Motoscafo armato silurante
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il Motoscafo armato silurante o Motoscafo anti sommergibile, più conosciuto con l'acronimo MAS (originariamente derivante da Motobarca Armata SVAN), era una piccola e veloce imbarcazione usata come mezzo d'assalto dalla Regia Marina durante la Prima e la Seconda guerra mondiale.
Fondamentalmente si trattava di un motoscafo da 20-30 tonnellate di dislocamento (a seconda della classe), con una decina di uomini di equipaggio e armamento costituito generalmente da 2 siluri e alcune bombe di profondità, oltre ad una mitragliatrice o ad un cannoncino.
I MAS ebbero un'ampia diffusione nella Regia Marina nella guerra del 1915-18, derivati dalla tecnologia dei motoscafi civili con motori a combustione interna compatti e affidabili (a benzina). Attualmente può far sorridere, ma all'epoca i piccoli motori marini erano raramente potenti ed affidabili a sufficienza.
Il loro impiego era sia come pattugliatori anti sommergibile che come mezzi da attacco insidioso alle navi della flotta austriaca, a seconda degli equipaggiamenti.
Il loro successo maggiore fu l'affondamento della corazzata Szent István.
Era l'alba del 10 giugno 1918 e l'azione di agguato della piccola unità navale comandata da Rizzo, a sorpresa, colpì una delle 2 navi da battaglia.
Mentre la nave italiana scappava nella confusione, la Szent István ebbe un colpo mortale. Nonostante che essa fosse molto moderna e potente, non aveva una sufficiente protezione subacquea e dopo poco tempo si rovesciò.
L'azione della flotta austriaca, indirizzata alla distruzione della barriera che nel basso Adriatico imbottigliava i sottomarini austriaci (con una rete metallica e una serie di schermi di pattuglia), venne annullata, e dopo di allora non vi furono più tentativi degni di nota. La perdita della corazzata costituì una grave colpo al morale degli Austro-Ungarici, e non è azzardato dire che i siluri di quel MAS 'affondarono' anche le speranze residue dell'Impero.
L'ineffabile 'Vate', Gabriele d'Annunzio, certo un estimatore dell'audacia che tali mezzi richiedevano, utilizzò la sigla MAS per il suo motto: Memento Audere Semper.
Dopo la guerra, i MAS continuarono ad essere sviluppati e migliorati, grazie anche agli ottimi motori della Isotta-Fraschini, per quanto possa stupire che l'Italia avesse tali motori quando nella produzione aeronautica essa era tanto carente.
I MAS della Seconda guerra mondiale avevano velocità di circa 45 nodi, 2 siluri da 450mm. moderni e 1 mitragliatrice. Anche vecchie unità vennero usate in teatri operativi come l'AOI.
Dopo alcuni decenni in cui la marina italiana, così potente ma anche così legata a mari assai chiusi e indicati per mezzi navali costieri, aveva impiegato mezzi veloci siluranti, ma con problemi dati dall'indisponibilità di potenti motori a benzina, il problema della propulsione venne risolto con i prodotti della Isotta-Fraschini, che consentirono la realizzazione di unità veloci e più efficienti. Nacquero così le MAS500, 48 in servizio nel 1940, e una produzione di 75 unità tra il 1937 e il '41. Efficienti in acque assai calme, la loro carena tonda non gli consentiva altrettanto in mari più agitati.
Tra gli eventi degni di nota, il siluramento dell'incrociatore Capetown sudafricano (sia il siluratore che il silurato erano residuati della guerra precedente); il fallito quanto coraggioso attacco al porto di Malta nel gennaio 1941, con la perdita di 2 motosiluranti di supporto alla missione; l'impiego nel Mar Nero contro la flotta sovietica, con alcuni sottomarini russi affondati quando sorpresi in superficie, vicino alle basi; la battaglia di Mezzo Agosto, in cui i MAS contribuirono ad infliggere perdite di mercantili agli inglesi.
Ma i MAS, unità veloci a scafo poco marino, con chiglia assai piatta, simili a grossi motoscafi, erano ormai in declino.
Se in mari chiusi e poco mossi, come l'Adriatico, erano adatti, in Mediterraneo era un'altra cosa, per la modesta tenuta al mare (e la velocità effettivamente sostenibile), autonomia, siluri e armamento antiaereo (solo una mitragliera).
Le motosiluranti vere e proprie, con dislocamento elevato e carena a spigolo, quasi delle minitorpediniere con un dislocamento da 50-90 tonnellate, erano nettamente superiori.
Gli S-Boot tedeschi fecero da chiaro esempio, e i tecnici navali italiani si accorsero pienamente della obsolescenza dei loro mezzi veloci quando videro le unità iugoslave di costruzione tedesca catturate nel 1941. Si organizzò così la produzione di navi simili, chiamate MS (motosiluranti).
Così, nonostante che fossero mezzi economici e leggeri, i MAS ebbero un declino sostanziale nell'efficacia bellica durante la guerra del 1939-45, rendendo necessaria l'adozione di mezzi più potenti e costosi.
La cattura di unità iugoslave nel 1941, costruite in Germania, aiutò a risolvere il problema, con la realizzazione di 36 MS (motosiluranti e non più motoscafi anti sommergibile), propulsi però ancora dai motori a benzina, che nel 1942-43 si dimostrarono nettamente migliori con la loro maggiore massa e la carena a spigolo.