Licinio
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Flavio Galerio Valerio Liciniano Licinio (circa 250 - 325) fu imperatore romano dal 308 al 324.
Nato in Mesia superiore da famiglia contadina di origine dacica, Licinio seguì il suo caro amico, l'imperatore Galerio nella sua spedizione contro i Persiani nel 297. Dopo la morte di Flavio Valerio Severo, Galerio elevò Licinio al rango di Augusto in Occidente l'11 novembre 308. Ricevette immediatamente il comando delle province dell'Illirico, Tracia e Pannonia.
Alla morte di Galerio, nel maggio del 311, Licinio divise l'intero impero con Massimino Daia, definendo come confine l'Ellesponto e il Bosforo. Nel febbraio del 313 si recò a Milano, per incontrare Costantino I, divenuto l'unico imperatore della parte occidentale dopo aver sconfitto Massenzio: i due strinsero un'alleanza, rafforzata dal matrimonio di Licinio con la sorella di Costantino, Costanza, e promulgarono assieme l'Editto di Milano.
L'alleanza tra Licinio e Costantino escludeva chiaramente il terzo imperatore, Massimino, che si fece proclamare unico imperatore dalle truppe e mosse dalla Siria verso occidente, conquistando Bisanzio: Licinio lo affrontò e sconfisse nella battaglia di Tzirallum il 30 aprile 313.
Divenuto unico signore della parte orientale dell'impero, si rese colpevole della purga che colpì le famiglie dei tetrarchi: per suo ordine vennero uccisi Candidiano, figlio di Galerio, Severiano, figlio di Flavio Severo, e il figlio e la figlia di Massimino, di otto e sette anni.
Dichiaratosi cristiano per mossa politica sin dal periodo della sua rivalità con Massimino Daia, cominciò progressivamente ad inimicarsi l'amicizia dei seguaci di quella religione, adottando politiche insensatamente ostili a questi, ritenendo, probabilmente non in maniera del tutto infondata che costoro appoggiassero il suo rivale Costantino. Avviò pertanto una serie di attività persecutorie nei confronti dei cristiani, che lo abbandonarono nella fase decisiva del suo conflitto con Costantino.
Nel 316 si scontrò con Costantino I: il casus belli fu la nomina a collega di Aurelio Valerio Valente, che di fatto mostrava come Licinio non considerasse più Costantino il legittimo signore d'occidente. Costantino vinse però Licinio nella battaglia di Mardia e, con la pace firmata il 1° marzo 317 lo costrinse a cedergli l'Illiria e a condannare a morte Valente.
La pace del 317 durò sette anni: nel 324, scontratosi una prima volta in Mesia ad Adrianopoli con Costantino, Licinio non riuscì ad approfittare della sua netta superiorità numerica, venendo di lì a poco sconfitto da Crispo in una battaglia navale nell'Ellesponto. Perse le sue migliori unità di soldati, reclutò schiavi e contadini delle terre bitiniche, con i quali ingaggiò un'ultima, disperata battaglia contro le truppe veterane di Costantino (la cosiddetta battaglia di Crisopoli, svoltasi presso l'odierna Üsküdar), venendo disastrosamente sconfitto. Tratto prigioniero dinanzi a Costantino venne graziato da questi, salvo poi essere trucidato in una cella del carcere Celio a Roma nel 325.
Predecessore: | Imperatore romano | Successore: |
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Flavio Valerio Severo 306 - 307 |
308 - 324 con Galerio, Massimino Daia, Valerio Valente, Sesto Martiniano e Costantino I |
Costantino I 306-337 |