Reazione a catena (film 1971)
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Reazione a catena | |
![]() La scena che ha ispirato Venerdì 13: l'assassino ti siede accanto |
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Titolo originale: | Reazione a catena |
Paese: | Italia |
Anno: | 1971 |
Durata: | 87' |
Colore: | colore |
Audio: | sonoro |
Genere: | horror |
Regia: | Mario Bava |
Soggetto: | Franco Barberi, Dardano Sacchetti |
Sceneggiatura: | Mario Bava, Filippo Ottoni, Joseph McLee, Sergio Canevari (non accreditato), Francesco Vanorio (non accreditato) |
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Fotografia: | Mario Bava |
Montaggio: | Carlo Reali |
Effetti speciali: | Carlo Rambaldi |
Musiche: | Stelvio Cipriani |
Scenografia: | Sergio Canevari |
Si invita a seguire le linee guida del Progetto Film |
![]() |
« Così imparano a fare i cattivi » |
(I due bambini dopo aver ucciso a fucilate i genitori)
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Reazione a catena è un film del 1971, diretto da Mario Bava.
È uno dei primi slasher movie della storia del cinema e uno dei pochi film di cui Bava si dicesse abbastanza soddisfatto.[1]
Fu presentato al Festival di Avoriaz, ma in Italia fu distribuito malamente. Agli inizi degli anni ottanta fu programmato dalle TV private e nel 2004 è stato trasmesso dal canale satellitare Sky nella versione integrale.
Il film è noto anche con il titolo Ecologia del delitto (L'antefatto). I titoli di lavorazione erano Odore di carne e Così imparano a fare i cattivi.
Indice |
[modifica] Trama
La contessa Federica Donati (Isa Miranda), paralitica che vive su una sedia a rotelle in una villa su una baia semideserta, viene impiccata da un uomo, che si scoprirà essere suo marito. Questi viene a sua volta accoltellato a morte, da un assassino misterioso.
L'architetto Franco Ventura (Chris Avram) si reca alla baia, per sistemare degli affari. Morta la contessa (la polizia ha decretato la tesi del suicidio, in quanto è stato trovato un biglietto firmato) l'architetto potrà iniziare la speculazione edilizia.
Intanto nella baia il pescatore Simone (Claudio Volonté) chiacchiera con Paolo Fossati (Leopoldo Trieste), entomologo dilettante, e lo critica perché cattura insetti innocenti.
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Alla baia arrivano due ragazzi in compagnia di due turiste straniere. Intanto la moglie di Paolo, Anna (Laura Betti), legge i tarocchi e ha presagi di morte. Una delle turiste si tuffa nuda nella baia e s'ingarbuglia con una corda, facendo affiorare il cadavere del conte Filippo Donati (Giovanni Nuvoletti). La ragazza esce dall'acqua e inizia a fuggire, ma viene inseguita e sgozzata con una roncola da un misterioso assassino, che uccide anche uno dei ragazzi, accorso in aiuto della ragazza. Per completare la sua opera l'assassino trafigge con una lancia gli altri due ragazzi, che stanno facendo sesso.
La sera Renata Donati (Claudine Auger), figlia del defunto conte, e suo marito Alberto (Luigi Pistilli) incontrano i Fossati, dopo aver lasciato i loro figli in una roulotte. Renata vuole sapere che fine ha fatto suo padre, mentre Alberto vuole mettere le mani sulla baia. I Fossati si dicono scettici riguardo ai loro sogni commerciali e non hanno parole tenere per il defunto conte. Sul molo Renata scopre il cadavere del padre nella barca di Simone, che si giustifica dicendo di averlo appena pescato. Poco dopo, nella villa di Ventura, Renata scopre i cadaveri dei quattro ragazzi, quindi vede Ventura avvicinarsi armato di un'accetta. Renata lo colpisce con un paio di forbici e scappa.
Intanto Anna vaga tra i boschi, arriva alla villa di Ventura e scopre i cadaveri, quindi viene decapitata. Renata confessa ad Alberto di averla uccisa lei, e gli ordina di uccidere Paolo, per evitare che chiami la polizia. Alberto lo uccide strangolandolo col filo di un telefono.
Arriva Laura e trova Ventura ferito, che le dice di andare da Simone. Due flashback spiegano che Simone è il figlio naturale della contessa Federica Donati, e che è stato lui ad uccidere il conte. Inoltre era stato lui a cedere i diritti della baia, in cambio della sua fuga. Ma Simone adesso capisce che Laura, d'accordo con Ventura, ha indotto il conte a uccidere sua madre. Strangola Laura ma viene trafitto con una lancia da Alberto.
Nella villa Alberto e Ventura si affrontano a colpi di forbici, ma non si vede la vittima. Arriva Renata, e chiama Alberto terrorizzata.
La mattina seguente Alberto e Renata si complimentano per la riuscita del loro piano, ma vengono abbattuti a fucilate dai loro figli, che poi corrono felici per la baia.
[modifica] Produzione
Il film è stato girato da Mario Bava in condizioni ideali dal punto di vista produttivo, a differenza di altri suoi film: il produttore della pellicola, Giuseppe Zaccariello, infatti gli diede ampia libertà.[1]
Il soggetto del film, intitolato Così imparano a fare i cattivi, fu scritto da Franco Barberi e Dardano Sacchetti, qui alla sua prima collaborazione con Bava. Sacchetti ha dichiarato di essersi ritirato dal film dopo la prima stesura della sceneggiatura, perché Barberi era stato licenziato, così la sceneggiatura fu scritta da Bava insieme ad altri quattro sceneggiatori.[1]
Il figlio di Bava, Lamberto fu l'aiuto regista del film, e girò la sequenza della morte di Claudio Volonté.[1]
Gli effetti speciali del film sono di Carlo Rambaldi, il creatore di E.T..
[modifica] Riprese
Il film fu girato tra Sabaudia e Latina.
[modifica] Date di uscita e titoli per l'estero
Il film uscì in Italia l'8 settembre 1971. Negli Stati Uniti uscì come Twitch of the Death Nerve e A Bay of Blood, in Gran Bretagna come Bloodbath e in Francia come La baie sanglante.
[modifica] Accoglienza
Reazione a catena è considerato dalla critica cinematografica uno dei migliori film di Mario Bava, ed ebbe anche buone recensioni alla sua uscita.[1] Per la rivista Amarcord: «È ormai assodato che la serie Venerdì 13 non sarebbe sicuramente mai esistita senza il prototipo baviano».
Per Nocturno «Reazione a catena è il marxismo secondo Bava».[2] Il critico francese Luc Moullet portò il film a un convegno sulla critica svoltosi a Palermo. Alberto Pezzotta, nella sua monografia sul regista, scrive «Uno dei film più amati dai bavologi. Gli slasher tipo Venerdì 13 sembrano averlo copiato spudoratamente, senza per altro aver capito l'essenziale: che Bava non rispetta alcuna regola. E non solo è più colto e più ironico dei suoi presunti epigoni, ma anche molto più cattivo».[1]
[modifica] Influenze
Reazione a catena ha ispirato molti film di Dario Argento e soprattutto Venerdì 13: l'assassino ti siede accanto, film che ripropone la scena dell'omicidio di due amanti che vengono impalati mentre fanno sesso.
Il film è citato anche in L'ultimo treno della notte di Aldo Lado, Halloween, la notte delle streghe di John Carpenter e La casa di Sam Raimi.
[modifica] Note
[modifica] Collegamenti esterni
- Scheda su Reazione a catena (film 1971) dell'Internet Movie Database
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