Glioblastoma multiforme
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
![]() |
Le informazioni qui riportate hanno solo un fine illustrativo: non sono riferibili né a prescrizioni né a consigli medici - Leggi le avvertenze |
Il glioblastoma multiforme (GBM) è di gran lunga il tumore più comune e più maligno dei tumori della glia. Composto da un eterogeneo mix di cellule tumorali astrocitiche scarsamente differenziate, il glioblastoma colpisce soprattutto gli adulti, ed è localizzato con maggiore frequenza negli emisferi cerebrali; meno frequentemente può localizzarsi nel tronco cerebrale o nella colonna spinale. Le metastasti extracraniche sono rare. Questi tumori possono svilupparsi da un astrocitoma di più basso grado (grado I o II) o da un un astrocitoma anaplastico (grado III) ma più frequentemente si manifestano de novo, senza alcuna evidenza di una neoplasia precedente. Il trattamento dei glioblastomi con le conoscenze attuali è solamente palliativo ed include la chirurgia, la radioterapia e la chemioterapia.
Indice |
[modifica] Incidenza
Il glioblastoma multiforme è il più frequente carcinoma primario del cervello : approssimativamente il 12-15% di tutte le neoplasie intracraniche e il 50-60% di tutti gli astrocitomi. Nella maggior parte d'Europa e nei paesi del Nord america la sua incidenza è approssimativamente di 2 o 3 casi nuovi casi all'anno ogni 100.000 persone. In una indagine di 1003 biopsie di glioblastoma condotta dall'Università di Zurigo, è stato riscontrato che gli uomini hanno più possibilità di sviluppare questo tumore rispetto alle donne, con un rapporto di 3 a 2 e con una aggressività maggiore.
Il GBM può manifestarsi ad ogni età, ma gli adulti ne sono maggiormente affetti, con un picco d'incidenza nella fascia d'età compresa fra i 45 e i 70 anni. Nella succitata indagine di 1003 biopsie il 70% dei pazienti era compreso in questo intervallo d'età, con una mediana di 53 anni. In una serie di casi riportati da Dohrman (1976) solo l'8,8% dei glioblastomi riguardavano bambini.
[modifica] Patogenesi
Le mutazioni molecolari del glioblastoma multiforme sono state fra le più studiate. Possono essere individuati due classi di mutazioni che portano alla formazione del tumore: l'attivazione patologica di oncogeni in seguito a mutazione; 2) la disattivazione, sempre in seguito a mutazione, di geni oncosoppressori.
Fra i geni oncogeni che risultano più frequentemente mutati nel glioblastoma troviamo:
- l'EGFR (Epidermal Grow Factor Receptor)
- il PDGFR (Platelet Derived Grow Factor Receptor)
- la proteina Ras
Fra i geni oncosoppressori (o Tumour Suppressor Genes - TSG in inglese) troviamo:
- il p16
- il p14
- il p53
- la proteina Rb
- le cicline D, E
- la chinasi ciclina dipendente (CDK) 4/6
- il gene PTEN
[modifica] Anatomia Patologica
Il glioblastoma è costituito principalmente da astrociti o da cellule della serie gliale. Si tratta di un tumore intra-assiale, ossia che insorge all'interno del nevrasse; il colore e i limiti della massa neoplastica sono sfumati e spesso indistinguibili rispetto al cervello sano. Aree emorragiche all'interno del tumore non sono infrequenti; una grossa area necrotica centrale, visibile anche alle neuroimmagini, è tipica di questa neoplasia ed è dovuta ad una proliferazione cellulare troppo rapida rispetto alla neo-vascolarizzazione, caratteristica che provoca inevitabilmente la morte delle cellule nella porzione centrale. Il glioblastoma può localizzarsi virtualmente in qualsiasi area del cervello, ma insorge più frequentemente nella porzione sovratentoriale, in particolare negli strati profondi della sostanza grigia.
