Geti
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Geti era il nome che veniva dato dagli scrittori pre-Romani alla popolazione stanziata nella regione successivamente nota come Dacia, a nord dell'ultimo tratto del Danubio.
I Geti erano parte del gruppo di genti indoeuropee, forse parte della famiglia tracica; è possibile che fossero tanto parte del popolo dei Daci, quanto che da questi siano stati a un certo punto assorbiti. Per gli autori romani i termini Daci e Geti erano considerati in genere equivalenti, anche se distinguevano i Tyragetae, Geti stanziati vicino al fiume Nistro.
Indice |
[modifica] Storia
Secondo Erodoto, i Geti erano "la più nobile e la più giusta di tutte le tribù traciche".
Quando i Persiani, guidati da Dario, attuarono una campagna contro gli Sciti, le varie popolazione dei Balcani si arresero al sovrano e lo lasciarono passare sui loro territori; solo i Geti offrirono resistenza.
[modifica] Religione
Come ci tramanda Erodoto, i Geti (alla fine del VI secolo a.C.) credevano nell'immortalità dell'anima e consideravano la morte un mero cambio di paese: "I Geti si ritengono immortali... sono convinti che lo scomparso non muoia veramente, ma raggiunga il dio Zalmoxis" (o Zalmolxis). "Ogni quattro anni mandavano uno di loro, tratto a sorte, a portare un messaggio a Zalmoxis, secondo le necessità del momento... tre Geti hanno l'incarico di tenere tre giavellotti, altri afferrano per le mani ed i piedi il "messaggero designato", lo fanno roteare e lo scagliano sulle lance. Se muore trafitto, ritengono che il dio sia propizio, se non muore, accusano il messaggero, sostenendo che è un uomo malvagio, e quindi ne inviano un altro...". Erodoto aggiunge anche che "Queste persone, sotto i tuoni e i fulmini, puntano le loro frecce al cielo, minacciando gli dei; e loro non credono che ci sia alcun dio tranne che il loro". [1].
Accanto a Zalmoxis, un ruolo di rilievo tra le divinità gete era attribuito a Gebeleixis. Il primo sacerdote godeva di una posizione prominente in quanto rappresentante della divinità suprema, Zalmoxis, ed era anche il consigliere del re. Giordane nella sua Getica, attribuiva a un certo Deceneo il titolo di sacerdote capo di Burebista.
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Per approfondire, vedi la voce Storia della Dacia. |