Sonetto
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Il sonetto è un breve componimento poetico, tipico soprattutto della letteratura italiana, il cui nome deriva dal provenzale sonet (suono, melodia) che si riferiva in genere a una canzone con l'accompagnamento della musica.
Nella sua forma tipica, è composto di quattordici versi endecasillabi raggruppati in due quartine a rima alternata o incrociata e in due terzine a rima varia.
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[modifica] Le Origini
Si ritiene che esso sia stato inventato da Jacopo da Lentini verso la metà del duecento sulla base di una stanza isolata di canzone, in modo che la struttura metrica formata da quattordici versi endecasillabi suddivisi in due quartine e due terzine, sia identica a quella di una stanza con fronte di due piedi e sirma di due volte senza concatenazione.
Se sull'origine del sonetto i pareri sono discordi, consenso totale vi è - come rileva Giovanni Getto - per quanto riguarda il nome:
Respinta l'ipotesi ingenua affacciata nelle antiche pagine De rhitmis vulgaribus di Antonio da Tempo, che riteneva che il sonetto fosse così chiamato "quia bene sonat auribus audientium" e soprattutto "quod haec nomina ad libitum antiquorum inventa fuerunt", è ben certo che tale nome (nel provenzale sonet) fosse impiegato nel designare in genere un componimento poetico musicato, e in particolare, come par probabile, un componimento di una certa brevità, quasi a dire "piccolo suono", breve melodia, secondo già Gian Giorgio Trissino e altri ritenevano: "Il sonetto, il cui nome non vuol dire altro che canto picciolo, perciò che gli antiqui dicevano suono a quello che oggidì chiamano canto..."
Altre ipotesi sono comunque state fatte sull'origine del sonetto dalla critica, come dal Niccolò Tommaseo che ritiene essere il sonetto la derivazione dell'unione di due strambotti, componimenti formati da due ottave, con la caduta dell'ultima coppia di versi.
[modifica] La struttura metrica
Molto vario è lo schema ritmico del sonetto, quello originario era composto da rime alterne ABAB.ABAB sia nelle quartine che terzine CDC.DCD, oppure con tre rime ripetute CDE.CDE.
Quello in vigore nel Dolce Stil Novo introduceva nelle quartine la rima incrociata: ABBA/ABBA, forma che in seguito ebbe la prevalenza. Il sonetto è pertanto un genere poetico che ha capacità poliedriche e risponde a funzioni diverse.
Esempio di sonetto con schema: ABBA - ABBA | CDE - EDC:
[modifica] Varianti comuni
Le varianti metriche del sonetto sono molte:
- Corona di Sonetti
Si indica così quel componimento formato dall'unione di più sonetti su uno stesso argomento; nelle corone più ampie e complesse il sonetto è utilizzato come se fosse la semplice stanza di un poema.
Ci sono poi alcuni tipi particolari di "corona": Quella formata da 14 o 15 sonetti dove togliendo il primo verso di ognuno si ottiene un altro sonetto ulteriore; e quella dove l'ultimo verso di ogni sonetto costituisce il primo del verso successivo (Questo tipo di concatenazione richiama molto da vicino il rondò, componimento in cui l'ultimo verso della prima stanza è ripreso quale primo della seconda).
- il Sonetto caudato
Questa variante si sviluppò nel sec. XIV, si tratta di un sonetto a cui viene aggiunta una "coda", solitamente costituita da un settenario in rima con l'ultimo verso del sonetto, e un distico di endecasillabi a rima baciata. Per ogni coda successiva alla prima il settenario rima con l'ultimo verso della coda precedente. La "coda" non ha una lunghezza definita, si va da tre versi a molte decine; quando la lunghezza si faceva esorbitante il "sonetto" era detto "sonettessa". Il sonetto caudato ha avuto successo specialmente nello stile comico-realistico, e la sua fortuna dura fin quasi ai giorni nostri.
Schema d'esempio: ABBA ABBA CDC DCD dEE eFF fGG (ecc.)
Un esempio di Sonetto Caudato
- Sonetto rinterzato
Ideato probabilmente da Guittone d'Arezzo è un sonetto in cui vengono inseriti settenari dopo i versi dispari delle quartine e il primo e il secondo verso delle terzine
Secondo lo schema: AaBAaB, AaBAaB, CcDdC, DdCcD.
Un esempio:
- Sonetto minore e Sonetto minimo
Questo sonetto utilizza versi più brevi dell'endecasillabi: generalmente settenari. Se il sonetto prevede versi ancora più brevi come quinari, si chiama sonetto "minimo". Benché all'epoca della loro introduzione queste varianti avessero avuto scarso successo goderono di buona fama tra i poeti del Novecento.
Un esempio di sonetto minore:
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« Il mio cuore è una rossa macchia di sangue dove eternamente mossa. Giorno verrà: lo so che la mia penna avrà |
(S. Corazzini, "Il mio cuore")
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Il sonetto minore in questione ha schema ABAB ABAB CDE EDC. I versi sono tutti settenari il 9°, l'11°, il 12° ed il 14° sono tronchi.
- Sonetto continuo
In questo caso le rime delle quartine sono riprese anche dalle due terzine
Schema d'esempio: ABBA ABBA BAB ABA
- Sonetto misto
Sonetto di endecasillabi e settenari disposti simmetricamente, secondo lo schema aBbA , aBbA , CdC , DcD .
