Capo Marrargiu
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Il Capo Marrargiu è un promontorio sulla costa nord-occidentale della Sardegna, fra Alghero e Bosa, nella costa detta dei Grifoni a causa (e in onore) dei rarissimi esemplari di avvoltoio che vi nidificano.
Il capo era noto in tempi antichi col nome di Ermaeum akron (colle di Mercurio) e le cale marine nelle sue circostanze sono presumibilmente state usate da molti popoli antichi come approdi per naviglio di ridotte dimensioni anche grazie alle numerose grotte erosive, formate dall'erosione delle onde del mare all'interno degli strapiombi rocciosi; si è anche avanzata l'ipotesi che i Fenici avessero trovato il modo di estrarne dell'oro e che parte di questo sia stato usato nella costruzione della non distante città di Tharros.
È al centro di una riserva naturalistica che ne prende il nome ed è anche stato sede di una struttura militare che acquisì una certa notorietà alla fine degli anni '60. Sino a tempi recenti, inoltre, vi si praticava la pesca del corallo, effettuata da corallari algheresi e bosani col metodo dell'apnea.
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[modifica] La riserva
Capo Marrargiu è al centro di una riserva naturalistica regionale di circa 160 ettari per la protezione faunistica che riveste particolare importanza per la qualità e la quantità di specie protette e rare che ospita.
L'avvoltoio Grifone ha di stanza in queste coste impervie le sue colonie italiane più importanti fra quelle che nidificano in Italia. Fra gli altri uccelli è notevole la presenza di specie ormai rarefatte come l'Aquila reale e l'Aquila del Bonelli, oltre al Falco pellegrino, al Gabbiano corso, al Martin pescatore ed al Nibbio reale.
La zona è caratterizzata geologicamente da una cospicua presenza di roccia di origine vulcanica e da una costellazione di grotte erosive, molte delle quali con apertura sul mare. In alcune di queste è stato segnalato l'avvistamento di esemplari di foca monaca, ma attualmente non si hanno dati certi sulla presenza di questo animale.
La riserva comprende un parco biomarino, che si estende dalla piccola isola di La Pagliosa a Nord, al fiume Temo (che attraversa la città di Bosa) a Sud.
[modifica] La base militare
Il prossimità del capo, in località Torre Poglina, fu realizzata intorno al 1960 una base militare segreta che alla fine degli anni '60 divenne nota in relazione al "Piano Solo" e negli anni '80 tornò agli onori delle cronache per il caso "Gladio".
I terreni erano stati acquistati da una società a responsabilità limitata di copertura, i cui soci erano esponenti di alto livello del SIFAR, il servizio segreto militare, e nella massima segretezza fu allestita la base, adibita a sede del C.A.G., Centro Addestramento Guastatori, ed in seguito considerata la principale base addestrativa della struttura clandestina operazione Gladio.
In occasione dell'eventuale attuazione del Piano Solo, un progetto con il quale si sarebbe potuto assegnare all'Arma dei Carabinieri il controllo dello Stato, la base di Capo Marrargiu avrebbe dovuto ospitare ben 731 "enucleandi", cioè persone del mondo della politica e del sindacato considerate pericolose e secondo questo programma da detenere presso la base sino ad emergenza cessata. La lista degli enucleandi era stata redatta sulla base di risultanze reperite dai cosiddetti "fascicoli SIFAR", rapporti analitici di una certa profondità sulla vita pubblica e privata di circa 157.000 persone, prodotti dal SIFAR per ordine del generale Giovanni De Lorenzo, organizzatore del Piano Solo.
[modifica] Collegamenti esterni
- (IT) Il progetto Entulzu, per la protezione dell'avvoltoio Grifone
- (EN) Capo Marrargiu dal satellite (Google)
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