Bodhidharma
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Bodhidharma, Da Mo Sardili (in cinese) o Daruma Taishi (in giapponese). Nato nel 483 d.C. è un maestro buddhista indiano, 28° patriarca del Buddismo indiano secondo la tradizione Chan/Zen. Apparteneva alla corrente Mahāyāna e portava con se gli insegnamenti del suo Maestro Prajanatra. Originario del Kanchipuram, nella regione di Madras, principe del regno di Mandras, terzo figlio de Re Suganda. Morto nel 540 d.C. nel Tempio di Shaolinsi.
Ritenuto da molti primo patriarca del Buddhismo Chan (Zen in Giappone). Grazie a lui inoltre sarebbe nato il noto stile di combattimento di Shaolinquan
Indice |
[modifica] Vita
Sarebbe giunto in Cina nel VI secolo durante la dinastia Liang meridionale (502-557 d.C.) tra il 526 e il 527 d.C.. Per primo si recò nel tempio di Kuan Shao a Canton dove ebbe un piacevole colloquio con il governatore della città Shaou Yon, il quale lo raccomandò allo stesso Imperatore Liang Wu. Ma con questi la conversazione fu infruttuosa e l'imperatore non sembrò apprezzare l'insegnamento Buddista di Da Mo. Desolato si trasferisce nel Monastero di Shaolin (Shaolinsi), "Monastero della Piccola Foresta", sul monte Shong Shan, Provincia dell'Henan.
Qui si narrà che meditò per 9 anni dentro una grotta(ancora oggi esistente e visitabile) alla fine dei quali in seguito al raggiungimento dell'illuminazione decide di insegnare una nuova dottrina che prese il nome di Buddhismo Chan, dal sanscrito "Djana"("meditazione"), in giapponese Zen. Fonda i concetti della ricerce ricerca dentro la propria natura per raggiungere il risveglio, "l'illuminazione", senza ascoltare pensieri, desideri ed emozioni. Pare che questi 9 anni di meditazione portarono anche alla stesura di 2 libri:
- "I Chin Ching" (Yi Jing Jing): il libro sui movimenti dei tendini e dei muscoli.
- "Hsi Sui Ching" (Xi Sui Jing): il libro sul "lavaggio" del midollo osseo.
Tutto questo lo scrisse in relazione al fatto che i monaci di Shaolin all'epoca non erano fisicamente in grado di sopportare le numerose ore di meditazione. Consapevole di questa debolezza, per aumentera la loro forza ed energia creò una sequenza di 18 movimenti (probabilmente ispirati allo Yoga) conosciuti ancora oggi con il nome di Shi Pa Lo Han Shou, le "18 Mani dei Discepoli di Buddha". Questa sequenza di movimenti si ritiene sia il nucleo vitale di quello che poi diventerà il "pugno della piccola foresta" o Shaolinquan, grazie anche alle tecniche marziali arcaiche preesistenti a Shaolin. Le fonti più antiche lo descrivono come un maestro esperto nelle dottrine del sutra Lankāvatara (in cinese: Lengjiajing), testo indiano che diverrà molto importante nel Buddhismo cinese e giapponese. Viene rappresentato dagli artisti cinesi e giapponesi come un vecchio dallo sguardo penetrante e con una lunga barba nera. Si hanno poche notizie sulla sua vita e ciò che si sa sul suo insegnamento è dedotto da alcune storie che narrano di sue conversazioni con l'Imperatore Wu e con un discepolo.
[modifica] La Leggenda di Bodhidarma
Sul suo arrivo in Cina e sulle sue azioni esiste una leggenda:
Giunse in Cina nel 6°sec d.C. per trasmettere il messaggio del Buddha. Si reca alla corte imperiale a Nanchino, ma il colloquio con l'imperatore Liang Wu lo delude profondamente. Attraversò il Fiume Giallo su di un fuscello e si rifugiò nel Monastero di Shaolin. Li, ancora mortificato per il suo fallimento con l'Imperatore, resto per ben 9 anni in meditazione dentro una grotta, davanti una parete rocciosa. Disgraziatamente un giorno si addormentoò durante la meditazione ed infuriato decide di tagliarsi le palpebre. Le gettò a terra e li naque la pianta del Tè. Rimase immobile davanti questa parete al punto che impresse la sua immagine su di una roccia (ancora oggi esistente).
Dopo 9anni ebbe l'illuminazione ed uscì dalla grotta portandosi con sé i fondamenti del Buddhismo Chan e 2 manoscritti. Purtroppo i monaci non erano fisicamente in grado di praticare la meditazione ai suoi livelli,quindi decise di insegnare loro una serie di movimenti che li avrebbe resi più forti,il Shi Pa Lo Han Shou. Da qui nascerà lo stile di Shaolin. Col tempo l'aspetto pratico e marziale dei suoi esercizi prese il soppravvento,molti monaci abbandonarono l aspetto spirituale e Bodhidarma deluso, decise di lasciare il Monastero. Si pensa sia morto nel 557 d.C. ma quando i fedeli andarono alla sua tomba trovarono solo un sandalo ed un vestito... Alcuni testimoni lo vedranno diretto verso l'India cavalcando una tigre con ai piedi un solo sandalo.
[modifica] La sua Filosofia
Ecco alcuni versi scritti da un poeta, Lu Yu, vissuto nella dinastia meridionale dei Sung (1131-1162), i quali descrivono la filosofia di Da Mo:
"Gli altri si ribellano, io sono immobile
Udendo le parole dei saggi, io sono immobile
Mi muovo solo a modo mio".
Oltre che dare i fondamenti filosofici al Buddismo Chan o Zen gli viene riconosciuto il merito di aver introdotto, sempre a Shaolinsi, il concetto di "Virtù Marziale", prima di questo, non si pensava altro che a battersi.
[modifica] La presenza storica
Nonostante la bella leggenda e i numerosi rimandi storici a questa figura possediamo una sola testimonianza reale della sua esistenza. Negli "Annali dei Monasteri di Loyang" (洛阳伽蓝记Luoyang qielan ji ), del 547, scritto da Yang Yanzhi (杨衍之) abitante di Luoyang(città relativamente vicina al tempio di Shaolin) compare la presenza di Bodhidarma, descritto come "un persiano dagli occhi blu sui 150 anni". Ma Hsuan Tsang, un pellegrino del 7°secolo che soggiornò a Shaolinsi e a Kancipuran non menziona affatto Da Mo nei suoi celebri scritti. Seguono tre secoli di silenzio, nel 1004 in un opera scritta da Tao Yuan riemerge la leggenda di Bodhidarma. Persino lo stesso trattato "I Chin Ching" non vi è nessuna prova che sia stato scritto dal Maestro, inoltre è comparso nel solo 1835.
[modifica] Bibliografia
- Yang Jwing-Ming. Chi Kung. Roma,Edizioni Mediteranee, 2000. ISBN 88-272-0254-4
- Andrea Alati.Arti Marziali Cinesi,tecnica e tradizione.Roma,casa editrice Atanor,2005. ISBN 88-7169-193-8
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