Questione d'oriente
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In storiografia e nel sistema degli affari internazionali europei ottocenteschi la cosiddetta “Questione d’Oriente” indica tutta quella serie di problemi internazionali sorti dalla decadenza e progressiva dissoluzione dell’Impero Ottomano nel corso dell’Ottocento e dei primi del Novecento.
Le problematiche si incentrano sostanzialmente sui tentativi di ottenere l’indipendenza da parte delle nazioni balcaniche ancora soggette all’Impero Ottomano (Grecia, Serbia, Bulgaria, Romania e Montenegro) e anche sui tentavi da parte delle Grandi Potenze europee di ritagliarsi una sfera d’influenza nell’impero in decadimento, sfere d'influenza da ottenere sia negli stessi paesi balcanici (obbiettivi di Austria, Russia e poi anche Italia), sia nei paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente soggetti agli Ottomani (obbiettivi di Gran Bretagna, Italia e Francia).
Infine un’altra problematica strettamente correlata è la cosiddetta Questione degli Stretti, nella quale la Gran Bretagna cercò di impedire alla Russia di avere libero accesso con le sue flotte da guerra agli stretti del Bosforo e dei Dardanelli (posti proprio nel cuore dell’Impero Ottomano), per impedire quindi alla Russia la possibilità di trasferire le sue flotte dal Mar Nero al Mediterraneo.
La questione si risolse, nei primi due decenni del XX secolo, con la definitiva dissoluzione dell'Impero Ottomano, la nascita della Turchia moderna (Prima guerra mondiale), l'occupazione italiana della Libia (Guerra italo-turca 1911-1912), l'indipendenza degli stati balcanici (Guerre balcaniche 1912-1913), l'occupazione britannica di Egitto, Palestina, Transgiordania e Iraq e l'occupazione francese di Siria e Libano.