlo a mantenere il controllo della situazione.
Alessandro parla con Efestione e gli confida il suo pensiero, alla luce della notte di Babilonia. Lui vorrebbe portare la libertà e la civiltà a tutte le genti del mondo, mentre i suoi generali sono intenti solo ad arricchirsi. Non è più questione di combattere o di conquistare. È un nuovo mondo da costruire. Parmenione gli aveva detto: "questo non era il piano di tuo padre" e Alessandro di rimando "e io non sono mio padre". È chiaro che i suoi compagni non riescono a capire l'idea di Alessandro, sono intenti a placare solo desideri ben più vili. Solo Efestione gli resta vicino. Lui e l'enigmatico Bagoa, "bellissimo" eunuco di corte.
La caccia a Dario prosegue, fino a quando i suoi generali lo uccidono e lo fanno trovare da Alessandro. Ma lui decide di punirli per il tradimento del loro re e continua ad attaccarli. Arriva in Afghanistan orientale, in terre "mitiche" come la Sogdia e la Battria. "I nostri geografi dicono che qui si incontrano l'Asia e l'Europa. In realtà ci eravamo persi", il racconto che fa la voce fuoricampo di Tolomeo.
Alla fine, in visita ad una tribù di montagna decide di sposare Rossane. Questo scatena una discussione micidiale con i suoi generali, per niente contenti di questa scelta. I suoi generali gli chiedono di smetterla di costruire città e strade in Asia. Vogliono tornare a casa. Loro vorrebbero anche "un erede macedone" come gli chiede Parmenione, e non figlio di una barbara. Ma Alessandro impone la sua volontà e se la prende soprattutto con Cassandro, che si crede migliore degli asiatici per pregiudizi ancestrali. Alla fine, dopo 10 anni di suppliche della madre per sposarsi con una macedone, avviene il matrimonio con Rossane, figlia di un capo tribù asiatico. La prima notte di nozze quasi si trasforma in un dramma perché Rossane scopre che Alessandro e Efestione hanno una relazione. Ne segue una battaglia sul letto coniugale, ma alla fine Rossane cede e buttato via un pugnale che ha puntato alla gola del Gran re Sikander, fanno invece l'amore.
Di lì a poco viene scoperto un complotto per avvelenare Alessandro. Nel complotto è coinvolto Filota, compagno da una vita di Alessandro e figlio di Parmenione, che viene processato, torturato e condannato a morte. Ma anche il padre, che non si sa sia coinvolto, viene fatto uccidere, una scelta non fatta a cuor leggero. Alessandro si consola dalle amarezze della vita e dei tradimenti, con l'eunuco Bagoa, silenzioso compagno che sembra avere sostituito Efestione, a poco a poco.
Alessandro si ritrova ad osservare le montagne dell'Indukush, così alte e fredde, senza attraversamenti possibili, come gli conferma Tolomeo. I due discutono sul da farsi. Alessandro chiede a Tolomeo dove vorrebbe andare a vivere una volta tornato e lui, con sguardo malizioso, ci pensa un po' e gli dice che vorrebbe vivere ad Alessandria d'Egitto, perché "almeno fa caldo". Alessandro invece non riesce a trovare la fine del Mondo e pensa che la morte sarà l'ultima conquista che farà, facendo silenziosamente preoccupare Tolomeo.
