Ali Pashe Tepelena
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Alì Pashe Tepelena o Alì Pascià di Tepeleni (in turco Ali Pashe Tepedelenli) (Tepeleni, 1744(?) – Jannina, 24 gennaio 1822), di origini albanese, fu pascià di gran parte dei territori europei dell'Impero Ottomano.
Conosciuto anche come Il Leone di Jannina, è noto per la spinta autonomista che diede all'Albania e alla Grecia, ma anche per esser stato un despota crudele e sanguinario.
[modifica] La storia
Agì per contrastare il potere ottomano in Albania, intrecciando alleanze prima con i Francesi ed in seguito con gli Inglesi, arrivando alla conquista della città più florida dell'Albania meridionale nel 1788: Jannina. Conquistò l'Albania, l'Epiro e parte della Tessaglia, creando un regno semi-indipendente da quello turco.
Nel 1819 dichiarò unilateralmente la sua totale indipendenza dall'Impero Ottomano, dopo che quest ultima gli avesse dichiarato guerra e lo costrinse ad asserragliarsi nella città di Jannina che fu comunque espugnata dalle truppe ottomane, sotto il comando del sultano Mahmud II, dopo due anni di assedio (1821). Alì Pashe venne qui giustiziato e la sua testa, insieme a quelle dei suoi figli, venne portata a Costantinopoli ed esposta all'ingresso del Serraglio.
[modifica] Nella letteratura
Lord Byron fece visita ad Alì Pascià nel 1809 a Jannina e scrisse le sue memorie dell'incontro nell'opera Child Harold (Il pellegrinaggio del giovane Aroldo), mostrando sentimenti contrastati nei confronti del tiranno: da un lato l'ammirazione per lo splendore della corte, e per l'aver incoraggiato il risveglio della cultura greca a Jannina, dall'altro il biasimo per la sua crudeltà.
Nel libro Il conte di Montecristo Dumas descrive in modo estremamente romanzato la fine di Ali Pascià per bocca di uno dei personaggi del romanzo, che sarebbe una delle sue figlie.
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