Castello di Donnafugata
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Il Castello di Donnafugata dista una ventina di chilometri da Ragusa. Al contrario di quano il nome possa pensare non si tratta di un vero e proprio castello medievale bensì di una sontuosa dimora nobiliare del tardo '800. La dimora sovrastava quelli che erano i possedimenti della ricca famiglia Arezzo De Spuches. Fin dall'arrivo il castello rivela la sua sontuosità. L'edificio copre un area di circa 2500 metri quadrati ed un'ampia facciata in stile neogotico, coronata da due torri laterali accoglie i visitatori.
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[modifica] Nome
Ci sono varie ipotesi sull'origine del nome "Donnafugata". Usualmente viene ricondotto ad un episodio leggendario, quale la fuga della regina Bianca di Navarra, vedova del re Martino I d'Aragona e reggente del regno di Sicilia che venne imprigionata nel castello dal conte Bernardo Cabrera, che aspirava alla sua mano e, soprattutto al titolo di re. In realtà la costruzione del castello è successiva alla leggenda. Secondo altri il nome è la libera interpretazione e trascrizione del termine arabo Ayn as Jafat (Fonte della Salute) che in "siciliano" diviene Ronnafuata, da cui la denominazione attuale.
[modifica] Storia
La prima costruzione del castello sembra dovuta ai Chiaramonte, conti di Modica nel XIV secolo. Nel XV secolo divenne la residenza di Bernardo Cabrera, all'epoca gran giustiziere del Regno di Sicilia. Successivamente, la costruzione fu acquistata da Francesco Maria Arezzo De Spucches, barone di Donnafugata che ne fece una casina di campagna. La maggior parte della costruzione si deve però al figlio, il barone Corrado Arezzo, eclettico uomo di studi e politico. Attraverso varie generazioni, giunse a Clementina Paternò Castello, vedova del visconte Gaetano Combes de Lestrade. Infine, dopo anni di incuria ed abbandono, nel 1982 venne acquistato dal comune di Ragusa che, dopo lunghi lavori di restauro lo ha reso nuovamente fruibile.
[modifica] Interni
Il castello, diviso su tre piani, conta oltre 120 stanze di cui una ventina sono oggi fruibili ai visitatori. Visitando le stanze che contengono ancora gli arredi ed i mobili originali dell'epoca, sembra quasi di fare un salto nel passato, nell'epoca degli ultimi "gattopardi". Ogni stanza era arredata con gusto diverso ed aveva una funzione diversa. Da ricordare la stanza della musica con bei dipinti a trompe-l'oeil), la grande sala degli stemmi con i blasoni di tutte le famiglie nobili siciliane e due antiche armature,il salone degli specchi (ornato da stucchi), la pinacoteca con quadri neoclassici della scuola di Luca Giordano. Notevole, poi, il c.d. appartamento del vescovo, con splendidi mobili Boulle, riservato esclusivamente all'alto prelato (un membro della famiglia Arezzo nel Settecento).
[modifica] Il parco
Intorno al castello si trova un ampio e monumentale parco di 8 ettari. Contava oltre 1500 specie vegetali e varie "distrazioni" che dovevano allietare e divertire gli ospiti, come il tempietto circolare e la Coffee House (per dare ristoro) o il labirinto in pietra ed alcune "grotte" artificiali dotate di finte stalattiti (sotto il tempietto).
[modifica] Curiosità
- Nel giardino si trova un curioso labirinto.
- Nel salone degli specchi sono state girate alcune scene del film Il gattopardo di Luchino Visconti.
- Sulla terrazza del castello sono state girate varie scene della fiction il commissario Montalbano
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