Tokaj (vino)
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Il tokaj è un vino ungherese molto noto in tutto il mondo. L'omonima zona di produzione si trova nei pressi di Eger, vivissima cittadina dell'est del paese danubiano.
[modifica] Storia
Definito re dei vini, vino dei re (epiteto coniato secondo la leggenda da Luigi XIV di Francia), un tempo era usato come pregiato dono che gli ungheresi offrivano ai re e ai grandi ecclesiastici di tutta Europa. Ludovico Ariosto, segretario del vescovo di Eger Ippolito d'Este, ne parla in una sua satira. Paracelso ne dimostrò le proprietà terapeutiche. Anche Marsilio Ficino, nella sua "De vita coelitus comparata", e Niccolò Cusano, nel suo "Idiotae de staticis experimentis dialogus", ne cantarono le doti. Secondo una leggenda al concilio di Trento il cardinale ungherese György Draskovich regalò alcune bottiglie di Tokaj al papa Giulio II, il quale, dopo aver assaggiato il vino, pare avesse esclamato: Summum ponteficem talia vin decent. Un altro aneddoto racconta che Benedetto XIV, incontrando la regina Maria Teresa d'Austria e avendo anch'egli assaggiato il Tokaj, avrebbe composto il seguente epigramma: Benedicta sit terra, quae te geminavit / benedicta sit mulier, quae te misit, / benedictus sum, qui te bibo. Nel XVIII secolo fu particolarmente apprezzato da personaggi illustri come Voltaire, Rousseau, Parini. Nel 1722 venne pubblicato nel IX volume delle "Rime degli Arcadi" il poema composto da Francesco Redi nel 1672 col titolo di "Bacco in Toscana", nel quale si parla del Tokaji come un vin sì forte e sì potetente / che per ischerzo baldanzosamente / sbarca i denti, e le mascelle sganghera. Giuseppe Parini, invece, agli inizi del "Mattino" (1763), consiglia che sulla tavola della colazione del suo giovin signore non manchi licor lieti di Francesi colli, / O d'Ispani, o di Toschi, o l'Ongarese / Bottiglia, cui di verde edera Bacco / Concedette corona, e disse: Siedi, / Delle mense Reina.
[modifica] Caratteristiche
La variante più nota di Tokaj è il tokaj aszu, un vino da dessert. La preparazione di questo tokaj si basa di questo tokaj su un procedimento di alterazione delle uve, le quali vengono lasciate attaccare da un fungo denominato Botritys cinerea, raccolte in ottobre-dicembre. Unite ad altre uve non attaccate dal fungo, vengono lasciate a macerare. Dalla poltiglia di uve viene raccolta la così detta essenza tokaj, base dell'inconfondibile sapore di questo grande vino. Da non confondere quindi con il Tocai friulano, che con il suddetto Tokaj condivide solo il nome e l'origine dei vitigni (provenienti dall'Ungheria).
[modifica] Bibliografia
- Eperjesi Imre, Kállay Miklós, Magyar Ildikó, Borászat [viticoltura], Mezőgazda kft., 1998
- Péter Sárközy, Il vino al quale "Bacco concedette corona". Il tokaji nella cultura ungherese e italiana, in Volume in onore di Andrea Csillaghy, Alessandria, 2000
- Péter Sárközy, Mercanti di bovini - collezionisti di libri fra l’Italia e l’Ungheria, in R. Tima, a cura di, Kapcsolatok: tanulmányok Jászay Magda tiszteletére [Contatti. Studi in onore di Magda Jászay], Budapest, 2002, pp. 150-159