Quer pasticciaccio brutto de via Merulana
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Quer pasticciaccio brutto de via Merulana | |
Autore: | Carlo Emilio Gadda |
Anno (1a pubblicazione): |
1957 |
Genere: | romanzo |
Sottogenere: | |
EDIZIONE RECENSITA | |
Edizione: | numero di edizione |
Progetto Letteratura |
Quer pasticciaccio brutto de via Merulana è un romanzo dello scrittore italiano Carlo Emilio Gadda.
Rappresenta probabilmente con La cognizione del dolore la migliore opera dello scrittore; nel romanzo, infatti, il virtuosismo linguistico e sintattico, il "barocchismo" e l'uso di più livelli di scrittura (dal dialetto popolare alla descrizione con echi manzoniani) rappresentano la complessità della realtà ed insieme la sua essenza fatta di "percezioni": l'affascinante "buccia delle cose".
[modifica] Trama
Roma 1927, primi anni del fascismo. Il commissario della Squadra Mobile Francesco "Don Ciccio" Ingravallo indaga prima su un furto di gioielli e poi sull'omicidio della ricca signora Liliana Balducci (che ha conosciuto prima del delitto e di cui è forse innamorato), furto ed omicidio avvenuti nel tetro palazzo di via Merulana 219. L'indagine si avvia nell'ambiente familiare della signora Balducci (il marito ricco, viaggiatore, chiassoso e distratto, un cugino bello e fatuo) e si allarga ai Castelli Romani da dove provengono le domestiche della signora e le "nipoti", ragazze che accoglieva come figlie per compensare solitudine e mancata maternità. Intorno una folla di comparse: la svenevole e avvizzita contessa Menegazzi, vittima del furto, il commendator Angeloni "prosciuttofilo", i brigadieri della questura, i carabinieri di Marino a caccia di indizi nella campagna, le figure sfocate delle domestiche e nipoti. Il giallo, ovviamente, non ha soluzione e non si chiude con la scoperta del colpevole (Gadda stesso sosteneva di non sapere chi fosse): la realtà è troppo complessa e caleidoscopica per essere spiegata e ricondotta ad una logica razionalità, la vita è un caos disordinato, un "Pasticciaccio" di cose, persone e linguaggi.
[modifica] Genesi compositiva e pubblicazione
Il romanzo è stato scritto in prima stesura negli anni 1945 - 1946 durante il soggiorno fiorentino di Gadda, sotto l'impulso liberatorio e compositivo seguente la fine della guerra e del fascismo. La prima pubblicazione, avvenuta a puntate sulla rivista "Letteratura" negli stessi anni, ebbe una diffusione molto limitata. Dopo il trasferimento a Roma di Gadda come giornalista della RAI, l'editore Garzanti gli propose la pubblicazione in volume, che uscì nel 1957 con un immediato successo: l'autore, che fino ad allora era conosciuto e stimato da una ristretta cerchia di critici, divenne quindi noto al grande pubblico.
Tra la prima versione del romanzo e quella definitiva in volume vi sono differenze: una diversa articolazione dei capitoli (con l'obiettivo di aumentare la tensione narrativa del racconto) e varianti al testo.
[modifica] La trasposizione cinematografica
Lo stesso Gadda elaborò, forse a cavallo del 1950, un abbozzo di "trattamento" cinematografico del romanzo, pubblicato solo negli anni '80 con il titolo "Il palazzo degli ori". Solo dopo il successo della pubblicazione in volume si pensò ad un adattamento per il cinema e nacque il film Un maledetto imbroglio, per la regia di Pietro Germi, uscito nel 1959. La sceneggiatura fu approvata ma non curata da Gadda: anche per la consumata abilità del regista, ne venne fuori comunque un solido e sanguigno poliziesco, benché ovviamente nel film la componente linguistica non sia trasportabile e per necessità di racconto si sia comunque dovuto trovare un colpevole.
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