Commedia di mezzo
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La commedia di mezzo è quella che temporalmente si situa tra il Pluto di Aristofane e il Misantropo di Menandro nel mondo greco (s. IV-III a.C.), cioè tra la commedia antica e la commedia nuova.
Della commedia di mezzo non possediamo nessuna opera completa, ma ci restano 607 frammenti di 57 poeti, 365 dei quali sono di Antifane di Rodi, il maggiore esponente. Altri autori sono Alessi e Anassandride.
La sua principale caratteristica è la messa in pratica dei cambi scenici (che Aristofane cominciò a eseguire e che in Menandro sono già notevoli), nonché la diminuzione dell'importanza delle parte liriche (ossia i cori). Per quanto riguarda i testi delle commedie, viene data grande importanza alla vita quotidiana della società, mettendo da parte la politica, argomento molto comune nella commedia antica. In quest'ultima infatti, accanto a personaggi immaginari, venivano spesso messi in scena (e sbeffeggiati) personaggi reali della vita politica e sociale della città (p.es. Cleone, Socrate, Euripide nelle commedie di Aristofane che conosciamo). Nella commedia di mezzo invece i personaggi reali scompaiono, e sono messi in scena solo personaggi immaginari che rappresentano stereotipi dei cittadini. Un'altra caratteristica molto comune nella commedia di mezzo è la satira di episodi famosi della mitologia.
La principale fonte che informa sulla commedia di mezzo è Ateneo di Naucrati, che ne cita numerosi frammenti.
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