Concerti brandeburghesi
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I cosiddetti concerti brandeburghesi sono sei concerti composti da Johann Sebastian Bach nel periodo che trascorse a Köten, ducato della Sassonia, dal 1717 al 1723. Essi furono dedicati al margravio Christian Ludwig di Brandeburgo il 24 marzo 1721.
Bach adottò per queste opere la dicitura in francese di Concerts avec plusieurs instruments (che può essere quindi considerato il titolo ufficiale dell'opera), dicitura che indicava all'epoca un tipo di struttura musicale in cui ogni strumento era affidato a un solo esecutore (cioè senza il "raddoppio" della parte). La caratteristica principale di questi concerti è dunque la loro forma solistica, in cui ogni esecutore segue una propria linea melodica o armonica secondo il momento, contraria ad ogni tipo di riproduzione tendente a presentarli in forma orchestrale classica.
La denominazione attuale di "concerti brandeburghesi" è stata introdotta dal primo grande biografo di Bach e primo curatore ufficiale del suo catalogo del 1879, Philipp Spitta, per via della loro destinazione. Il manoscritto bachiano non fu probabilmente mai eseguito nella sede del margravio, ma archiviato accanto ad altre 77 opere distribuite poi tra i cinque eredi. Fu solo nel 1850 (anno del centenario della morte di Bach) che l'opera fu finalmente resa pubblica per i tipi dell'editore Peters di Lipsia. Bach era consapevole del fatto che queste composizioni non sarebbero state eseguite, sia per la carenza dell'organico di corte, sia per la particolare difficoltà della partitura; questo lo si evince dalla minor cura con cui il manoscritto fu redatto. Ma proprio ciò dimostra, come sempre succede in Bach, che i sei concerti costituivano nelle sue intenzioni una specie di enciclopedia didattica e dimostrativa delle possibilità del genere, una sorta di "forma universale" del concerto, così come sarà per il genere della fuga la tarda opera de L'arte della fuga.
Il compositore intendeva fornire agli esecutori una sorta di "campionario" (il termine è di A. Basso) di stilemi virtuosistici di alto livello, e scrisse quindi ogni concerto per i principali strumenti del tempo: due sono per ottoni (corno da caccia e tromba), due sono per flauti (dolce e traverso) e due per i principali strumenti per musica da camera (tastiera -in questo caso clavicembalo- ed archi).
[modifica] Schema dei Concerti
Tra i sei concerti si può notare una sensibile differenza, sia nell'organico strumentale che nell'articolazione dei movimenti, che soprattutto nella concezione dello stile. Da un'analisi comparativa delle reciproche forme si può ricavare il seguente schema:
Concerto N. | Tonalità | Organico strumentale | Tempi | Strumento principale |
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N. 1 - BWV 1046 | Fa maggiore |
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N. 2 - BWV 1047 | Fa maggiore |
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N. 3 - BWV 1048 | Sol maggiore |
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N. 4 - BWV 1049 | Sol maggiore |
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N. 5 - BWV 1050 | Re maggiore |
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N. 6 - BWV 1051 | Si bemolle maggiore |
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[modifica] Discografia essenziale
- Trevor Pinnock, Concerti brandeburghesi, 2 CD, con The English Concert, Archiv Produktion
- Reinhard Goebel, Concerti brandeburghesi, 2 CD, con Musica Antiqua Köln, Archiv Produktion
- Ton Koopman, Concerti brandeburghesi, 2 CD, con l'Orchestra Barocca di Amsterdam
- Café Zimmermann, Concerts avec plusieurs instruments, 3 CD, Alpha Productions
[modifica] Collegamenti esterni
- Concerti brandeburghesi: Spartiti liberi su International Music Score Library Project.
- Registrazione integrale in MP3 Licenza Creative Commons