Polittico
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Il polittico (dal greco polu- "molte" + ptychē "pieghe") è un dipinto (o rilievo) su legno o tela, costituito da più parti unite fra loro da una cornice fissa o da cerniere, in modo da creare sportelli richiudibili. In genere poggia su una predella e può essere completato in alto da una cimasa. Se le parti che lo costituiscono sono due viene chiamato più precisamente dittico dal greco "diptykos" - piegato in due; se le parti sono tre viene chiamato trittico dal greco "triptykos" - piegato in tre. Può essere dipinto sia sul davanti (recto) che dietro (verso). A volte i pezzi che lo compongono sono fra loro scollegati e al suo interno ci possono essere composizioni minori, come dittici o trittici.
Nell'ambito della pittura religiosa in particolare, il polittico è stato spesso utilizzato come pala d'altare nelle chiese. In questo caso può raggiungere dimensioni notevoli sia in altezza che in larghezza, come il Polittico del Giudizio Universale di Rogier van der Weyden che quando è aperto misura 560 centimetri. Anticamente esistevano polittici molto più piccoli, usati nelle case per la devozione privata e addirittura trittici o dittici portatili da viaggio. I soggetti rappresentati nei vari scomparti erano scelti e disposti secondo un preciso programma iconografico, in modo da collocare i più importanti al centro della parte anteriore.
Il polittico fu molto amato nel Nord Europa dove, forse a causa delle condizioni climatiche, l'affresco ebbe molta meno diffusione (a differenza di quello che accadde in Italia). I polittici nordici in genere sono del tipo a sportelli richiudibili e spesso contengono sia parti dipinte che parti scolpite. In Italia si preferivano polittici fissi, formati da sole tavole dipinte. I secoli di maggiore diffusione dei polittici furono il Trecento e il Quattrocento.
[modifica] Documento medievale
Il polittico oltre ad essere un'opera pittorica era, anche, nell'alto medioevo un documento, di capitale importanza storica per la comprensione di alcuni fenomeni di cui a volte costituisce l'unica testimonianza certa.
È il caso, per esempio, dei polittici che descrivono l'organizzazione curtense di cui danno un quadro particolarmente dettagliato.
Attraverso essi si conoscono la struttura delle curtes o delle villae, la loro consistenza, i soggetti che le abitavano e i rispettivi ruoli.
Il polittico più antico è il Brevium Exempla, IX secolo, che descrive i possedimenti reali di Annappes nella Francia settentrionale, mentre quello di Irminone, anch'esso del IX secolo, illustra il patrimonio del monastero di Saint-Germain-des-Prés di Parigi.
I polittici italiani sopravvissuti sono tre e riguardano, uno, il monastero di Santa Giulia di Brescia e gli altri quello di Bobbio.