Comunque accetta la sconfitta contro la Natura e sceglie di deviare verso sud, andando in India. Lì le piogge torrenziali e la foresta arrestano le speranze di una facile conquista, non meno delle tribù e dei branchi di scimmie aggressive. Poi inizia a piovere per 40 giorni e alla fine arrivano anche i serpenti. La pazienza, anche di persone fedeli come il generale Cratero, figura defilata ma fondamentale per la storia, comincia a vacillare. Ma peggio di tutto questo, avviene la lite con Clito, che rimprovera ad Alessandro, durante una festa, di avergli dato una satrapia tanto ad est ("let me rot in macedonian rags rather than shine in eastern pump") da casa, a cui capisce non farà mai ritorno. Poi insiste dicendogli che non è giusto che lui accetti le genuflessioni dei sudditi ("why you don't refuse these vain flatterings? what freedom is it, to bow before you?") e infine lo accusa di essere un tiranno che si circonda di servi asiatici. Sono tutti assai ubriachi e Alessandro alla fine, quando Clito nomina anche la madre, lo uccide con un giavellotto, preso da un attacco d'ira. È il dramma più nero, Efestione cerca di consolare Alessandro ma senza successo: dopo 3 giorni è ancora in uno stato confusionale. Teme che Clito abbia detto la verità ("then Clitus spoke true. I become a tyrant") e capisce di avere fallito nelle sue idee.
Il pensiero corre a qualche anno prima, quando Alessandro e Filippo marciano insieme verso i giochi nunziali (della sorella di Alessandro) in una città greca. Là Filippo viene ucciso da Pausania, capo della sua guardia scelta. Alessandro, sconvolto per l'assassinio viene subito acclamato re. Il tutto sotto gli occhi compiaciuti della madre, che indossa un'elegantissima veste rossa.
Dopo i funerali, Alessandro irrompe nella stanza della madre e le chiede, senza giri di parole, chi abbia ucciso il padre. Lei dice "Pausania". Non ammette nulla che la possa far sentire colpevole, e comunque il vero padre di Alessandro è Zeus, non Filippo. Alla fine raggiungono un sofferto accordo tra cui l'uccisione di Attalo, zio di Euridice. Ma Alessandro non avrebbe più rivisto, da allora, la madre.
Si ritorna al presente. Alessandro, con i capelli lunghi e la barba incolta, arringa i suoi a continuare ad avanzare ad est. Cratero gli chiede di poter tornare a casa, perché loro sono uomini semplici e vorrebbero rivedere le proprie famiglie prima di raggiungere gli antenati nell'Ade. Alessandro gli dice ad un certo punto: "tu sogni, Cratero. La vostra semplicità si è perduta quando avete preso mogli asiatiche, vi siete arricchiti e innamorati di tutte le cose che distruggono l'uomo". Finisce con una ribellione soffocata nel sangue.
La battaglia successiva contro Re Poro è il momento culminante dell'avanzata di Alessandro. Dalla giungla sbucano immensi elefanti da guerra, riccamente ornati, corazzati, e con numerosi guerrieri in groppa: è l'esercito di Re Poro che avanza contro la falange macedone, che viene massacrata.
Intanto Alessandro arriva a combattere contro i fanti nemici, li sbaraglia e tenta di salvare la Falange. Ma i cavalli hanno paura ad avvicinarsi agli elefanti. Alessandro, solo e disperato, arringa i suoi macedoni e si lancia all'attacco del Re Poro. In una scena cardine del film, carica contro l'elefante del re, ma Bucefalo viene colpito a morte e lui stesso ferito gravemente.
I suoi uomini lo vedono in azione, lo vedono cadere, si rianimano come una furia sovrumana e mettono in fuga gli Indiani: la battaglia dell'Idaspe è vinta per poco, ma Alessandro una volta guarito dalle ferite, decide che ne ha abbastanza e torna verso Babilonia. Sbaglia drammaticamente a sceglier la via più breve e molti muoiono, dopo essere sopravvissuti a tante battaglie, nel deserto.
A Babilonia, Alessandro subisce la morte di Efestione, a causa, pare, del tifo. È presente quando muore, anche se quasi non se ne accorge, mentre parla di come le loro vite saranno belle negli anni a venire, di nuove spedizioni, anche contro Roma. Ma Efestione non può più seguirlo nei suoi sogni di gloria.
