Ernst Toller
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Ernst Toller (Szamocin, 1 dicembre 1893 – New York, 22 marzo 1939) è stato un drammaturgo e rivoluzionario tedesco.
[modifica] Biografia
Di origine ebraica ed appartenente ad una famiglia di commercianti, studiò in Polonia per poi completare gli studi all'Università di Grenoble, in Francia.
Lo scoppio della prima guerra mondiale lo vide impegnarsi come volontario per la difesa della madrepatria tedesca: l'esperienza del fronte lo mutò, però, sensibilmente, spingendolo su posizioni pacifiste. Congedatosi nel 1916 a causa di una malattia, terminò gli studi universitari in Germania dove frequentò con interesse alcuni salotti letterari borghesi.
Il 1918, con la sua adesione al Partito Socialdemocratico Indipendente, segnò una svolta nella vita di Toller, che dichiaratamente si schierò su posizioni comuniste, rivoluzionarie e al contempo pacifiste. Proprio La svolta intitolò il suo primo dramma. Impegnatosi politicamente, appoggiò la Repubblica dei consigli di Baviera, dove ricoprì per un periodo la carica di di presidente del consiglio centrale, scontando poi, al momento della repressione, cinque anni di carcere.
L'esperienza mise a dura prova i suoi ideali di pacifismo e non violenza: la produzione letteraria di Toller mise allora in evidenza la lacerazione esistente tra l'"uomo etico", portatore di ideali di alta umanità e "uomo politico", portatore invece dell'ideale di massa che calpesta gli ideali ed i bisogni individuali. A questo conflitto è dedicato Uomo massa del 1919. In carcere approfondì la conoscenza dei componenti della classe operaia, esperienza che gli fu d'aiuto per meglio comprendere quanto di agiografico vi fosse nella descrizione del proletariato da parte degli intellettuali. Tali nozioni vennero riversate nel dramma I distruttori di macchine del 1920-1921, in chiaro riferimento ai moti luddisti.
Date le posizioni marxiste espresse in alcuni dei suoi ultimi lavori come Spegnete i fuochi o Il giorno del proletariato.
Perseguitato per le sue posizioni politiche e per la religione dai nazisti, emigrò dapprima in Inghilterra e poi negli Stati Uniti d'America, dove si suicidò in un albergo di New York, dopo aver amaramente constatato di aver perso la vena poetica e creativa.