Tabari
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Ṭabarī (Amul, Mazandarān, 839 - Baghdad 923), ossia Abū Jaʿfar Muḥammad ibn Jarīr ibn Yazīd (arabo ﺍﺑﻮ ﺟﻌﻔﺮ محمد بن جرير بن ﻳﺰﻳﺪ الطبري, è stato con ogni probabilità il massimo annalista musulmano, assunto come inevitabile riferimento da tutti gli storici a lui posteriori per quanto riguarda la storia dei primi tre secoli circa dell'Islam, nonché per le narrazioni relative alla pretesa storia del mondo anteriore alla Rivelazione di Muḥammad, risalenti addirittura all'epoca della pretesa creazione divina.

Fu anche un teologo di grandissimo profilo e autore di uno dei più importanti tafsīr (Esegesi) del Corano, tuttora utilizzato, anche se gli vengono preferiti commenti di minor estensione e di più facile accesso.
Il suo capolavoro, il Taʾrīkh al-rusul wa l-mulūk (Storia dei profeti e dei re) - edito a fine XIX secolo da uno staff internazionale guidato dall'olandese M.J. de Goeje e al quale partecipò anche il noto semitista romano Ignazio Guidi, che ne curò gli indici - è fondamentale non solo per l'ampiezza degli argomenti trattati - tutti rafforzati da una catena di informatori-garanti, secondo la metodologia affermatasi con i muḥaddithūn (che si occupavano cioè della raccolta e del vaglio critico dei ḥadīth - ma anche per essere una storia non soltanto fasata sugli Arabi, come era fino ad allora avvenuto. Ṭabarī infatti introdusse nuovamente il passato della sua patria persiana nel flusso dei principali eventi della storia del mondo, non dimenticando tutti i popoli da lui conosciuti, sia dell'antichità, sia dell'epoca a lui contemporanea.
Apparentemente neutrale e attento a citare le diverse tradizioni storiche su cui si basa il suo racconto annalistico, Ṭabarī in realtà fu allineato con l'ideologia dominante del califfato abbaside e uno dei suoi meriti è senz'altro quello di aver salvato dall'oblio tradizioni di akhbāriyyūn (cronisti) la cui stesura originale non è giunta fino a noi (Ibn Isḥāq, Zuhrī, Wāqidī, Abū Mikhnaf, al-Madāʾinī, Sayf b. ʿUmar, ecc.).
La sua opera esegetica, il Jāmiʿ al-bayān ʿan taʾwīl al-Qurʾān (La raccolta evidente circa l'interpretazione del Corano) è l'altro suo capolavoro, ancor oggi ristampato al pari del suo capolavoro storico.
[modifica] Bibliografia
- C. Brockelmann, Das Verhältnis von Ibn al-Athirs Kāmil fit-taʾrīkh zu Ṭabarīs Akhbār er-rusul wal-mulūk, Strasburgo, 1890.
- Franz Rosenthal, A History of Muslim Historiography, Leida, E.J. Brill, 1968.