Claus Schenk von Stauffenberg
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Claus Philipp Maria Schenk Graf von Stauffenberg (Jettingen, 15 novembre 1907 – Berlino, 21 luglio 1944) è stato un militare tedesco che svolse un ruolo di primo piano nell'attentato del 20 luglio contro Adolf Hitler e nel successivo tentativo di colpo di stato. Il suo cognome completo era Schenk Graf von Stauffenberg, in quanto la famiglia Stauffenberg aveva aggiunto il termine Graf (conte) come parte del cognome, dopo l'abolizione dei titoli nobiliari da parte della Repubblica di Weimar.
[modifica] Biografia
Nato a Jettingen (Baviera), allora in territorio tedesco, nel 1907, von Stauffenberg non aveva pienamente aderito al Nazismo; allo scoppio della Seconda guerra mondiale combatté in Africa col grado di colonnello, ma il 7 marzo 1943 venne gravemente ferito a causa dello scoppio di una mina. Il famoso chirurgo Ferdinand Sauerbruch riuscì a salvargli la vita, ma non poté impedire che perdesse la mano destra, l'occhio sinistro e due dita (anulare e mignolo) della mano sinistra.
Pur così ridotto, von Stauffenberg continuò a prestare servizio nell'esercito, ma con animo risolutamente antinazista: infatti da quel momento si dedicò al tentativo di liberare la Germania da Hitler, dopo essersi reso conto che questi stava portando il proprio paese verso la sconfitta; si trova dimostrazione di ciò in una lettera che invia alla moglie nel marzo del 1943: "Sento il dovere di fare qualcosa per salvare la Germania. Noi tutti, ufficiali dello Stato Maggiore, dobbiamo assumere la nostra parte di responsabilità".
Nello stesso periodo, in un'altra lettera, espresse il parere che, anche se il tentativo di fare un attentato ad Hitler fosse stato destinato al fallimento, "lo si deve compiere egualmente: la cosa importante è dimostrare davanti al mondo e davanti alla storia che il movimento di resistenza tedesco è esistito e che ha osato passare all'azione, a prezzo della vita".
Fu così che fu ordita la congiura degli ufficiali tedeschi contro il Führer; l'attentato fu fissato per il 20 luglio 1944 nel cuore del quartier generale di Hitler, la cosiddetta tana del lupo, e venne denominato "Operazione Walkiria": la bomba, contenuta all'interno di una valigetta, fu posizionata vicino a Hitler dallo stesso von Stauffenberg, ma venne spostata da qualcuno alcuni metri più lontano; questo fatto, insieme ad altre fortuite circostanze (la riunione, per il forte caldo, non si svolse, come programmato, nel bunker dove l'esplosione, non potendo sfogare all'esterno, sarebbe stata enormemente più devastante; Stauffenberg aveva predisposto originariamente due bombe ma, a causa della sua menomazione, nella fretta riuscì ad armarne solo una; il tavolo della riunione, costruito in solido legno di quercia, attutì ulteriormente la forza d'urto dell'esplosione), fece fallire l'attentato.
I congiurati vennero fatti arrestare dalle SS e dalla Gestapo, così come tutti coloro che in qualche modo erano venuti a contatto con loro. Gli arrestati furono torturati per ottenere rivelazioni, poi vennero trucidati, spesso senza nemmeno un processo.
Anche von Stauffenberg fu arrestato e fatto fucilare assieme agli altri congiurati nella stessa notte del 20 luglio 1944 nel cortile del Bendlerblock, sede del Comando Supremo dell'Esercito a Berlino. Fu poi detto che prima di essere ucciso, lo Stauffenberg avesse gridato: "Lunga vita alla Germania libera". Su ordine del Führer, tutti i membri delle famiglie dei colpevoli dovevano essere eliminati: questo portò anche all'arresto, alla deportazione e uccisione di molti innocenti, che avevano la disgrazia di condividere il nome, anche senza essere parenti, dei congiurati. Per quanto riguarda la famiglia von Stauffenberg il fratello maggiore, Berthold, fu giustiziato; la moglie di Stauffenberg, Nina, ed i suoi quattro figli (la donna era incinta della quinta figlia, Konstanze, che sarebbe nata il 17 gennaio 1945 a Francoforte sull'Oder, durante la prigionia) furono arrestati dalle SS; i quattro figli furono messi, sotto falso nome, in un orfanotrofio in Bassa Sassonia. Successivamente e fino alla fine della guerra, Nina venne tenuta prigioniera, in Sud Tirolo. Liberati dall'arrivo delle truppe alleate, tutti i membri della famiglia poterono finalmente riunirsi dopo la fine della guerra.
[modifica] Voci correlate
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