Periodo Asuka
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Con il termine periodo Asuka si indica il primo periodo buddista della storia del Giappone, convenzionalmente racchiuso tra il 550 e il 700, e deve il suo nome alla provincia in cui venne spostata la capitale, determinando così una profonda influenza dell'idealismo astratto su tutta la cultura del Giappone.
La data convenzionale di inizio del periodo con il 552, quando ebbe luogo l'introduzione ufficiale del buddismo dalla vicina Corea, mentre il periodo si considera concluso con lo spostamento della capitale a Nara, nel 710. Altri fanno risalire la conclusione del periodo all'assunzione del trono da parte dell'imperatore Tenji, nel 667.
[modifica] L'introduzione del buddismo
Al momento dell'arrivo del buddismo in Giappone, la posizione più alta dello stato era occupata dalla famiglia Soga, sin da quando il loro capostipite Takanouchi Sukune fu primo ministro dell'imperatrice Zhingo: i Soga, che si succedettero al ministero degli esteri, ebbero sin dall'inizio un grande rispetto per le culture straniere e furono di importanza capitale nella diffusione della nuova religione. Loro avversari in questo furono i membri della famiglia Mononobe, comandanti in capo dell'esercito, soprattutto alla luce dei disordini sociali che sorsero nell'impero dopo l'introduzione della nuova religione. Spalleggiati dai Nakatomi, la famiglia dei sacerdoti custodi dei riti ancestrali, i Mononobe diedero inizio ad un sanguinoso periodo di lotte interne che videro i Soba vincitori, anche grazie alla neutralità della famiglia Otomo (gli ammiragli della flotta). Nonostante la sostanziale vittoria dei Soba e l'inserimento effettivo del buddismo nella nazione, le tensioni interne si accentuarono quando il re Meirei di Corea, nel 522, inviò all'imperatore Kimmei un ricco dono di testi buddisti ed una statua del Buddha Shakyamuni: l'esitazione dell'imperatore nell'accettare il dono e le lunghe discussioni all'interno del consiglio imperiale raggiunsero l'opinione pubblica. Il dono fu infine accettato ma quando una carestia colpì l'impero, i nemici dei Soba sparsero l'opinione che si trattasse di una punizione degli antenati per aver accolto in patria un idolo pagano. La statua venne quindi gettata in un lago ed i libri furono bruciati. A tutt'oggi la scultura dorata è considerata tra le più grandi perdite dell'antichità insieme alla biblioteca di Alessandria.
Nonostante la temporanea vittoria degli osteggiatori del buddismo, il culto si era già parzialmente diffuso in Giappone ed i suoi principi erano già noti in molte regioni quando, nel 554, giunsero dalla Corea i due sacerdoti Donyei e Doshin, recando con sé immagini e sculture. Dieci anni dopo, dalla Cina giunse anche il viaggiatore Chiso, con un altro carico di immagini e sculture, e nonostante questi tre personaggi possano essere considerati gli unici grandi importatori di cultura buddista del periodo Asuka, la nuova religione si diffuse in modo efficace. Al primo ministro Wumako Mononobe si deve la realizzazione di numerosi templi buddisti, eretti per ospitare i ricchi doni frequentemente inviati dai re di Corea Kudara e Shiragi: nel 573 nacque il principe Wumayado, considerato il primo sovrano buddista, e nel periodo della sua infanzia le lotte tra famiglie rivali vennero interrotte dalla nomina della reggente Suiki sua zia, nel 588. Suiki, che diede il nome ad il primo periodo buddista della storia del Giappone, fu una sovrana illuminata e scrisse i diciassette articoli della costituzione giapponese.
[modifica] I principi della costituzione
Il documento redatto dall'imperatrice Suiki ebbe enorme importanza nella storia giapponese e meravigliò i contemporanei per il suo livello di cultura e illuminazione. Redatta su basi fortemente confuciane, la costituzione partiva dalla necessità della devozione all'imperatore per arrivare a commentare diffusamente i sûtra, che l'imperatrice aveva studiato in cinese. I principi di Nagarjuna venivano non solo spiegati dal testo originale, ma anche applicati alla cultura giapponese in modo efficace e non forzato, decretandone definitivamente l'adozione. Quando, nel 621, il principe Wumayado morì, l'evento nefasto venne riconosciuto da molti come la fine di un'epoca illuminata durata quarant'anni, la prima senza lotte da molto tempo.
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