Al microscopio le cellule del glioblastoma mostrano notevole attività mitotica, pleomorfismo nucleare, necrosi e fenomeni di neoangiogenesi. La presenza anche di tre di queste caratteristiche definisce il glioma di IV grado o glioblastoma multiforme ed è sufficiente per la diagnosi differenziale con l'astrocitoma anaplastico (di grado III) nella maggior parte delle classificazioni oggi seguite. Di fatto, nel glioblastoma questi aspetti sono solitamente tutti presenti. Le cellule neoplastiche si dispongono solitamente a palizzata attorno alle aree di necrosi.
Possibili varianti sono:
- glioblastoma a cellule giganti - presenta, oltre agli aspetti sovraelencati, una nutrita popolazione di cellule giganti e multinucleate;
- gliosarcoma - mostra un pattern misto di tessuto gliale e sarcomatoso.
[modifica] Clinica
I sintomi del glioblastoma sono quelli (aspecifici) di una massa in espansione all'interno del cranio; segni e sintomi dell'ipertensione endocranica sono frequenti e possono o meno essere accompagnati da deficit neurologici focali, a seconda della sede di insorgenza. Assai comune è la presentazione con crisi epilettica.
[modifica] Diagnosi
La diagnosi di glioblastoma è possibile solo con le neuroimmagini. Alla TC il glioblastoma si presenta solitamente (ma non sempre) come un'area ipointensa; dopo la somministrazione di mezzo di contrasto si assiste ad un potenziamento disomogeneo alla periferia del tumore, dovuto alla intensa vascolarizzazione, mentre l'area di necrosi centrale rimane solitamente ipodensa. La RM è tuttavia l'esame migliore per la diagnosi; oltre ad una maggiore risoluzione, con la RM è possibile identificare con maggiore precisione i limiti del tumore rispetto alla sostanza grigia e alla sostanza bianca sottocorticale. La risonanza magnetica funzionale può inoltre essere utilizzata per verificare l'attivazione delle cosiddette aree eloquenti e per la pianificazione della neuronavigazione, tutte tecniche che permettono di pianificare l'intervento chirurgico al fine di eseguire una resezione il più possibile ampia ma al tempo stesso di preservare aree del cervello fondamentali. Va precisato, tuttavia, che la risonanza magnetica funzionale è ancora una tecnica con un notevole margine di errore, utilizzata per cui solo in via sperimentale. Alla risonanza il glioblastoma si presenta come una massa con una grande area necrotica centrale, con un anello di potenziamento dopo mezzo di contrasto. L'edema perilesionale può essere presente ma solitamente è minimo. La diagnosi differenziale con lesioni dall'aspetto simile (come l'ascesso) è possibile tramite la spettroscopia, che evidenzia un aumento significativo della colina, indice di proliferazione cellulare attiva, e una diminuzione del N-acetil-aspartato (NAA), prodotto del metabolismo e neuronale.
[modifica] Prognosi
Nonostante gli sforzi profusi nella ricerca di nuovi trattamenti, la prognosi del GBM rimane tuttora infausta.
I glioblastomi sono fra le neoplasie umane più maligne, e senza terapia la sopravvivenza non va oltre i 3 mesi. Pazienti trattati con terapie ottimali, inclusa la resezione chirurgica, la radioterapia e la chemioterapia, hanno una mediana di sopravvivenza di circa 12 mesi, con meno del 25% dei pazienti sopravvissuti oltre i 24 mesi e meno del 10% dei pazienti sopravvissuti oltre i 5 anni.
In una serie di 279 pazienti che hanno ricevuto una radioterapia e chemioterapia aggressive, solamente 5 (l'1,8%) sono sopravvissuti oltre i 3 anni (Scott,1998).
[modifica] Collegamenti esterni
- (EN) Il GBM su emedicine
- (EN) Pagina sul GBM
- (IT) Dalle cellule staminali una nuova strada per lo studio del GBM
- (IT) Pagina della neurochirurgia di Udine sul glioblastoma
[modifica] Voci correlate
Portale Medicina: accedi alle voci di Wikipedia che parlano di medicina