Dopo poco tocca anche ad Alessandro, proprio quando Rossane aspetta, finalmente, un figlio suo. Il re si stava divertendo ad una festa quando, mentre ha addosso una pelle di leone, si sente male. Egli ha una tremenda agonia e muore, circondato da spiriti e persone reali. In seguito alla sua morte, senza testamento, il mondo cade nelle guerre e divisioni ancora una volta.
Solo Tolomeo, dopo tutti quegli anni, è sopravvissuto per raccontare la storia del grande Alessandro, ma la verità, come confessa allo scriba prima di fagli cancellare quella parte, è che i sognatori uccidono chi sta loro vicino, e quindi devono morire prima che questo accada ai loro seguaci. Alessandro l'hanno ucciso loro, in fondo.
Eppure, Tolomeo non può fare a meno di pensare con affetto al suo Re, e a quello che ha provato a fare per cambiare il mondo ("il suo fallimento, e che fallimento, ha superato in gloria tutti i trionfi"). Sulla statua di Alessandro e la musica di Vangelis finisce la storia.
[modifica] Analisi del film
Innanzitutto la ricostruzione mitica: grande pregio del film è l'attenzione per un mondo che è profondamente diverso da quello odierno. Re Filippo mostra al figlio le immagini delle vicende più crude conosciute dall'immaginario greco di quei tempi: la barbara straniera che uccide i figli in vendetta al marito; Edipo colpevole solo d'essere venuto al mondo che, dopo aver raggiunto tutto quello che un uomo può sperare (era Re e marito felice), è cacciato negli abissi più atroci della disperazione e dell'infamia; Eracle, il massimo esponente del vigore guerriero accecato per volere divino e portato a uccidere i propri figli; Prometeo, simbolo ricchissimo e figura costante nel secoli anche successivi (nel bene e nel male) ridotto a pasto vivo. Elementi che non sono solo presentati, ma che vivono e si muovono segretamente durante lo svolgersi della vicenda. La figura di Olimpia è di certo un'interpretazione del regista, la quale tuttavia non fa che accentuare tratti tramandati dalle fonti: la natura del figlio non poteva che essere ricollegata all'eccezionale legame (non accertato dal punto di vista storico, ma plausibilissimo) della madre con il dio Dioniso (da notare un dettaglio: nel film, all'inizio, Olimpia si muove dietro a una tenda su cui è raffigurata l'edera, pianta sacra al dio). La forte attrazione esistente tra Alessandro e Olimpia ricalca senza forzature il mito di Edipo (da cui il complesso psicologico omonimo). Gli unici dettagli poco convincenti sono stati i nomi delle città, un po' in greco un po' in latino, sui mosaici.
Alexander si concentra non tanto sui fatti (considerando che sarebbe stato comunque impossibile riprodurre tutti gli eventi, anche soltanto quelli più importanti), quanto sulla figura e sul sogno di Alessandro Magno. In questo caso pretendere una ipotetica obiettività storica sarebbe assurdo: in primis non può esistere una versione unica e definitiva per quel che riguarda ciò che non è scritto nei resoconti ufficiali e non; in secundis la realizzazione d'un film è un atto artistico, e in arte il mero dato non basta mai, così come la vita d'un essere umano non si riduce a fisicità o semplice socialità. Si può non condividere l'interpretazione effettuata, ma è d'obbligo riconoscere il suo valore tanto per acume e profondità quanto per la puntualità con cui ha fatto riferimento a quello che, invece, è certo. La personalità di Alessandro nel film più che essere disegnata, o dipinta, è scolpita a 360°. Purtroppo la polemica sull'orientamento sessuale del re macedone è riuscita a coprire il resto, facendo una propaganda pessima ancora prima che uscisse nelle sale. I segni terribili d'una cattiva presentazione sono riscontrabili persino nella retrocopertina della versione in DVD: leggendola si ha l'impressione di tenere in mano una scialba favoletta per bambini (anzi al confronto Biancaneve appare intrigante), quando invece la trama ha uno spessore multistrato.
