Vissarion Grigorevič Belinskij
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Vissarion Grigor'evič Belinskij (in russo Виссарион Григорьевич Белинский [?]) (Suomenlinna, 11 giugno 1811 – San Pietroburgo, 7 giugno 1848) è stato un filosofo e critico letterario russo.
Dapprima direttore de L'osservatore moscovita, fu poi collaboratore de Gli annali patrii e de Il contemporaneo. La sua formazione intellettuale attraversò vari stadi: dapprima influenzato dalla filosofia di Friedrich Schelling e di Fichte, Belinskij aderì poi alle posizioni della sinistra hegeliana (in particolare di Ludwig Feuerbach), divenendo il capo dei circoli socialisti e progressisti dell'epoca. La sua prospettiva rimase tuttavia sostanzialmente individualistica: pur accettando le premesse teoriche del socialismo, egli ne ricusò in parte, gli esiti politici, temendo un annullamento dell'individuo nella collettività. In estetica, Belinskij definisce la poesia come contemplazione immediata della verità. Nasce così l'esigenza del 'vero artistico', cui la letteratura deve sottomettersi, riflettendo la semplicità concreta della vita e adeguando le proprie forme all'interna dialettica sociale della realtà (per questo nelle posizioni di Belinskij si ravvisarono poi i presupposti teorici del realismo socialista).
Nei suoi numerosissimi articoli e saggi critici (tra cui si ricordano la raccolta Fantasticherie letterarie del 1834, e i saggi teorici L'idea di arte - redatto nel 1842 e pubblicato nel 1862- e Discorso sulla critica del 1842, oltre a Sguardo sulla letteratura russa del 1846), sempre violentemente polemici contro le tradizioni, Belinskij esaminò l'opera dei maggiori scrittori russi additando come necessaria la fusione tra elemento artistico e impegno ideologico, nell'opera d'arte. Il pensiero di Belinskij segnò l'inizio dell'egemonia culturale della nuova intellighenzia borghese (i raznočinči), inaugurando la diffusione di ideali morali e civici che precedette le riforme sociali dgli anni 1960. Fu il primo ad apprezzare il genio di Nikolaj Vasil'evič Gogol', di cui sostenne tutta l'opera fino a Anime morte, dissociandosi poi clamorosamente dalle posizioni dello scrittore quando apparve Brani scelti della corrispondenza con amici. Considerò l'opera di Aleksàndr Sergeevič Puškin un grandioso monumento della cultura russa e dedicò a essa un intero ciclo di articoli. Lottò per il trionfo dei principi del realismo, contro i sostenitori dell'arte per l'arte, e le sue idee letterarie influenzarono tutto il pensiero russo del XIX secolo. Viene considerato il creatore dell'estetica rivoluzionaria.
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La colonna e il fondamento della verità • Nuovo Medioevo