José Perdomo
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Dati biografici | ||
Nome | José Batlle Perdomo Teixeira | |
Nato | 5 gennaio 1965 Salto |
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Nazionalità | ![]() |
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Altezza | 182 cm | |
Dati agonistici | ||
Disciplina | Calcio | |
Ruolo | Centrocampista | |
Squadra | ritirato | |
Carriera | ||
Squadre professionistiche ![]() |
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1983-1989 | ![]() |
- (-) |
1989-1990 | ![]() |
25 (0) |
1990 | ![]() |
4 (0) |
1990-1991 | ![]() |
6 (1) |
1991-1992 | ![]() |
- (-) |
1994 | ![]() |
- (-) |
Nazionale ![]() |
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1987-1990 | ![]() |
27 (2) |
Carriera da allenatore ![]() |
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2000 | Villa Española | |
2002 | ![]() |
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Il simbolo → indica un trasferimento in prestito |
José Batlle Perdomo Teixeira (Salto, 5 gennaio 1965) è un ex calciatore uruguaiano, attivo negli anni 80-90 nel ruolo di centrocampista.
Indice |
[modifica] Carriera
Perdomo venne scoperto da Scoglio, che dopo aver portato il Genoa in serie A, si mise a girare Europa e Sud America per arricchire la squadra di elementi di talento. Le ricerche del Professore portarono nello stessa estate a Genova anche Pato Aguilera e Ruben Paz. Ma il primo a impressionare Scoglio fu proprio Perdomo, una vita da "volante central", ovvero centrocampista centrale del Penarol e della Nazionale uruguaiana. Lui doveva essere il cardine del gioco che il Genoa 1989-90 avrebbe imposto in serie A. Disputò invece 25 partite senza mai convincere, segnalandosi esclusivamente per la lentezza e l'estrema fallosità del suo gioco. Venduto dopo solo una stagione al Betis Siviglia nel 1990, passò in seguito a una squadra Argentina, per fare poi ritorno al Penarol nel 1994.
[modifica] Curiosità
- Perdomo viene ricordato per una frase celebre pronunciata nei suoi confronti da Vujadin Boskov: "Se io sciolgo il mio cane, lui gioca meglio di Perdomo", detta prima di un derby tra la Sampdoria e il Genoa.
- Per il suo scarso rendimento a Genova fu eloquentemente soprannominato "Perdemmu" (in dialetto genovese "perdiamo")
[modifica] Caratteristiche tecniche
Centromediano metodista fisso (immobile) davanti alla difesa, questo uruguagio dimostrò una lentezza di base eccessiva rispetto ai ritmi di un calcio che proprio in quegli anni (imperava il Milan di Sacchi) esigeva un pressing asfissiante. Era accompagnato anche dalla fama di cattivo e in un derby finì ammonito dopo trenta secondi.
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