- Sonetto doppio
Ha un settenario dopo ogni verso dispari delle quartine e dopo il secondo delle terzine "Signor senza pietansa udit ho dire" del pisano Pucciandone Martelli
con schema AaBAaB AaBAaB CDdC CDdC ) Molto simile al sonetto rinterzato
Un esempio:
- Sonetto Ritornellato
In auge praticamente solo nel XIII secolo; è un sonetto alla cui fine si aggiunge o un endecasillabo in rima con l'ultimo verso (detto ritornello) o una coppia di versi endecasillabi a rima baciata che non riprendono le rime del sonetto (ritornello doppio)
Esempio di uno schema: ABBA ABBA CDE DCE FF.
[modifica] Altre varianti minori
- Variante Guittoniana
Guittone e Montandrea aggiungono al sonetto due endecasillabi AB alla fine delle due quartine a rima alternata, e due endecasillabi CD al termine delle due terzine CDC DCD.
''Schema finale: ABABABABAB CDC DCDCD.
- La variazione di Montandrea
(ma pare essere anche questa opera di Guittone) si limita all'aggiunta del distico AB a fine ottava.
Schema finale:ABABABABAB CDC DCD.
- Sonetto raddoppiato
Costituito da quattro quartine e quattro terzine con il conseguente raddoppiamento delle disposizioni di rime. Spesso utilizzato in forma dialogica, attribuendo via via ad ogni personaggio un distico (nelle quartine), mentre le terzine non vengono spezzate. Un sonetto raddoppiato è la tenzone di Monte Andrea " Meo sir, cangiato veggioti il talento".
Uno schema possibile: AABB AABB AABB AABB CDC CDC DCD DCD.
- Sonetto incatenato
Ogni verso è legato da rima interna.
- Sonetto retrogrado
Scritto in modo da poter esser letto iniziando dall'ultimo verso per finire col primo.
O più semplicemente un sonetto con schema metrico invertito in cui vengano prima le terzine e poi le quartine.
Uno schema possibile: ACA CAC DEED DEED.
- Sonetto semiletterato o sonetto metrico
Quando è composto da un verso in italiano seguito da un verso in latino (dove il verso latino è spesso tratto dai poeti antichi).
- Sonetto bilingue
Simile al sonetto metrico, quando si alterna tra l'italiano e un'altra lingua romanza.
- Sonetto sdrucciolo
Formato da tutti versi sdruccioli.
- Sonetto tronco
Formato solamente da versi tronchi.
[modifica] Significato Simbolico
Nel secolo in cui il sonetto è stato ideato, basti pensare alla struttura della Commedia, la valenza numerologico/esoterica dei versi era molto sentita; anche il sonetto (il sonetto italiano) può essere letto in questa chiave:
- Le quartine: il numero 4 per gli uomini del tempo rappresentava la terra e la materialità con i suoi punti cardinali.
- Le terzine: il numero 3 rappresentava la Trinità, il cielo e la perfezione.
- I quattordici versi: per ragioni di rima non sarebbe potuta esistere una stanza finita di versi dispari; I quattordici versi, tramite la ripetizione dello schema "quartine - terzine" rappresentano appunto il 7; tale numero simboleggiava l'universo; l'unione appunto di Cielo (3) e Terra (4).
Questo è stato probabilmente uno dei motivi del suo enorme successo in Italia e all'estero.
[modifica] La fortuna al di fuori dell'Italia
Il sonetto godrà di una grande fortuna anche al di fuori dell'Italia: nella letteratura spagnola, francese, tedesca e anche inglese, dove troverà tra i suoi estimatori anche Shakespeare e Milton. Spesso il sonetto mantiene la propria struttura metrica anche nelle altre lingue, altre volte viene cambiata: la forma classica del sonetto inglese, introdotta da Shakespeare consta di tre quartine e un distico finale.
[modifica] Gli utilizzi nel tempo
Esso è legato soprattutto al genere lirico ma anche ad altri generi, come quelli giocosi o comici di Cecco Angiolieri o satirici di Carlo Porta di Giuseppe Gioacchino Belli, di Trilussa, nei quali si ritrovano non solo la critica della società e dei costumi, ma anche i temi a carattere filosofico e politico, come nei sonetti di Giordano Bruno e di Tommaso Campanella. Il sonetto persiste tuttora, spesso se ne fa un uso manierato, tuttavia non mancano esempi di autori che abbiano saputo utilizzarlo in maniera originale: Sanguineti, Zanzotto, Fortini e altri.
Si può cogliere nella storia del sonetto l'impiego del suo particolare genere metrico anche in alcuni componimenti più vasti e incentrati su di un unico argomento, nei quali ogni sonetto ha la funzione di capitolo. Si tratta, in questo caso, della "corona" o "collana" di sonetti come può essere da esempio il Fiore del Duecento, e il Ca irà di Giosuè Carducci.
Il sonetto può anche apparire nel genere del prosimetro, insieme di testi in prosa o in versi, come nella Vita Nova di Dante Alighieri, o può apparire con una precisa funzione comunicativa.
Si può così avere il sonetto monovalente che si basa su un rapporto di proposta-risposta tra due autori oppure il sonetto a valenze plurime che si rivolge a una categoria di persone che hanno una qualifica ma non evocati singolarmente, come nella Vita Nova di Dante quando il poeta si rivolge a "tutti li fedeli d'Amore".
[modifica] Bibliografia
- Manuale di metrica italiana, Mario Pazzaglia,, pagg. 224, Collana: Saggi, Sansoni, 2000, ISBN 88-383-1862-X, ISBN-13 9788838318627
- La metrica italiana, Pietro G. Beltrami, pagg. 512, Collana "Strumenti", Il Mulino, 2002, ISBN 8815088067, ISBN-13 978-88-15-08806-2
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