Sileno
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I Sileni sono figure della mitologia greca, divinità dei boschi imparentati con i centauri.
Sileno, figlio di Pan, il dio silvestre e di una ninfa. Dall'aspetto di un anziano corpulento, calvo e peloso, spesso raffigurato con attributi animaleschi, molto simile ai satiri, infatti, il termine Sileno viene anche usato per indicare un satiro anziano. Si credeva partecipasse ai banchetti sacri a Dioniso presentandosi a cavallo di un'asina. Si narra anche che Sileno fosse l'educatore di Dioniso giovinetto, il quale, dopo aver svolto il suo ruolo nell'accompagnare il giovane dio durante il cammino della crescita, si sarebbe poi abbandonato completamente al vizio del bere.
È stato associato alla figura di Socrate.
In "La nascita della tragedia" di Nietzsche, Sileno è individuato come portatore della saggezza dionisiaca. Egli cita l'incontro di re Mida con Sileno: "L'antica leggenda narra che il re Mida inseguì a lungo nella foresta il saggio Sileno, seguace di Dioniso, senza prenderlo. Quando quello gli cadde infine tra le mani, il re domandò quale fosse la cosa migliore e più desiderabile per l'uomo. Rigido e immobile, il demone tace; finché, costretto dal re, esce da ultimo fra stridule risa in queste parole: 'Stirpe miserabile ed effimera, figlio del caso e della pena, perché mi costringi a dirti ciò che per te è vantaggiosissimo non sentire? Il meglio è per te assolutamente irraggiungibile: non essere nato, non essere, essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per te è morire presto". Con queste parole accenna all'illusione della vita reale in contrasto con quella "visione liberatrice" e il sogno tramite cui l'uomo può salvarsi dall' inutilità della sua vita terrena.
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