Atelier
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Atelier è una rivista di cultura e divulgazione letteraria nata nel 2000 ad opera di tre autori: Mario Merlin, giovane esperto di scrittura creativa, Giulio Landolfi poeta e insegnante di lettere alle scuole medie di Como e Michele Cerulario giornalista ed editore per conto di Esicasmo. L'obiettivo fin dall'inizio è stato quello di dare vita a un cammino di approfondimento e discussione sui fenomeni letterari del momento, e con particolare riguardo al ruolo di interprete privilegiato che il poeta ricopre nella civiltà postmoderna. La rivista ha approfondito tematiche moderne in occasioni di memorabili interviste con personaggi di spicco come Aldo Busi, a proposito del suo libro “Manuale della perfetta mammaâ€. Nel giugno 2000 Landolfi appare con il suo saggio “E’ vero o non è vero? Dubbio amletico e ambiguità â€, che è una dissacrante critica contro i riscopritori dei poeti crepuscolari, con un forte accento polemico verso i poeti Rimbaud, Verlaine e Baudelaire tacciati di eccesiva degenerazione edonistica, alcolista e sessuomaniacale. Nell'ottobre 2000 Cerulario appare con una raccolta personale di versi in pseudo-greco (ispirati a Sanguineti) intitolata: "Paralipomeni della Coprolalia", mentre commenta un non recente libro nel gennaio del 2001 sul rapporto genitori e figli nella Russia post-comunista intitolato Goodbye Lenin. Merlin cura le varie tematiche della rivista, distintasi per la rivalutazione di Salvatore Quasimodo autore di poesie del calibro di "Con il piede straniero sopra il cuore (Alle fronde dei salici)", "Acque e terre", ormai finito nell’oblio letterario d’elite che caratterizza il mondo accademico. E’ celebre l’articolo del settembre 2001 di Landolfi "L'erba cattiva" in cui si getta in un’apologia spassionata in difesa di Dario Fo, allora accusato di non meritare il premio Nobel.