Non è mistero che nell'antichità greca (ma anche romana, e in maniera decisamente più bassa e carnale) l'amore verso una persona del proprio sesso era lecito, normale. Ma non si batterà mai abbastanza l'accento su un elemento ancora più importante: era non un elemento tra tanti, era bensì proprio l'elemento fondante. A Creta il rapimento rituale di un giovinetto da parte di un adulto era una tappa fondamentale e imprescindibile per entrare a far parte del tessuto guerriero e sociale. In Atene i rapporti tra amanti e amati erano vie di formazione per la futura classe dirigente della grande polis democratica. A Sparta la vita militare teneva in caserma un uomo dall'età di sei anni fino a quella di sessanta, e i ragazzi arrivavano al matrimonio (ben al di là dei vent'anni) che non avevano mai visto una donna. A Tebe il battaglione sacro era composto da 150 coppie d'amanti. Un amore tra uomini era considerato superiore in un contesto storico in cui rappresentava un caposaldo pedagogico. Che poi nella stragrande maggioranza dei casi prevalesse il desiderio carnale, è un'altra questione. Lo stesso Platone nel Simposio privilegia l'amore per i giovinetti, ma solo perché sono futuri cittadini e altri uomini portatori d'una capacità di sapienza e virtù. In un mondo dove la donna era relegata ad uno spazio domestico angusto e trito, l'uomo si sentiva più propenso a ricercare all'esterno sodalizi più forti che quelli fondati sulla necessità d'avere figli. Una complessa e variegata situazione storica radicata su una certa impostazione intelletuale che da essa nasce, per essa sussiste, ad essa è finalizzata. In Macedonia la situazione era simile.
Che Alessandro si paragonasse ad Achille, ed Efestione a Patroclo non lascia spazio a dubbi sulla natura del loro legame. Nel film attraverso Efestione emergono importanti elementi sulla personalità di Alessandro: si intravvedono i suoi timori profondi, le sue paure e le sue convinzioni profonde. Ad Efestione il Re è legato con un nodo spirituale, consolidato dagli anni di amicizia e vicinanza. Ci sarà Rossane, ci sarà Bagoa e ci saranno altre mogli ed altre amanti: per loro Alessandro ha un altro amore, li lega a sé in maniere e modi differenti. Non avviene neppure un bacio tra i due, nel film (come invece per qualsiasi coppia al mondo sia normalissimo un bacio sulle labbra e come oramai si vedono baciarsi le coppie di film e telefilm). Ed è storicamente accertato della disperazione di Alessandro dopo la morte del compagno, della rischiesta che fece all'oracolo di Siwa, lo stesso che aveva proclamato lui un dio, di poter adorare anche Efestione come un dio.
Le incongruenze storiche sono state dettate da necessità di copione (come il nuovo erede di Filippo che non era un maschio, ma una femmina), o da necessità di abbreviare e addensare il contenuto storico in meno scene possibili (Alessandro non viene colpito dalla freccia nella battaglia dell'Idaspe ma in un assedio di una delle tante cittadine indostane, nel tragitto verso le foci dell'Indo, Bucefalo non muore in quella stessa battaglia, Alessandro non arriverà in tempo per l'ultimo addio ad Efestione malato). L'avanzamento dell'ipotesi dell'avvelenamento del Re non è certo nuovo, e sebbene non sicuro dal punto di vista storico coincide perfettamente col punto di vista idealistico: i sognatori sono pericolosi, è sempre più conveniente e profittevole limitarsi ai confini già prescritti invece che spingersi con la mente e con la forza al di là dell'orizzonte visibile.
In termini di narrazione, notevole è l'uso, per tutta la durata del film, di scene costruite per assumere una progressiva e grande drammaticità, con dialoghi, musiche e immagini adeguati.
