Foro di Cesare
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Il Foro di Cesare è il primo in ordine di tempo dei Fori Imperiali di Roma.
La nuova piazza fu realizzata per ampliare lo spazio dedicato all'amministrazione politica della città, funzione precedentemente svolta dal Foro Romano, e per fornire un’opera più consona alle mutate esigenze architettoniche.
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[modifica] Cronologia
La presunta data dell'inizio dei lavori di costruzione del foro voluto da Giulio Cesare è fornita da Cicerone, che nel 54 a.C. informa l'amico Attico di aver acquistato per conto del dittatore romano un’area adiacente al Foro romano per la realizzazione di una piazza.
Nel 46 a.C. vi fu l'inaugurazione del foro e del tempio dedicato Venere Genitrice, in seguito ad un voto fatto da Cesare, prima della battaglia di Farsalo nel 48 a.C..
Il foro fu comunque completato da Augusto[1], dopo la morte del dittatore.
Interventi di rifacimento del foro, intrapresi presumibilmente già in età domizianea, furono portati a termine da Traiano, che inaugurò di nuovo il tempio lo stesso giorno della Colonna Traiana nel 113.
Altri lavori di sistemazione della piazza furono eseguiti da Diocleziano, in seguito all’incendio del 283. In quella occasione vennero sostituite le colonne dei portici e venne chiusa la facciata del tempio.
[modifica] Descrizione
La nuova piazza riprendeva il modello dei portici costruiti intorno ai templi che i più importanti ed influenti uomini politici dell'ultimo secolo della Repubblica erano andati edificando nella zona del Circo Flaminio e ne aveva i medesimi scopi di propaganda personale e di ricerca di consenso. Ma naturalmente la vicinanza al vecchio centro politico ne aumentava grandemente l'effetto.
A differenza del Foro Romano si trattava di un progetto unitario: una piazza lunga 160 metri e larga 75 con duplice porticato su tre lati e con al centro del lato di fondo il tempio dedicato a Venere, madre di Enea e progenitrice della gens Iulia. Al centro della piazza vi era la statua equestre di Cesare.
Nella realizzazione del complesso forense fu inclusa anche la nuova sede del Senato, la Curia Iulia, inaugurata nel 29 a.C.. Alla stessa fase augustea sono probabilmente da attribuire le tabernae su due piani dei lati nord-est e sud-ovest, che collegano il portico al Clivo Argentario.
Il tempio di Venere Genitrice, di cui restano soltanto il blocco cementizio del podio e tre colonne corinzie di età traianea, era ottastilo, periptero su tre lati; l'abside sul fondo, che ospitava la statua della dea, opera di Arcesilao, era originariamente addossata alla terra. L'accesso al tempio avveniva tramite scalinate poste ai lati dell'alto podio rivestito di marmo, davanti al quale giacciono due basi di fontane. Le pareti esterne della cella erano decorate con colonne di giallo antico, inframmezzate da rilievi con scene di amorini.
In seguito all’asportazione della retrostante sella posta tra Quirinale e Campidoglio per la costruzione del Foro di Traiano, venne realizzato nell'angolo sud-ovest, accanto al tempio, un doppio portico, identificabile con la cosiddetta Basilica Argentaria.
[modifica] Note
[modifica] Bibliografia
- C. M. Amici, Il Foro di Cesare, Firenze 1991
- E. La Rocca, R. Meneghini, S. Rizzo, R. Santangeli Valenzani, Fori Imperiali, in Römische Mitteilungen, 108, 2001, p.171-285
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
- Scheda sul Foro di Cesare sul sito della Sovraintendenza del Comune di Roma
- Scheda sul Foro di Cesare sul sito di Archeoroma
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