Satura
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La satura è un genere teatrale pre-letterario latino. Esso racchiude lo spirito farsesco dei fescennini e le rappresentazioni di musica e danza etrusche. La satura era rappresentata da histriones (attori) e consisteva in una rappresentazione teatrale mista di danze, musica e recitazione. Il termine satura si applicava in origine a celebrazioni e offerte alla dea Cerere accompagnate da canti e scene giocose.
L’aggettivo latino satur ("pieno, sazio"), condivide con l’avverbio satis ("abbastanza") la radice implicante il concetto di varietà, abbondanza, mescolanza.
Satura quidem tota nostra est (Institutio oratoria, X,1,93), diceva con orgoglio Quintiliano nel I secolo d.C.; rispetto ad altri generi importati, la satira (letteralmente 'miscuglio') è totalmente romana.
Ennio la eleva in seguito a genere letterario; successivamente coltivò il genere anche Pacuvio. Con Lucilio la satura cambia destinazione, assumendo la caratteristica di critica della società o dei potenti dell'epoca, aprendo la strada a Varrone Reatino e Orazio, che svilupperanno il genere 'satirico' in una forma indipendente ed esclusivamente letteraria.