Se ne contano molte: la lite iniziale tra Filippo e Olimpiade, la visita alle catacombe, la lite al matrimonio di Filippo, la discussione con i generali prima di Gaugamela, l'arringa alle truppe prima della battaglia, la discussione con Efestione a Babilonia (non aggressiva, comunque), la lite con i generali prima del matrimonio con Rossane, la lite con Rossane il giorno del matrimonio, la lite con Clito, la scena della morte del padre, la discussione con la madre subito dopo, la lite con le sue truppe prima della battaglia con Poro, la battaglia di per sé (con la scena della carica contro l'elefante che è forse la migliore di tutto il film), la morte di Efestione e poi,infine quella di Alessandro.
Sempre in termini di fedeltà alla storia, c'è chi critica Alexander perché e troppo infedele, e chi lo critica perché 'sembra un documentario'. Andrebbe però detto che un film non può e forse non deve essere totalmente attinente ad una storia da narrare (perché non è un documentario), né compara quale è la fedeltà media di un film 'storico' ai fatti narrati (generalmente molto bassa). In tal senso, Alexander è realmente un film storico, che è stato fatto al meglio delle conoscenze dell'epoca, con alcune licenze soprattutto dovute al fatto che per raccontare meglio la storia, come per altri 'filoni' di film moderni (che pure generalmente non sono basati su storie vere, vedi Il signore degli Anelli o Guerre stellari), era semmai necessaria una trilogia, perché un film singolo, per quanto lungo, e forse nemmeno 2 sarebbero stati sufficienti. Secondo molti la suddivisione ideale poteva essere: Alessandro dalle origini a Gaugamela, Alessandro tra la Persia e l'India, Alessandro e la fine del suo impero.
Tra le scelte fatte, in base al contenuto 'extra' del DVD di Alexander, và segnalata scelta della narrazione della morte di Filippo spostata alla seconda metà del film. Oliver Stone dice che in sostanza, il motivo stà nella necessità di 'sfoltire' l'inizio della storia di Alessandro, altrimenti troppo pieno di avvenimenti, utilizzando la tecnica del flash-back e quindi degli eventi non necessariamente conseguenziali.
Le immagini degli esterni sono state girate primariamente in Marocco, e a quanto pare anche le montagne innevate sono state filmate lì, sebbene alcune riprese parrebbero realmente dell'Himalaya (non vi compaiono però i protagonisti della storia). Gli interni invece sono stati girati a Londra, da dove vengono anche i costumi. Le scene 'indiane' pare siano state, invece, realizzate in Thailandia.
Oliver Stone commenta la necessità di lavorare in paesi stranieri: Si poteva fare anche in California, ma i costi sarebbero stati allucinanti: 200 dollari a comparsa per giorno di lavorazione.
A Colin Farrell, poco aulicamente, finire il film è parso liberatorio: non ne potevo più di vestirmi da donna. Per l'interprete di Clytus l'intero copione si potrebbe rendere bene in teatro, mentre Val Kilmer afferma che impersonare Filippo è stato un viaggio dell'anima. Anche Angelina Jolie ha espresso la sua opinione su Olimpiade: una donna straordinaria, la più forte che lei abbia mai interpretato.
[modifica] Curiosità
- Il film è stato candidato ai Razzie Awards nella categoria peggior film dell'anno.
[modifica] Collegamenti esterni
- Scheda su Alexander dell'Internet Movie Database
- Discussione sulla tematica omosessuale, su Culturagay.it.
- Recensione di Luca Leonello Rimbotti
I film di Oliver Stone | |
---|---|
Cortometraggi | |
Last Year in Viet Nam | Mad Man of Martinique | |
Documentari | |
Comandante | Persona Non Grata | Looking for Fidel | |
Film | |
Seizure | La mano | Salvador | Platoon | Wall Street | Talk Radio | Nato il quattro luglio | The Doors | JFK - Un caso ancora aperto | Tra cielo e terra | Assassini nati | Gli intrighi del potere | U Turn - Inversione di marcia | Ogni maledetta domenica | Alexander | World Trade Center | |
Progetto cinema | Progetto film | Portale cinema |