Paulos Faraj Rahho
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Paulos Faraj Rahho Vescovo della Chiesa cattolica |
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Arcivescovo di Mossul | |
titolo Mossul |
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Nato | 20 novembre 1942 a Mossul |
Ordinato sacerdote |
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Consacrato vescovo |
16 febbraio 2001 dall'Arcivescovo Raphaël I Bidawid |
Vescovo | |
Deceduto | 12 marzo 2008 |
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Progetto Cattolicesimo · uso tabella |
Mar Paulos Faraj Rahho (Mossul, 20 novembre 1942 – Mossul, 12 marzo 2008) è stato un vescovo cattolico iracheno. Arcivescovo dell' Arcieparchia caldea di Mossul, ha retto la diocesi dal 12 gennaio 2001 al 12 marzo 2008, giorno in cui è stato trovato ucciso.
Indice |
[modifica] Cenni biografici
Conosciuto più semplicemente come Paulos Faraj Rahho, ha vissuto per tutta la sua vita a Mosul, nella regione assira, dove è stanziata da lungo tempo la comunità cristiana caldea. Ha compiuto i suoi studi sacerdotali presso il seminario maggiore San Pietro di Baghdad ed ha ricevuto l'ordinazione nella Chiesa di Sant'Isaia a Mosul nel 1965.
Conseguita la licenza in Teologia pastorale presso la Pontificia Università San Tommaso d'Aquino di Roma, Rahho è rientrato a Mosul nel 1977, per continuare il suo servizio sacerdotale presso le chiese parrocchiali di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso e di San Paolo.
Fece costruire la Chiesa del Sacro Cuore a Telkif e la residenza vescovile, impegnandosi nell'attivazione di un orfanotrofio per i bambini handicappati.
Il 16 febbraio 2001 è stato ordinato arcivescovo di Mosul, assumendo così la responsabilità di gestire circa 20.000 cattolici caldei in dieci parrocchie.
[modifica] Il difficile impegno a Mosul
Dopo l'invasione americana dell'Iraq (2003) e il conseguente intensificarsi degli episodi di intolleranza e di violenza nei confronti dei Cristiani, Rahho si è fatto promotore del dialogo interreligioso cercando la collaborazione dei capi delle altre confessioni religiose del paese. Nel 2004, in seguito al bombardamento della sua abitazione e anche grazie ai buoni rapporti stabiliti con la comunità islamica, il presule fu ospitato presso gli edifici della moschea per volere del locale imam.
Rahho ha espresso anche chiaramente la sua posizione sulla paventata possibilità che la nuova Costituzione irachena potesse incorporare la Shari'a, dichiarando le sue perplessità, pur nel rispetto della consapevolezza che all'Islam venisse riconosciuto lo status di religione di stato.
Costretto dalla crescente intolleranza manifestata in attacchi ai Cristiani, l'arcivescovo è riuscito a farsi promotore, nel 2005, di una serie di eventi a Mosul per celebrare l'anno dell'Eucarestia.
Nel 2007 ha accompagnato a Roma il Patriarca della Chiesa caldea Emmanuel III Delly, cui è stata conferita da Papa Benedetto XVI la porpora cardinalizia.
[modifica] Il rapimento e l'uccisione
Il 29 febbraio 2008, mentre usciva dalla Chiesa Santo Spirito di Mosul, poco dopo la celebrazione del pio esercizio della Via Crucis, Rahho è stato rapito da un commando di uomini armati, che lo hanno prelevato dopo aver assassinato il suo autista e due guardie.
Dopo alcuni giorni di serrate trattative per la sua liberazione, il presule è stato trovato morto il 12 marzo, sepolto nei dintorni di Mossul, sebbene non siano state chiarite le cause della sua morte. Una imponente folla ha preso parte ai suoi funerali, celebrati a Mosul il 14 marzo dal Patriarca dei Caldei.[1] Il Papa Benedetto XVI, commentando l'accaduto ha parlato di «atto di violenza disumana che offende la dignità dell'essere umano.»[2]
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Articolo su Wikinotizie: Iraq: ucciso il vescovo di Mosul rapito il 29 febbraio 13 marzo 2008