Pietra filosofale
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La pietra filosofale (in latino lapis philosophorum) è, per eccellenza, la sostanza mitologica simbolo dell'alchimia.
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[modifica] Proprietà
La pietra filosofale sarebbe dotata di tre proprietà straordinarie:
- fornire un elisir di lunga vita in grado di conferire l'immortalità e di dare la panacea universale per qualsiasi malattia;
- far acquisire l'"onniscienza" ovvero la conoscenza assoluta del passato e del futuro, del bene e del male (cosa che spiegherebbe anche l'attributo di "filosofale");
- la possibilità infine di trasmutare in oro i metalli vili (proprietà che ha colpito maggiormente l'avidità popolare).
Molte leggende tuttavia, attribuiscono a tale elemento altre proprietà, o ne sottraggono alcune. Alcune speculano anche sul fatto che l'elemento in realtà non debba essere forzatamente solido.
[modifica] Storia
Il concetto ha apparentemente avuto origine dalle teorie dell'alchimista musulmano Geber (Giabir ibn Hayyan). Egli analizzò ciascuno dei quattro elementi aristotelici (fuoco, acqua, terra, aria) nei termini delle quattro qualità di base: caldo, freddo, secco e umido. In questo modo, il fuoco era caldo e secco, la terra fredda e secca, l'acqua fredda e umida, e l'aria calda e umida. Teorizzò inoltre che ogni metallo fosse una combinazione di questi quattro principi, due di questi interiori e due esteriori.
La credenza nel "triplo potere" della pietra filosofale avrebbe radici profonde; essendo considerato l'oro un metallo "immortale", capire come produrlo a partire da metalli vili significa comprendere come rendere immortale un corpo mortale. L'oro inoltre è simile alla luce che è simile allo spirito. Trasformare tutti i metalli in oro significa quindi trasformare la materialità in spirito.
Per secoli e secoli alchimisti e scienziati hanno rivolto tutti i loro sforzi alla ricerca della pietra, specialmente durante il Rinascimento.
Alla corte dell'imperatore Rodolfo II, John Dee avrebbe operato una trasmutazione del piombo in oro di fronte a testimoni[citazione necessaria]. La ricerca di John Dee della Pietra Filosofale furono prese come spunto da Gustav Meyrink per il suo romanzo L'angelo alla finestra d'occidente.
Nonostante l'enorme potere di arricchimento che la pietra conferiva agli alchimisti, costoro tuttavia erano tenuti ad usarla per scopi strettamente umanitari, dovendo essi sviluppare un senso morale parallelo all'elaborazione della pietra e che costituiva anzi una conditio sine qua non per la riuscita finale del loro operare.
Per ottenere la pietra filosofale pare si debba adoperare un forno speciale denominato athanor (dall'arabo al-tannūr, "forno").
La pietra filosofale non era tuttavia l'oggetto di semplici leggende, di visioni utopiche, o di desideri avidi: l'oro infatti era ricercato soprattutto per essere utilizzato come catalizzatore nelle reazioni chimiche (per portare a termine le trasformazioni), ed è da sempre apprezzato come l'unico metallo conosciuto in grado di restare inalterabile nel tempo.
[modifica] Bibliografia
- Omraam Mikhaël Aïvanhov, La Pietra Filosofale, dai Vangeli ai trattati alchemici, 2005, Edizioni Prosveta.
[modifica] Influsso culturale
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Per approfondire, vedi la voce Un viaggio di Jung nell'aldilà. |
[modifica] La pietra filosofale nella letteratura, nel cinema e negli anime
[modifica] Harry Potter
Nella serie di romanzi di Harry Potter, la pietra filosofale compare nel primo episodio a cui dà anche il titolo. È custodita in un corridoio segreto ad Hogwarts, da un enorme cane a tre teste. È dotata di immensi poteri e Voldemort, usando il professor Raptor, tenterà di impadronirsene. Fra gli altri poteri, la Pietra ha quello di assicurare una vita oltremodo lunga a chi ne usufruisce (eterna se la si assume regolarmente), nella serie infatti, l'alchimista Nicolas Flamel, ha più di 600 anni. Nel corso delle vicende tuttavia la pietra verrà distrutta dallo stesso Flamel, che morirà di vecchiaia assieme alla moglie.
[modifica] Fullmetal Alchemist
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Per approfondire, vedi la voce Fullmetal Alchemist#Pietra Filosofale. |
Nell'anime e manga Fullmetal Alchemist in molti sono alla ricerca della pietra filosofale, in grado compiere trasmutazioni ignorando il principio dello scambio equivalente su cui si basa la serie (quello per cui per ottenere qualcosa bisogna dare in cambio qualcosa dello stesso valore). Può essere utilizzata ad esempio per trasmutare la roccia in oro, per potenziare le capacità degli alchimisti ed alimentare vari tipi di armi.
[modifica] Slayers
Nei romanzi e nell'anime di Slayers, la pietra filosofale è definita secondo alcune teorie, come un frammento del bastone degli dei che sostiene il mondo, anche se l'unica cosa certa è che si tratta di un potente amplificatore di forza magica, o meglio pare che sia addirittura il più potente.
L'origine della Pietra Filosofale risale a più di mille anni prima del tempo in cui è ambientata la serie dei romanzi e dell'anime, quando il leggendario mago Lei Magnus creò i Demon Blood, dei potentissimi talismani amplificatori di potere magico che sfruttavano il potere dei quattro Re Demoni dei quattro universi. La pietra filosofale, pur restando assolutamente potente, è in realtà solamente un frammento di scarto ottenuto durante la lavorazione dei Demon Blood (da notare che per pietra "filosofale" si intende pietra "di Lei Magnus" conosciuto appunto col soprannome di grande filosofo).
Ad ogni apparizione della pietra sembra che anche la storia ne subisca delle ripercussioni, infatti si dice che utilizzata da un giovane mago (per cercare di creare la potentissima Zanafa Armor) un intero paese sia andato distrutto.
La pietra filosofale compare nella prima serie dell'anime dentro una statuetta rappresentante una divinità femminile, qui Rezo (il monaco rosso) cercherà di impossessarsi dell'oggetto per curare la sua cecità, non riuscendoci minimamente con la magia. Una volta impossessatosi della pietra Rezo riuscì ad aprire gli occhi, tuttavia ciò causò la rinascita di una delle sette parti di Shabranigdu.