Rivolta del monte Garizim
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Con Rivolta del monte Garizim si intende un sanguinoso fatto di cronaca avvenuto in Palestina con ogni probabilità nell'anno 36.
Il fatto avvenne in quanto un certo ebreo, di cui gli storici non ci hanno tramandato il nome, aveva messo a rumore la regione della Samaria autoproclamatosi il Messia che gli ebrei stavano aspettando.
Non si trattava un evento raro: Nel primo secolo avanti Cristo e dopo Cristo furono in molti dalle parti del Giordano a definirsi tali, consci del fatto che le profezie di Isaia e Daniele avevano fissato l'arrivo del "Figlio dell'uomo" in questo periodo.
L'ennesimo aspirante Messia aveva promesso un'apparizione di Mosè in cima al monte Garizim, sacro ai Samaritani: i seguaci del "santone" invece vi trovarono la cavalleria romana, mandata da Ponzio Pilato, che disperse l'assembramento violentemente.
I samaritani, potente casta della società ebraica dell'epoca, protestarono presso Lucio Vitellio (padre del futuro imperatore Aulo Vitellio Germanico), legato di Roma in Siria con pieni poteri sulle province orientali il quale, sentito l'Imperatore, destituì Pilato che fu spedito a Roma per il processo.
Questo provocò un vuoto legislativo in Palestina che fu colmato dal Sinedrio, massima autorità religiosa locale.
L'evento non fece altro che aumentare l'insofferenza ebraica verso l'occupante romano, causando in seguito le guerre giudaiche.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Bibliografia
- Giuseppe Flavio, Antichità giudaiche.
- Vittorio Messori, Ipotesi su Gesù, pag. 117.