Lavinia
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Lavinia leggendaria principessa italica, figlia del re Latino e della regina Amata. Secondo la tradizione epica latina fu sposa di Enea, al quale diede un figlio Silvio, che successe come Re di Alba Longa al fratellastro Ascanio o Iulo, figlio di Enea e di Creusa. Le più autorevoli fonti che ci tramandano le sue gesta sono Ab Urbe condita, opera storica di Tito Livio, e l'Eneide poema epico di Publio Virgilio Marone.
[modifica] La leggenda
Secondo Tito Livio, Lavinia era figlia di Latino, re eponimo dei latini, e di Amata, sua moglie, inizialmente fu promessa in sposa a Turno, re dei rutuli. Tuttavia, dopo lo sbarco di Enea nel Lazio e il successivo patto di alleanza fra l'eroe troiano e re Latino, fu data in sposa a Enea per suggellare la nuova alleanza. La rottura della promessa coniugale fece scoppiare la guerra fra i troiani-latini e i rutuli di Turno. La guerra si concluse con la disfatta di Turno, e la vittoria di troiani e latini, i quali però persero in battaglia re Latino. Enea e Lavinia raccolsero in un unico popolo i superstiti, e fondarono una nuova città, che Enea chiamo Lavinium, in onore della sua sposa. Da Iulo, figlio di Enea e Creusa,la tradizione romana fa discendere la gens Iulia, alla quale apparteneva Gaio Giulio Cesare.
Successivamente Turno alleatosi con gli Etruschi di Mesenzio, re di Caere, scese di nuovo in guerra contro i latini, i quali vinsero ancora una volta i nemici, ma persero il loro condottiero Enea, che morì in battaglia. Secondo Livio, dopo questa guerra venne stabilito per la prima volta, che il confine fra i territori latini e quelli ceretani sarebbe stato segnato dal fiume Albula, antico nome del Tevere.
Dopo la morte di Enea, Lavinia continuò a regnare su Lavinio e sui latini finché Ascanio non crebbe. Questi, quando fu il momento, preferì lasciare Lavinio sotto il governo della madre e fondare per sé una nuova città, la fondò sui Colli Albani, e fu chiamata Alba Longa. I discendenti di Ascanio-Iulo continuarono a regnare su Alba Longa.
La ricerca storica moderna sembra riconoscere un qualche fondamento a questa discendenza. Numerosi storici fra i quali Massimo Pallottino (in Le Origini di Roma), sostengono, sulla base di studi linguistici, che la gens Iulia sia effettivamente originaria del sito di Alba Longa. I suoi nobili esponenti, da sempre annoverati fra i patrizi, si sarebbero insediati a Roma in periodo monarchico, secondo un usanza seguita da altre famose gentes patrizie.
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