Enrico VII di Germania
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Enrico VII di Hohenstaufen re di Germania (Sicilia, 1211 – Martirano, 1242) è stato un sovrano tedesco.
Figlio di Costanza d'Aragona e primogenito di Federico II, nel 1220, all'età di soli nove anni, fu fatto eleggere re di Germania, sotto la tutela dell'arcivescovo di Colonia, e venne incoronato nel 1222. Sposò Margherita d'Austria da cui ebbe due figli: Federico ed Enrico.
Crebbe nella Germania feudale, voluta da Federico, a corte, fra i cattivi consigli e lontano dalla famiglia. La sua presenza sul trono tedesco era diventata una nuova speranza per Federico di realizzare il suo sogno di unire concretamente il Regno di Germania con quello di Sicilia.
Ma tutte le prospettive svanirono quando Enrico, maggiorenne, si dimostrò irrequieto e sovversivo. Infatti Enrico aveva sviluppato nei confronti del padre un odio lacerante e profondo acuito dalla lontananza di questo. Lo scontro tra padre e figlio fu quindi inevitabile quando Enrico, spinto dall'aristocrazia tedesca, si rendeva promotore di una lotta serrata contro il regime imperialistico di Federico che sfavoriva lo sviluppo delle terre tedesche.
Dopo le varie raccomandazioni del padre nel 1232 Enrico fu chiamato ad Aquileia al cospetto di Federico. Tornato in Germania si comportò come se nulla fosse accaduto e riprese a spargere i semi della discordia; finché papa Gregorio IX, i cui interessi coincidevano con quelli dell'Impero, gli lanciò l'anatema, nel 1234, giustificandolo con presunti atteggiamenti che favorivano l'eresia.
Alla fine del 1234 Federico apprese con costernazione che Enrico si era alleato con i suoi più temibili nemici, la Lega Lombarda.
Tutto ciò voleva dire alto tradimento; Enrico fu richiamato a Wimpfen dove dopo un processo sommario, nel luglio del 1235 venne deposto e condannato a morte. Solo in un secondo tempo Federico fece commutare la condanna in carcere a vita. Enrico iniziò un lungo peregrinare per varie carceri del Regno di Sicilia. Morì suicida a Martirano, in Calabria, durante un trasferimento da prigione a prigione e venne sepolto nel duomo di Cosenza.