Chioma di Berenice
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Si tratta del titolo convenzionale dato ad una delle elegie degli Aitia di Callimaco il cui testo ci è pervenuto in maniera lacunosa su due papiri provenienti da Ossirinco.
La storia è quella della chioma della regina Berenice, moglie di Tolomeo III Evergete. La donna, per ingraziarsi il ritorno del marito da una spedizione militare, offre la sua chioma. Questa, consacrata come offerta, sparisce però dopo il ritorno del sovrano. Conone, l'astronomo di corte, afferma allora di averla ritrovata in cielo sotto forma di una costellazione. Il racconto, fatto in prima persona dalla chioma stessa, assume così anche una valenza eziologica che è una delle costanti degli Aitia.
L'elegia di Callimaco fu tradotta in latino da Catullo, nel carme LXVI della sua raccolta; questa versione fu tradotta in italiano nel 1803 dal Foscolo e pubblicata con l'aggiunta di un inno alle Grazie che attribuisce al poeta alessandrino Fanocle accompagnata da quattordici "Considerazioni" che racchiudono i lineamenti principale della sua poetica neoclassica.