Halloysite
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Halloysite | |
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Classificazione Strunz | VIII/H.25-40 |
Formula chimica | Al2Si2O5(OH)4 |
Proprietà cristallografiche | |
Gruppo cristallino | |
Sistema cristallino | monoclino |
Classe di simmetria | domatica |
Parametri di cella | a = 5.14, b = 8.9, c = 14.9 |
Gruppo puntuale | m |
Gruppo spaziale | Cc |
Proprietà fisiche | |
Densità | 2-2,2 g/cm³ |
Durezza (Mohs) | 1-2 |
Sfaldatura | non si sfalda |
Frattura | terrosa |
Colore | bianco, giallastro, rossastro, verdastro e bluastro |
Lucentezza | priva di lucentezza, grassa |
Opacità | traslucida |
Striscio | bianco |
Diffusione | frequente |
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La halloysite è un minerale, un fillosilicato idrato di alluminio. Il nome deriva dal barone e geologo belga Omalius d'Halloy (1707-1789), che lo trovò nei giacimenti plumbo-zinciferi di Angleur, in Belgio. Nel 1826, il chimico francese Pierre Berthier (1782–1861) lo analizzò e lo denominò.
Indice |
[modifica] Abito cristallino
Cristalli tubulari visibili al microscopio solo a forte ingrandimento
[modifica] Origine e giacitura
La genesi è idrotermale, e anche come prodotto di alterazione di silicati alluminiferi su rocce gabbriche e diabasiche. Compare anche in alcuni depositi metalliferi. Ha paragenesi con montmorillonite, caolinite, marcasite.
[modifica] Forma in cui si presenta in natura
Si presenta in natura sotto forma di minutissime squame, riunite in masse terrose con aspetto ceroide, tenere e leggere o in aggregati polverulenti.
[modifica] Caratteri fisico-chimici
Se rigata, il segno resta brillante; per essiccamento scoppia in frammenti aguzzi. Nella sua composizione si ha la presenza sia di acqua in forma ossidrilica (stabilmente legata agli atomi di alluminio), sia di acqua molecolare, debolmente legata ed eliminabile con facilità, disposta in strati, che si interpongono fra i foglietti caolinici. Ad 80° circa perde l'acqua molecolare e si trasforma nella forma anidra detta meta-halloysite, anch'essa monoclina, ed avente la composizione chimica della caolinite. Solubile in HCl, si disgrega in acqua ma non gonfia. Infusibile alla fiamma del cannello Ha luminescenza bianca o blu.
[modifica] Località di ritrovamento
Ad Altenberg, presso Aquisgrana, in Germania; ad Angleur, in Belgio; a Tarnowice, in Polonia; e a Zaglinsk, nell'Azerbaigian.
In Italia è stata trovata come riempimento di una frattura larga oltre 10 metri fra il calcare cristallino e gli scisti della miniera Sa Duchessa, a Domusnovas, in provincia di Cagliari e nelle rocce basaltiche alterate di Montegalda, a Brendola, in provincia di Vicenza, è possibile trovarla anche intorno al lago di Bolsena (Viterbo).
[modifica] Utilizzazione
Nell'industria ceramica, quella rinvenuta intorno al lago di Bolsena viene usata anche in estetica.
[modifica] Varietà
A volte nella composizione chimica della halloysite sono presenti piccole quantità di ferro trivalente o di cromo, e si hanno allora le varietà note come ferrihalloysite e cromohalloysite. Una halloysite contenente quantità variabili di cromo è la alexandrolite. Il cosiddetto bolo o bolus è un miscuglio di halloysite e limonite, in aggregati brunastri finemente terrosi. Infine la varietà ablykite, trovata ad Ablyk, in Uzbekistan, dà un diagramma delle polveri molto simile a quello della halloysite