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Amor condusse noi ad una morte: La parola “Amore” nell’opera in volgare di Dante Alighieri

Di Dante Alighieri, ai giorni nostri, non è pervenuta neanche una riga autografa. Men che meno una firma, una sigla, uno svolazzo. Tutto il resto viene spesso ricostruito ad sensum ed è ormai vulgata comunemente intesa e recepita la rielaborazione improvvisata del celebre verso “non ragioniam di lor ma guarda e passa”, trasformato in “non ti curar di lor ma guarda e passa”. Di tutto ciò che è incertezza, è comunque possibile effettuare una lettura sincronica e trasversale. Vedere, cioè, l’opera di Dante in un colpo d’occhio di insieme che ce la proponga, parola per parola, in tutte le sue contestualizzazioni naturali. La parola-base per questo tipo di approccio non poteva che essere “Amore”. Con la variante “amor” e, per mero dovere di completezza, il plurale “amori”. Che, tuttavia, è fuorviante.