L'udienza
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L'udienza | |
Titolo originale: | L'udienza |
Paese: | Italia/Francia |
Anno: | 1971 |
Durata: | 112' |
Colore: | colori |
Audio: | sonoro |
Genere: | drammatico |
Regia: | Marco Ferreri |
Soggetto: | Marco Ferreri |
Sceneggiatura: | Marco Ferreri |
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Fotografia: | Mario Vulpiani |
Montaggio: | Giuliana Trippa |
Musiche: | Teo Usuelli |
Scenografia: | Luciana Vedovelli Levi |
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L'udienza è un film drammatico del 1971 di Marco Ferreri.
[modifica] Trama
Amedeo (Enzo Jannacci) è un giovane di Milano, timido e impacciato, che si reca a Roma con il fermo proposito di parlare con il papa, "anche nel suo interesse", ed è pronto a tutto pur di riuscirci. Assolutamente a nessuno, però, intende rivelare il motivo per cui gli sia necessario parlare col pontefice.
A causa del suo comportamento bizzarro e potenzialmente pericoloso (arriva addirittura a lanciare messaggi verso il papa con una specie di cerbottana), Amedeo viene seguito dal commissario Aureliano Diaz (Ugo Tognazzi), il quale fa conoscere ad Amedeo una bella quanto comprensiva prostituta, Aiche (Claudia Cardinale), nel tentativo di distoglierlo dai suoi propositi.
Amedeo, che non capisce per quale motivo un cattolico non possa incontrare il papa, continuerà a girare invano per svariati uffici vaticani chiedendo di essere ricevuto, guadagnandosi l'odio di Diaz a causa della sua testardaggine. Amedeo tenta allora la carta delle azioni clamorose pur di parlare con il papa, ma, dopo aver provato a scavalcare le transenne durante una cerimonia, viene ricoverato in psichiatria e successivamente internato in un convento per cattolici di idee non abbastanza convenzionali. Il principe Donati (Vittorio Gassman) ed un famoso teologo belga (Alain Cuny) gli daranno qualche speranza di riuscire a parlare col pontefice.
Alla fine del film, abbandonato da tutti, perfino dalla buona Aiche, Amedeo muore di notte sotto il colonnato di San Pietro, stroncato da una polmonite. La morte di Amedeo sembra chiudere il caso ed è un sollievo per il commissario Diaz, quand'ecco che un altro giovanotto bussa al portone del Vaticano: vorrebbe parlare con il papa...
[modifica] Significato del film
Il film, uno dei più maturi di Marco Ferreri, contiene una dura critica alla burocrazia vaticana, pronta a tutto pur di garantire la propria distaccata sacralità: per un cattolico il papa è padre, e la forzata impossibilità di incontrarlo simboleggia un'affannosa e dolorosa ricerca. Dietro la storia, apparentemente semplice, di un fedele che si consuma nell'ossessione di parlare con il papa, il film nasconde una serie di aspetti politici molto seri (ovviamente inquadrati nell'ambito deli anni '70).
Moltissimi gli "spunti" geniali nascosti all'interno del film: Giovanni Rossi, il vecchietto che Amedeo incontra in convento e che lo aiuterà di più, somiglia impressionantemente al defunto Papa Giovanni; la rivolta nel refettorio del convento scoppia a causa di alcuni frati che protestavano in nome della teologia della liberazione, eccetera.
Tenero e atroce, amarissimo nel finale, il film si rivela importante e sottovalutato.
[modifica] Collegamenti esterni
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